Il potere della parola

StrettoWeb

di Mimmo Praticò

IL POTERE DELLA PAROLA…..PUÒ MUTARE LA VITA.
IL POTERE DELLA PAROLA…..PUÒ TRASFORMARE LA VITA.

Quando è nato l’Uomo, Dio lo ha dotato, tra l’altro, della bocca non solo per nutrirsi, ma, anche, per poter parlare e confrontarsi con i suoi simili. Mentre per nutrirsi è cosa “buona e giusta”, per quanto riguarda la parola per la maggior parte delle persone serve per interloquire con il Prossimo, mentre tante altre la utilizzano “per mettere bocca” in qualunque argomento; per parlare a sproposito interrompendo gli altri; per immischiarsi nelle vicende altrui; per intervenire senza essere chiamato; per sminuire le qualità degli altri; per invidia; per il gusto di far male.

La parola è un Dono Divino che può far diventare demone l’essere umano.
È importante ascoltare, come è bello apprezzare il silenzio di chi vive di emozioni interiori.
È importante “pesare” le parole perché esse hanno il potere di esaltare o distruggere il Prossimo.
Le parole hanno una forza dirompente che, se dette con il sorriso, con la gentilezza,
con garbo, con sincerità, con rispetto verso gli altri, possono regalare gioia immensa,
diversamente, se dette con malanimo, possono generare dolori profondi.
Le parole “buttate lì” con superficialità, con mancanza di sensibilità, con noncuranza,
possono diventare “bombe atomiche” per il cervello dell’individuo e, ripetute nel tempo, possono condurlo a “decisioni estreme”, a disagi mentali, che come leggiamo giornalmente, aumentano sempre di più nel Mondo in cui stiamo vivendo.
Una carezza, un bacio, un grazie, un bravo, un essere orgogliosi di chi ti sta accanto, un
apprezzamento per l’attività che svolge, per la sua Storia personale, valgono più di qualunque “MEDAGLIA”.
Una volta a chi parlava a sproposito si diceva “prima di parlare conta fino a 10, che voleva significare “rifletti prima di parlare”.

Oggi, questo modo di dire e di pensare sta scomparendo sempre di più nel vivere quotidiano, anche perché, spesso, chi ti sta di fronte, non ti dà il tempo di “aprire bocca”, perché è pronto ad aggredirti per qualunque tuo comportamento considerato come “sciocchezze” che non sono consone al suo modo di vivere.

CHE TRISTEZZA! Siamo diventati tutti “scienziati”, tutti “tuttologi”!
Le parole più frequenti sono “se te lo dico io…” o “fidati che so quello che dico è quello che faccio”.
Oggi, tutti coloro che nei secoli hanno dato Lustro, Socialità, Cultura, Scienza, Legalità, Ingegnosità…..possono “fare un baffo” agli “scienziati” del nostro Tempo, che, purtroppo, si avviano, sempre di più, per presunzione e per arroganza, verso “l’autostrada dell’ignoranza”, sempre più popolata.

Non si rendono conto che con i loro discorsi “strampalati”, prima espressi e poi pensati, possono recare offesa a chi li ascolta.
Oggi, vince chi “parla” di più, chi strilla, chi riesce ad “affabulare”, con le proprie “storielle”, le persone intellettualmente pulite e oneste, che si sforzano di vivere con dignità ed umiltà.
La Modestia è una delle “patologie” da cui stare lontano. Chi soffre di questa “malattia” è visto come un poveretto, un emarginato da scansare perché ti fa perdere tempo.

Nel mondo in cui viviamo tanti sono gli “smemorati”. Non ricordano chi gli ha fatto del bene, chi ha dato il proprio contributo per farli crescere, per superare ogni tipo di ostacoli, per fargli raggiungere traguardi sociali che da soli se li sarebbero sognati.
L’avidità, la menzogna, il sarcasmo, la cattiveria, l’ipocrisia, il “pelo sullo stomaco” per raggiungere obiettivi a tutti i costi pronti a “passare sul cadavere della propria madre” fanno si che l’essere umano si senta “invincibile ed immortale”. Sarebbe bene che ognuno di noi andasse a leggere o a ripassarsi “A LIVELLA” di Totò; forse riuscirebbe a comprendere ed apprezzare la BELLEZZA DELLA VITA” e la tristezza terrena della morte.

Corrado Alvaro diceva che “VIVERE RETTAMENTE, NON È INUTILE”.
Ci guardiamo intorno e vediamo tanta gente che “sparla” senza rendersi conto, che le parole possono “UCCIDERE” come possono “SALVARE” e possono dare contributi ai rapporti fondamentali del “BUON VIVERE CIVILE”. Ciò può accadere, soprattutto, nelle famiglie dove spesso si dà per scontato che chi ti sta accanto deve capire per forza il dire ed i comportamenti dell’altro.
Davanti alle “aggressioni” verbali della Società, alcuni si “chiudono nel silenzio” che, a lungo andare, possono portare malattie di cui è difficile uscirne, se non con l’avvento
“liberatorio” della morte.

Ci domandiamo, guardando le persone per strada che agiscono in modo inconsueto o isterico, se sono matte o sono impazzite perché la Società Civile non gli ha dato ascolto oppure se la “Società Moderna” li ha messi da parte dopo aver sfruttato le loro forze, le loro capacità professionali che hanno permesso a molte persone di svolgere un lavoro, di formare una famiglia, di procreare figli, di farli crescere, di permettere di studiare, di diventare da adulti imprenditori o professionisti di successo.
Purtroppo, per alcuni la memoria, a lungo tempo diventa un “OPTIONAL”
Oggi il Mondo ti utilizza come le lame da barba Gillette: “USA E GETTA”.

Oggi è difficile essere persone “libere”, se non rispondi a determinati “requisiti”, a certe logiche di “Squadra” (imposte?), al rispetto “politico” dell’appartenenza, la Società ti ripudia, ti schernisce e fa di tutto, con parole e fatti, per distruggerti.
La nostra Società, oggi, non ti dà scampo, non ti perdona le tue debolezze, la tua sensibilità, la tua buona fede.
Oggi, più che mai, è in voga il vecchio proverbio “evergreen”: “Non fare del bene se non hai la forza di accettare l’ingratitudine”(?)
Una volta esistevano la “Signora Pazienza” e la “Signora Coscienza”. Se oggi le “metti in mezzo” ci vengono in mente le parole di DON Abbondio nei “Promessi Sposi” Manzoniani: “Carneade chi era costui?”

Spesso si vive di furbizia. Tutti pensano di sapere tutto e pretendono, questi Soloni, di essere ascoltati e seguiti nel loro operato. Per questi tizi le Università potrebbero non esistere, perché i “Social” diventano per loro la “Laurea della Vita” e, quindi, si sentono i “Professori del Mondo”. Ci riempiono di “chiacchiere”, offendendo il dono della parola e spesso: “Tirano la pietra e nascondono la mano”.
Viviamo in un Mondo di Narcisisti che si specchiano nei loro cellulari, nelle loro “chat”, che cadono o si rialzano sotto i colpi dei giudizi degli altri, dei “like” dei “cuoricini”.

Questi “bulimici dell’attenzione” hanno trovato il loro “habitat” ideale sui Social network.
Per loro la parola è un “optional “da usare come e quando gli fa comodo, senza pensarci più di tanto.
La parola si può donare spontaneamente e liberamente. Essa può essere preziosa se ben usata con cura, essa conforta, consola, motiva,rialza; ma, usata malamente, può diventare tagliente, affilata, distruggente, mortificante, può ferire ed abbattere.
È importante, quindi, “pesare le parole”, il tono della voce, i termini che si usano.

Le parole possono far rinascere o morire, possono essere carezze o pietre, fiori o lame, acqua per chi ha sete, sabbia negli occhi di chi non vuol vedere.
La parola, quindi, è un “mezzo di comunicazione” che si deve utilizzare con equilibrio per rispetto a se stessi, per rispetto a chi ci ascolta, verso i quali può suscitare amore o odio, amicizie o inimicizie eterne, dolori o gioie.
“Misurare le parole”, in qualunque occasione, può rendere orgogliosi di se stessi ed apprezzamento, ammirazione, empatia e rispetto da parte degli altri.
Ricordiamoci, sempre, che la parola può essere un’ottima “compagna di viaggio” terreno o una forma di solitudine che condannerebbe le persone ad una probabile depressione.
STIAMO ATTENTI QUANDO PARLIAMO!

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