Falcomatà a Roma per la manifestazione nazionale insieme a 600 sindaci di tutta Italia: “basta tiro al bersaglio sui primi cittadini, non porgeremo più l’altra guancia” [FOTO]

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Il primo Cittadino di Reggio Calabria, delegato al Mezzogiorno e alla Coesione di Anci, a Roma per la manifestazione nazionale insieme a 600 sindaci di tutta Italia

“Ora basta con il tiro a bersaglio sui sindaci. Non possiamo agire solo quando accadono ingiustizie eclatanti. Non aspettiamo che il prossimo di noi finisca sui giornali per responsabilità che non ha e che non può controllare. La misura è colma, chi fa il sindaco non può continuare a caricarsi di immani responsabilità senza nessuna tutela. E’ il momento di riformare questo ruolo, i sindaci di tutta Italia lo stanno chiedendo, il Parlamento ed il Governo non possono voltarsi dall’altra parte”. E’ quanto afferma il sindaco di Reggio Calabria, delegato al Mezzogiorno e alla Coesione Territoriale di Anci, Giuseppe Falcomatà, partecipando quest’oggi a Roma alla manifestazione nazionale promossa dall’associazione nazionale dei Comuni Italiani. Complessivamente sono oltre 600 i sindaci che hanno preso parte alla manifestazione pubblica di Anci. Un evento organizzato per sollevare l’attenzione della politica nazionale sul tema delle tutele da riconoscere al ruolo dei Sindaci, temi sui quali i primi Cittadini si stanno confrontando in queste ore per elaborare una serie di proposte correttive, da far pervenire a Governo e Parlamento, che consentano loro di continuare a lavorare per le comunità in un clima di maggiore serenità. “Basta pacche sulle spalle che suonano come schiaffi – ha aggiunto Falcomatà intervenendo di fronte alla platea dei colleghi alla riunione del Consiglio Nazionale di Anci – dobbiamo reagire con forza, ne va della dignità delle istituzioni che rappresentiamo. Di fronte a questi schiaffi dobbiamo avere il coraggio di non porgere più l’altra guancia, ma di reagire chiedendo tutele per chi si carica della responsabilità, e dell’orgoglio, di rappresentare la propria comunità, lavorando quotidianamente in trincea, con rischi di ogni genere”.

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