La riflessione del Professore Ercole Pietro Pellicanò sull’euforia della ripresa economica, delle riaperture e della vittoria dell’Italia all’Europeo che cozzano con la variante Delta e non solo
Un significato particolare viene attribuito alla splendida vittoria della Nazionale Italiana contro quella inglese, alla finale del campionato europeo di calcio, dell’11 luglio us. Un entusiasmo generale, quasi liberatorio, che ha coinvolto il Paese, segnando, con la parola “rinascimento”, la fine, almeno così appare, del triste periodo causato dalla pandemia.
Gli effetti si sono riverberati sull’immagine del Paese al punto che nella riunione dell’Euro gruppo, del giorno dopo la partita, il Ministro dell’Economia, Daniele Franco, al momento di prendere la parola, è stato preceduto da una standing ovation, da curva di stadio, ed un applauso lungo più di un minuto. Il quotidiano ‘la Repubblica’, ha titolato: “Un minuto di applauso interrompe l’Euro gruppo. E il calcio ci rilancia in UE”.
Episodio inusuale che premia il nostro successo, ma, al tempo stesso è comprensibile reazione alla Brexit ed all’arroganza con cui il suo presidente Boris Johnson ha trattato l’uscita del Paese dalla Europa.
Il valore sportivo dell’evento era scontato; quello collettivo e sociale, anche sotto il firmamento internazionale, un po’ meno nei contenuti; in effetti, si vanno a toccare realtà che, per la serietà dei fatti e delle conseguenze, debbono essere registrati con prudenza ed attenzione.
Sul piano economico, il mese di luglio è iniziato con segnali incoraggianti, proiettati dall’Assemblea ABI, del 6 luglio us. Nell’occasione, il Governatore Visco ha sostenuto che la ripresa economica si sta consolidando, in virtù anche del buon andamento della campagna di vaccinazione; nella media dell’anno si potrebbero toccare valori di crescita del PIL del 5%, consentendo un recupero di oltre metà della caduta del prodotto, registrata nel 2020.
Dette considerazioni sono stata richiamate dal Ministro Daniele Franco, che ha auspicato, con la crescita dell’attività industriale, una ripresa dei consumi, una spinta importante degli investimenti, soprattutto privati, aiutati da una maggiore fiducia del sistema verso le prospettive.
Gli ha fatto eco il Presidente dell’ABI, Antonio Patuelli, avvolgendo il tutto in un quadro in cui “le banche sono in prima fila per costruire, dopo la fine della pandemia, una nuova fase economica, sociale e civile, per un nuovo, possibile miracolo economico”.
Qualche giorno prima il Presidente Mario Draghi, presso l’Accademia dei Lincei, per il Premio Internazionale ‘Antonio Feltrinelli’, a lui assegnato, affermava che le previsioni della Commissione Europea confermano quelle della Banca d’Italia. Spingendosi oltre, ha sostenuto che le stime verranno riviste al rialzo, in maniera significativa, in considerazione, anche, si crede, del fatto che la vittoria possa trascinare la crescita del PIL tra lo 0,6% e lo 0,7%
Questo incoraggiante quadro macroeconomico , che dovrebbe consentire agli italiani di trascorrere un sereno e fiducioso periodo estivo, mal si concilia con le costanti fibrillazioni politiche, in contrasto con la coesione esemplare della squadra nazionale di calcio, e con la pandemia che sembra rialzare la testa, a causa della variante Delta.
Circa tale aspetto, le immagini delle citta italiane, ubriache di gioia per la vittoria sportiva e con assembramenti senza protezioni né rispetto delle regole, inducono gli esperti ad ipotizzare una ripresa della crisi sanitaria. A questo punto, da cittadino stanco della ricorrente situazione, mi chiedo perché i numerosi esperti, coinvolti in un impegno costante presso tutti i mezzi di comunicazione, non abbiamo avuto la capacità di anticipare il problema. Non era difficile prevedere, con gli eventi sportivi che si sarebbero accavallati durante il mese di luglio ed altre occasioni di ineluttabili incontri estivi (movide, discoteche, spettacoli, raduni ecc) che sarebbe stato impossibile trattenere i giovani, e non solo loro, con la passione che li anima e la voglia di vivere.
Nel CorSera di lunedì 12 luglio un luminare come Fabio Midulla afferma, in una lunga intervista, che occorre accelerare con le immunizzazioni tra 17 e 25 anni, fra i ragazzi in odore di vacanza e divertimento. Alla buon’ora! Se qualcuno ha pazienza di rileggere, sul tema, alcuni miei Podcast a partire da febbraio scorso, vedrà che, con estrema modestia, da non esperto ma da professionista che ha sempre cercato di anticipare i problemi, auspicavo proprio questo.
Rilevo con preoccupazione che si vedrà fra 15 gironi se le manifestazioni sportive collegate al calcio e al tennis, con la raccolta di persone entusiaste, faranno impennare, ancora una volta, la curva dei contagi.
E’ il momento del coraggio, senza possibilità di fuga dalle responsabilità, da parte di tutti. Speriamo di poter tamponare la situazione attuale. Al tempo stesso, prevedendo l’apertura delle scuole, a settembre, e la ripresa del lavoro, a settembre, occorre trovare la formula per persuadere, se non obbligare, la vaccinazione, per tempo, dei professori, del personale sanitario, dei giovani. Imponiamo e controlliamo, come in Francia, di avere il Green Pass per accedere a cinema, musei, manifestazioni, ristoranti, trasporti. I cugini d’oltralpe hanno registrato un boom di vaccinazioni.
Per usare una espressione semplice ma efficace, non ci vuole la zingara per capirlo: occorre, però, la forza politica ed un responsabile atteggiamento per fare affermare un tale orientamento.
E’ fondamentale evitare che, per un comprensibile rispetto dei diritti e delle libertà, previsti dalla Carta Costituzionale (ma i Padri della Patria, alla fine della seconda guerra mondiale, non potevano, certo, prevedere la crisi pandemica e le misure eccezionali per fronteggiarla), si finisca, spingendo il piede sull’acceleratore del rischio, di sprofondare nel caos e nella crisi.