Calabria, Oliverio a Letta: “il metodo della candidatura di Bruni che ha generato una profonda sofferenza nel nostro campo e che costituisce un fattore di oggettiva divaricazione, divisione, allontanamento e lacerazione”
Divampano polemiche nel Partito Democratico sulla scelta di puntare su Amalia Bruni, quale candidata della coalizione del Centro/Sinistra e del M5S. Nel giorno della visita in Calabria di Enrico Letta, irrompe nella discussione, Mario Oliverio, in rottura con i Dem. Dal proprio profilo facebook, l’ex presidente della Regione, scrive: “ascoltando Enrico Letta nel corso della conferenza stampa di questa mattina a Lamezia Terme sorge spontanea la domanda se il segretario nazionale del Pd fosse correttamente informato sulla situazione calabrese ed in particolare sul percorso seguito per la scelta dei candidati (numerosi) sottoposti a casting per la proposta a Presidente della Regione. Conoscendo la correttezza di Letta devo desumere che non sia così. Alla domanda sul perché in Calabria, a differenza di Roma, Torino, Bologna, non sia stato consentito lo svolgimento delle primarie per la scelta del candidato Presidente, Letta ha infatti risposto che “le primarie potessero essere uno strumento anche qui in Calabria” ma “qui i gruppi dirigenti locali hanno deciso che fosse più giusto e utile un percorso di ascolto…” Caro Enrico devi sapere che in Calabria non sono state consentite le primarie e non vi è stato nessun percorso di ascolto. Ciò nonostante le nostre reiterate richieste, purtroppo, incomprensibilmente rimaste inascoltate. La verità che qui, a differenza di Roma, Bologna, Torino ed il resto del Paese, è stata cancellata ogni forma di partecipazione democratica e le candidature sono state calate di imperio sulla testa della comunità dei democratici calabresi e delle forze del centrosinistra. Un metodo che non solo contraddice la volontà politica da te anche oggi riproposta sul valore delle primarie ma costituisce un grave elemento di rottura con il popolo del centrosinistra e con le istanze di partecipazione e di autogoverno a cui hanno diritto anche i calabresi. Un metodo che ha generato una profonda sofferenza nel nostro campo e che costituisce un fattore di oggettiva divaricazione, divisione, allontanamento e lacerazione. Un contesto grave con precise e ben individuate responsabilità politiche a cui, come ben si può comprendere, non è sufficiente il semplice richiamo “al pericolo delle destre” come dimostrato anche nelle ultime elezioni regionali calabresi. Proprio questa linea, figlia dell’assenza di un progetto politico sostenuto da una larga partecipazione e da una vera coalizione, costituisce anzi il viatico per riconsegnare la Regione al centrodestra di Salvini-Occhiuto-Spirlì. Sarebbe stato auspicabile che la presenza in Calabria di Letta venisse utilizzata per ascoltare tutti a partire dai Sindaci e dagli amministratori locali, dai circoli e dalle diverse espressioni partecipate di cui è ricco il territorio calabrese, al fine di operare le necessarie correzioni e per riconnettere il Pd con il suo popolo e la società calabrese“, conclude.