Dall’economia alla pandemia: percorsi obbligati e scivolosi per il Paese
La riprova che, malgrado tutto, l’Europa sia in salute e goda di fiducia è data dalla rapidità con cui la Commissione europea ha raccolto, da metà giugno, denaro fresco sui mercati: 45 miliardi di euro, emettendo un prestito obbligazionario ventennale, sottoscritto rapidamente dagli investitori. Questa somma sarà utilizzata per conferire ai Paesi che hanno ottenuto l’approvazione da parte della Commissione dei piani nazionali, come il PNRR italiano, la quota loro spettante, pari al 13% quote assegnate. Il Presidente Draghi, dopo aver esaltato l’orgoglio nazionale, per un primo risultato raggiunto, ha sostenuto che questa tappa è uno stimolo a spendere bene i soldi che arriveranno, e ad approvare in tempi rapidi le riforme concordate. In tali parole c’è l’evidenza di paletti che vanno tenuti da conto: la bontà dei progetti e l’attuazione delle riforme. D’altra parte, il tragitto del Next Generation EU, che comprende in totale 750 miliardi di euro, per progetti che dovranno concludersi entro il 2026, sarà sotto controllo della Commissione, che verificherà ogni anno se i singoli Stati stiano rispettando gli impegni assunti.
Oggi il Paese appare trovarsi in una situazione favorevole, considerando i dati ufficiali, contenuti nell’ultimo bollettino economico della Banca d’Italia. La stima del PIL per il 2021 sale al 5,1%, dal 4,9-5% di giugno. Nei due anni successivi, la crescita si assesterebbe sul 4,4 % nel 2022 e del 2,3% nel 2023. Miglioramenti, altresì, ci sarebbero nella crescita degli investimenti, pubblici e privati, e della produzione industriale, nell’incremento dell’export, nella evoluzione dei consumi, con riflessi positivi sul debito accumulato. Il bollettino ammonisce, però, che le proiezioni di sviluppo dipendono dalla ipotesi che si consolidi il miglioramento sanitario nazionale globale, che prosegua il deciso sostegno della politica di bilancio e che si mantengano favorevoli le condizioni monetarie e finanziarie.
Come variabile di incertezza mi soffermo sull’ evoluzione della pandemia. Superato l’entusiasmo per la vittoria della nostra squadra di calcio, ai campionati europei, si comincia a registrare un peggioramento della situazione sanitaria. Come era facile prevedere, gli assembramenti, a causa dei festeggiamenti, che era impossibile controllare, hanno favorito la ripresa della circolazione del virus, facendo impennare la curva dei contagiati. Il virus, è ormai acclarato, si sta diffondendo, toccando soggetti di tutte le età, prevalentemente non vaccinati. Oggi gli italiani, stanchi delle sofferenze causate dalle restrizioni, vorrebbero trascorrere una serena estate, in un contesto in cui bar, ristoranti, discoteche ed altre location di divertimento, possano ritornare a condizioni normali; vorrebbero che a settembre si riaprissero le scuole con l’insegnamento in presenza; vorrebbero che l’economia accelerasse la sua corsa, creando nuove opportunità di lavoro. Vorrebbero, in poche parole, che si tornasse a vivere in una nuova normalità.
Ciò non è impossibile. Per ottenerlo, però, occorre un atteggiamento generale responsabile e un movimento di opinione pubblica che sostenga decisioni del Governo sulla green card e, auspicabilmente, sulla vaccinazione obbligatoria. Questo percorso, in certa misura, è stato seguito da altri Paesi, con risposte positive. Da noi, anche forze politiche insospettabili, che seguivo, confesso, con simpatia per la coerenza e l’impegno al servizio del Paese, sono fieramente schierate contro un tale, necessario orientamento, ad onta anche di ciò che sostiene la scienza, e coniando espressioni fuorvianti e pericolose come ‘dittatura sanitaria’. Cari signori, i giochi di bottega vanno superati dal momento che sono a rischio la tenuta sociale e il tessuto economico, nonché un sacro concetto di giustizia per cui non è giusto che a subire le conseguenze di questo atteggiamento ostativo sia chi si è sottoposto a vaccinazione, con senso di responsabilità verso se stesso e gli altri.
Qualcuno, di modesta lettura e di poca memoria, si appella, rafforzando le posizioni dei ‘no vax’, (ma i cretini sono ormai cronici in un sistema in cui tutto sembra essere ammesso) al rispetto delle libertà individuali, come previsto dalla Carta Costituzionale. Gli suggerisco di leggere l’articolo di Corrado Augias su ‘La Repubblica’ del 16 luglio us, pag. 26. Egli, con riferimento alla Costituzione, presuntivamente ferita dalla green card, richiama l’art. 32 della Costituzione che recita “La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività, e garantisce cure gratuite agli indigenti. Nessuno può essere obbligato a un determinato trattamento sanitario se non per disposizione di legge. La legge non può in nessun caso violare i limiti imposti dal rispetto della persona umana”. La persona umana, però, viene rispettata se la si tutela realmente, e non a parole, oppure, ed è più grave, la si violenta per qualche voto in più (almeno, così, lorsignori credono!). Al momento giusto la gente, sicuramente maturata nella sofferenza di questi anni, avrà ben chiaro che “la libertà dei singoli è ‘sacra ed inviolabile’ ma in un contesto che comprenda la libertà di tutti, quindi con inevitabili limitazioni” ( sempre Augias), e si regolerà di conseguenza davanti all’urna. A corredo di quanto detto, molto significativa è la citazione che Augias fa, riprendendo un pensiero di Stuart Mill: “la libertà di movimento del mio pugno è limitata dalla posizione del naso del mio vicino”.
Non è piacevole pensare che viviamo in una società opulenta e scivolosa, destinata, forse a disgregarsi per colpa di incoscienti ed intemerati professatori della ‘decrescita felice’, non solo economica ma anche sociale e civile. Possiamo, in una mediazione costante, nella tutela della stabilità istituzionale, rispettando le regole di un sistema democratico, ‘abbassare la cilindrata dei sogni’ (M. Gramellini) ma non oltre quel limite che finirebbe per compromettere il futuro dei nostri giovani.
Riflettete gente, riflettete!