Vincenzo Nibali si concentra sulle Olimpiadi di Tokyo 2021: sarà un’Italia a più punte, ad oggi senza un capitano designato. Lo ‘Squalo’ è pronto a svolgere al meglio il ruolo che gli verrà assegnato
“Gareggiare a livelli altissimi mi ha aiutato: due settimane di buone sensazioni. Al Tour non c’è mai una tappa banale: se vuoi ben figurare, devi sudare. Era quello che volevo: sono andato via dalla Francia con una condizione cresciuta rispetto alla partenza da Brest“. Vincenzo Nibali lascia il Tour de France dopo il secondo giorno di riposo per prepararsi alle Olimpiadi di Tokyo 2021. Il ciclista della Trek-Segafredo ha trovato senza dubbio una condizione migliore rispetto a quella del Giro d’Italia e spera di poter lottare in Giappone per quella medaglia che a Rio 2016 sfumò per una sfortunata caduta.
Non è arrivata alcuna vittoria di tappa alla Grande Boucle, ma lo ‘Squalo’ spiega a ‘La Gazzetta dello Sport’ di non aver nessun rimpianto: “era giusto provarci come ho fatto ad Andorra, in una giornata calda e con oltre 4000 metri di dislivello. Non ho rimpianti, è stato un ottimo test in vista delle Olimpiadi. Le gambe hanno risposto, la testa anche. Sono stato al centro della corsa per 150 chilometri e ho attaccato nel momento clou. Fatica tanta, ma fatica di quella utile. Ho avuto un infortunio importante ad aprile: ha scombussolato i piani. Avevo bisogno di una gara come il Tour, mentre i miei compagni hanno fatto un ottimo lavoro in ritiro. Mi sono arrivate informazioni in questo senso. Andremo a Tokyo fiduciosi, possiamo dire la nostra“.
Il ruolo nella squadra olimpica è ancora da definire, ma Nibali è a disposizione del CT: “l’importante è che ci sia un gruppo compatto e su questo non ho dubbi. Ognuno darà quello che serve. Caruso è reduce da un Giro strepitoso, Moscon è una certezza, Ciccone è stato sfortunato nell’ultimo periodo, ma ha grandi qualità. Così come Bettiol. Vedo un’Italia a più punte, completa. Ci confronteremo con avversari importanti, al Tour ho visto un livello altissimo. Del ruolo ne parleremo insieme alla squadra e al CT Cassani. Sarà fondamentale qualunque compito in una gara così, basta saperlo con chiarezza. A Pechino 2008, la mia prima Olimpiade, ho tirato come un matto fin dall’inizio. Era il ruolo che avevo, svolto senza risparmiarmi. Poi sono entrati in azione gli altri. Accadrà così anche a Tokyo, ecco perché è importante avere una Nazionale unita. Può fare la differenza. L’Italia? Beh, non mi piacciono i proclami, ma seguiteci e tifate per noi…“.