La Polonia commette un clamoroso errore in vista delle Olimpiadi di Tokyo: chiamati 6 nuotatori in più rispetto al numero consentito. Gli atleti di troppo costretti a ritornare a casa
Mesi di duro lavoro, notti insonne passate a immaginare come sarebbe stato vivere le emozioni del villaggio olimpico, l’adrenalina delle gare, magari anche la gioia di una medaglia. Tutto questo per 6 nuotatori della nazionale polacca è stato letteralmente buttato nel cestino. Un errore clamoroso della federazione è costato l’Olimpiade a 6 atleti, di troppo rispetto ai 17 convocabili secondo le regole di qualificazione della Fina. Il tempo di scendere dall’aereo e vivere l’inizio del sogno, si sono ritrovati in un incubo. Viaggio di ritorno fra lacrime e tristezza, poi tanta rabbia nei confronti del presidente della Federazione Polacca di Nuoto, Pawel Slominski: diversi nuotatori hanno chiesto le sue dimissioni e quelle dell’intero board fa sapere Sky Sport.
“Esprimo grande rammarico, tristezza e amarezza per la situazione – ha detto Slominski in una nota -. Non sarebbe dovuto succedere e la reazione dei nuotatori, le loro emozioni, l’attacco alla Federazione polacca di nuoto per me è comprensibile e giustificato“. Slominski ha aggiunto che l’errore è stato causato dal “desiderio di consentire a quanti più atleti e allenatori possibile di prendere parte ai Giochi“.
Una delle sei atlete, Alicja Tchorz, che ha rappresentato la Polonia alle Olimpiadi del 2012 e del 2016, ha dichiarato: “immagina di dedicare cinque anni della tua vita e lottare per l’evento sportivo più importante, rinunciare alla tua vita privata e al lavoro, sacrificare la tua famiglia e scoprire che la tua dedizione si è trasformata in un totale flop“.