Il Green Pass non è obbligatorio per chi deve controllare che gli altri abbiano il Green Pass

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Green Pass obbligatorio per chi si siede nei bar, ristoranti e pizzerie al chiuso, ma non per chi deve controllarli

Da venerdì prossimo, 6 Agosto, il Green Pass sarà obbligatorio per chi vuole sedersi a mangiare o bere nei locali della ristorazione al chiuso. Una norma, prevista dal decreto del governo, che si presta a numerose interpretazioni giuridiche alla luce di palesi anomalie che si possono estendere anche a palestre, piscine al chiuso, musei, concerti e tutte le altre attività in cui viene richiesto il certificato verde. Ma andiamo per ordine, facendo chiarezza rispetto alla disinformazione degli ultimi giorni.

Innanzitutto va chiarito che non serve alcun Green Pass per tutti gli avventori che regolarmente si siedono e consumano nei tavoli dei locali all’aperto, nei gazebo, nei dehors, sui marciapiedi, per strada, che sono tantissimi in tutte le città d’Italia. Non serve alcun green pass neanche per chi entra nei locali a consumare al bancone, penso soprattutto ai bar ma anche ai pub dove spesso e volentieri, o quasi sempre per caffè, cornetti e altro, si entra e si consuma una colazione, una merenda o un pasto al volo senza sedersi ai tavoli. Non serve alcun green pass, ovviamente, per chi entra negli esercizi pubblici per pagare il conto dopo aver consumato all’aperto, per la toilette o per acquistare qualsiasi prodotto da asporto, dalla pizza al gelato fino alla bottiglietta d’acqua.

Non serve alcun Green Pass, ovviamente, ai bambini fino a 12 anni e a tutti i soggetti esentati dalla vaccinazione con un certificato del loro medico di famiglia.

Veniamo quindi ai casi in cui il Green Pass sarà davvero necessario: si tratta dei tavoli al chiuso. In questo caso, il decreto prevede l’obbligo del Green Pass per i clienti, ma non c’è nessun obbligo di Green Pass per i titolari e i lavoratori del locale (camerieri, cuochi, cassieri, lavapiatti). E lo stesso decreto attribuisce esclusivamente ai titolari o gestori dei locali il compito di chiedere il Green Pass verificandone personalmente il requisito in ogni cliente, e vietando l’ingresso a chi ne è sprovvisto. L’eventuale violazione può essere accertata dalle forze dell’ordine che “possono elevare” (non sono obbligate a farlo, quindi hanno discrezione e sarà una loro scelta caso per caso) una multa compresa tra 400 e mille euro sia per il titolare/gestore che per il cliente seduto al tavolo senza Green Pass. Ma neanche per gli eventuali agenti controllori c’è alcun obbligo di avere il Green Pass nel momento dell’eventuale irruzione del locale per il relativo controllo.

La norma, così fatta, appare di difficilissima applicazione. A meno che non si voglia trasformare la ristorazione in un luogo del controllo della popolazione, sarà effettivamente raro che le forze di Polizia intervengano a controllare il requisito, comportando malumori nella popolazione e trasformando un momento di svago e relax in episodi di ansia e tensione, dando così un’ulteriore mazzata ad uno dei settori più colpiti dai lockdown, e allontanando gli avventori (anche quelli vaccinati) dai locali, non certo allettati dai controlli di agenti e militari per una serata tra amici. Immaginiamo un agente che entra al ristorante nel bel pezzo di una cena e chiede il Green Pass a tutti i clienti seduti nei tavoli, mentre è arrivata la pizza appena sfornata o il piatto di pasta appena condito…

L’elemento giuridico più importante, però, è che questo decreto è contraddittorio con il principio costituzionale secondo cui “la legge è uguale per tutti”. Se, infatti, il Governo ha piena legittimità di imporre il Green Pass per entrare nei locali, questo dovrebbe essere obbligatorio per tutti coloro che ci entrano, e non solo per i clienti. L’assenza di un obbligo di Green Pass per i titolari e i lavoratori delle attività, e al tempo stesso per le forze dell’ordine che hanno facoltà di controllare ed accertare eventuali violazioni, pone una fondamentale questione giuridica. Può un ristoratore negare l’accesso a un cliente senza Green Pass se lui stesso o anche uno solo dei suoi lavoratori è sprovvisto di Green Pass? E può un poliziotto o carabiniere o finanziere sprovvisto di Green Pass multare un imprenditore o un cittadino perchè sprovvisti di Green Pass?

La questione verrà con ogni probabilità sciolta soltanto dai giudici che riceveranno i ricorsi in Tribunale dopo le prime, eventuali, sanzioni a cui si potrà fare opposizione. E potranno avere numerose ragioni per emettere sentenze favorevoli sia ai controllori, che ai controllati. Di certo lo faranno dopo quella che sarà un’altra brutta, bruttissima storia della nostra democrazia. Pensavamo di aver toccato il fondo con i runner rincorsi sulle spiagge, droni ed elicotteri calati su cittadini seduti da soli in una panchina di periferia a prendere un po’ d’aria e guardare il mare. Agli agenti delle forze dell’ordine, a Questori e Prefetti che operano sui territori con pragmatismo molto lontani dalle logiche teoriche delle stanze del potere di Roma, il compito di adottare il buon senso ed evitare che stavolta si faccia ancora peggio.

PS: ricordiamo ancora una volta, a margine di tutto questo, che il Green Pass non si ottiene soltanto con la vaccinazione. Chi è guarito dal Covid può ottenere il Green Pass per 6 mesi senza vaccino, e chi non vuole vaccinarsi può comuqnue ottenerlo con un tampone negativo per la durata di 72 ore.

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