Reggio Calabria, pluripregiudicato di 60 anni con tumore alla gola beccato dalla Polizia mentre tentava di rubare 400kg di rame dal nuovo Palazzo di Giustizia: fermato dopo inseguimento notturno sulle Bretelle [FOTO]

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StrettoWeb

Reggio Calabria, la scorsa notte gli agenti della Polizia sono intervenuti nei pressi del Palazzo di Giustizia su segnalazione di una collega residente in zona e hanno beccato un pluripregiudicato 60enne nel tentativo di rubare 400kg di rame

La scorsa notte una poliziotta di Reggio Calabria, residente nei pressi del nuovo Palazzo di Giustizia, si è accorta dal balcone della propria abitazione che almeno una persona incappucciata dal cappuccio della felpa che indossava, stava trasportando qualcosa dal nuovo Tribunale cittadino verso un’auto bianca parcheggiata nei dintorni, e ha avvertito immediatamente i colleghi della Questura. Due volanti sono giunte sul posto e hanno azionato i fari luminosi e le sirene, quando improvvisamente quell’automobile bianca ha iniziato a fuggire a velocità sostenuta. Dopo un inseguimento sulle bretelle del Calopinace, la macchina si ferma all’ennesimo alt intimato dagli agenti delle volanti che a quel punto trovano alla guida un 60enne reggino già noto, perchè pluripregiudicato. L’uomo si è giustificato per la fuga dicendo di essere scappato per paura, in quanto la macchina era senza assicurazione, ma poi ha preferito fermarsi. Gli agenti hanno subito notato i sedili posteriori del mezzo completamente abbassati, ma a bordo non c’era nulla. Hanno sottoposto l’uomo a perquisizione personale, e gli hanno trovato nelle tasche posteriori del pantaloncino tre pezzi di rame attorcigliati a cerchio. Accompagnato il 60enne in Questura, gli agenti sono tornati al Palazzo di Giustizia con la polizia scientifica e hanno trovato, seguendo le indicazioni della collega ivi residente, 12 grandi fasci di rame arrotolati a cerchio per un peso complessivo di 400 chilogrammi. Sette erano vicino alla strada dov’era parcheggiata la macchina, altri 5 fuori dal Palazzo di Giustizia dove hanno trovato la recinzione tagliata. La polizia scientifica ha accertato che il rame trovato in tasca al 60enne era lo stesso di quello presente sul posto.

Stamattina s’è tenuto il giudizio direttissimo, in cui il pm ha chiesto la convalida dell’arresto e la misura degli arresti domiciliari. Gli avvocati difensori Mariateresa e Demetrio Pratticò hanno però spiegato la particolarità della situazione, chiarendo che il 60enne è un paziente oncologico, ha un tumore alla gola e ha raccontato che di notte esce di casa per fare questo tipo di lavoro, cioè gira per trovare qualcosa da rivendere e aggiustare tra i cumuli di spazzatura o fuori dai negozi di elettronica, recuperando pezzi di condizionatori e frigorifero per potersi pagare le spese delle cure e delle continue visite specialistiche. Gli avvocati difensori hanno quindi chiesto che se c’erano esigenze cautelari da salvaguardare, vista la situazione di salute dell’imputato, si potevano tutelare non con i domiciliari che avrebbero grandemente penalizzato la persona, ma con un l’obbligo di dimora notturno. Il giudice, dopo una lunghissima riflessione (5 ore di camera di consiglio), ha accolto le richieste dell’avvocato e applicato la richiesta meno afflittiva dell’obbligo di dimora dalle ore 20:00 alle ore 08:00.

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