Fame, gol e sfortuna: chi è Marco Tumminello, il nuovo attaccante della Reggina tra l’idolo Vieri e la carbonara [VIDEO]

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Alla scoperta di Marco Tumminello, il nuovo attaccante della Reggina: le sue caratteristiche e la carriera dentro e fuori dal campo

Chi è Marco Tumminello? Marco Tumminello “è tanto”, già, a 22 anni. E’ un classe ’98 ma di lui si potrebbe dire già molto. Città di Trapani (è di Erice, come Montalto) da bambino, poi la Roma, dove spacca il mondo. Lì fa tutto: gioca, segna in continuazione, vince e si becca anche sei giornate di squalifica per comportamento irrispettoso verso l’arbitro. Praticamente, un portento, un talento. 180cm, un fisico statuario e imponente che in Primavera fa valere tutto, unito alla classica fame dei bomber d’area di rigore. Tumminello, in area di rigore, ci costruisce i palazzi, sale al quarto piano e fa gol. Tanti, di testa, ma è bravo anche con entrambi i piedi, con cui sfrutta potenza e precisione di tiro (non per niente il suo idolo è Vieri). Ne segna 11 in 22 partite nel 2015-2016 e soprattutto 19 in 18 presenze l’anno dopo.

Ancora, però, non abbiamo detto bene chi è Marco Tumminello. Marco Tumminello è il nuovo attaccante della Reggina. Arriva dall’Atalanta e andrà a riempire la quasi vuota batteria di attaccanti amaranto, in attesa dell’ultimo colpo grosso davanti. Ma il classe ’98 è sfortunato: tutta la fame e la voglia di spaccare le porte si è scontrata infatti, nel giro di pochi anni, con tre gravi infortuni. Il primo a Crotone, in Serie A, dove pur giocando poco riesce a mettere sempre il suo sigillo nei pochi minuti a disposizione da subentrato. L’Atalanta lo capisce, lo nota. E lo prende. Sborsa 5 milioni e lo preleva dalla Roma. Se ne intende di giovani di prospettiva, la società bergamasca, che lo manda al Pescara in Serie B e lì ritorna quello della Roma: quattro gol in cinque partite, per lui, tra Serie B e Coppa Italia. Gli adriatici hanno trovato il bomber: gli danno fiducia, è titolare, lui lo capisce e inizia a buttarla dentro con facilità. E, si sa, per un bomber d’area partire bene vuol dire sbloccarsi e non fermarsi più. A meno che non si mettano di mezzo gli infortuni. Altri due, purtroppo: prima a settembre 2019, sempre rottura del crociato come a Crotone, poi distorsione del ginocchio destro con interessamento del collaterale mediale, proprio quando era riuscito a recuperare senza perdere troppe partite per via dello stop dei campionati per Covid.

La storia recente ha detto Spal, dallo scorso gennaio, ripresosi dall’infortunio. Poche presenze, però (solo cinque), e nessun gol. Ora Reggio Calabria, per scacciare la sfortuna, riprendersi la fame e tornare a mangiare. Anche perché al Sant’Agata, a mensa, cucinano davvero bene. Chissà se gli faranno la carbonara, che lui stesso ha confessato essere il suo piatto preferito.

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