Svolta nel conteggio dei morti Covid, “per” o “con” ora sarà specificato: ecco i criteri medico legali per definire meglio i dati

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Dal giorno 27 luglio 2021 sul bollettino della Regione Veneto, graficamente, viene ammesso che esistono situazioni differenti nel conteggio dei morti: sarà specificato se si tratta di un “decesso causato da malattia Covid in paziente positivo a Sars-Cov-2” o di un “decesso per causa diversa da malattia Covid in paziente positivo a Sars-Cov-2”

A distanza di 17 mesi dall’inizio della pandemia sembra si possa iniziare ad applicare la criteriologia medico legale per provare a definire in modo più appropriato le cause di morte in pazienti positivi a Sars-Cov-2. Ad adottare questa nuova misura all’interno del proprio bollettino quotidiano Covid è la Regione Veneto che, come da prassi nazionale, inseriva tutti i decessi di pazienti positivi a Sars-Cov-2 in un’unica colonna. Dal giorno 27 luglio 2021 il medesimo bollettino, graficamente, ammette che esistono situazioni differenti. Come riportato nell’articolo pubblicato sulle pagine del Fatto Quotidiano e scritto dalla Dott.ssa Maria Luisa Iannuzzo, medico chirurgo e specialista proprio in medicina legale, si affrontano nel merito questi aspetti e viene spiegata l’importanza di questa informazione. Un’azione che richiede coraggio, ma anche senso del dovere, permette di trattare il Covid-19 esattamente come si fa per le altre patologie. Nel bollettino della Regione Veneto si faranno adesso due tipi di distinzioni:

  1. Decesso causato da malattia Covid in paziente positivo a Sars-Cov-2 (Sars-Cov-2 quale causa di per sé sufficiente a determinare l’evento): paziente in condizione di benessere, si contagia e muore a causa della sfavorevole evoluzione della malattia Covid (colonna di mezzo tra le verdi);
  2. Decesso per causa diversa da malattia Covid in paziente positivo a Sars-Cov-2 nel quale la positività non ha effetto significativo sull’evento morte (derivato da una causa esterna sopravvenuta di per sé sufficiente a determinarlo): paziente positivo a Sars-Cov-2 che, a causa di un grave politraumatismo, decede (prima colonna a destra tra le verdi che viene rinominata da “guariti” a “guariti e deceduti non Covid”).

In questo modo ogni specifico caso viene chiarito dal punto di vista eziopatogenetico. “Ci sono innumerevoli casi non indagati approfonditamente dal punto di vista medico legale – spiega Iannuzzo – . Indagarli adeguatamente non vuol dire arrivare necessariamente a conclusioni differenti rispetto ai dati che vengono quotidianamente forniti, ma è un lavoro da fare se si vuole applicare rigore scientifico visto che si parla di emergenza sanitaria. E’ il medesimo lavoro che si fa in tutti gli altri ambiti sanitari: si fa in corso di epidemia da virus influenzale, si fa per valutare la mortalità delle patologie croniche e delle neoplasie”.

Queste modifiche aprono però ad alcuni dubbi: all’interno del numero indicato quanti sono i guariti? Quanti sono i decessi in pazienti positivi a Sars-Cov-2 per causa diversa da malattia Covid? Il dato cumulativo ‘guariti + deceduti non Covid’ è una delle massime espressioni di ossimoro, quale criterio è stato utilizzato e verrà utilizzato per distinguere i decessi in pazienti positivi a Sars-Cov-2 dovuti a malattia Covid-19 rispetto ai decessi in pazienti positivi a Sars-Cov-2 non dovuti a malattia Covid-19? “La Circolare del Ministero della Salute 0015280 del 02 maggio 2020 sconsiglia l’esecuzione di autopsie o riscontri diagnostici nei casi conclamati di Covid-19, demandando la valutazione della necessità o meno di procedere all’Autorità Giudiziaria e stabilendo protocolli e linee guida che, di fatto, hanno reso impossibile l’effettuazione della suddetta attività – scrive ancora la studiosa – . Ne consegue che la diagnosi differenziale tra decesso in paziente positivo a Sars-Cov-2 da malattia Covid (per Covid quindi) e decesso in paziente positivo a Sars-Cov-2 da altra causa (con Covid quindi) deve essere fatta sugli atti, utilizzando la documentazione sanitaria in possesso e compilando la scheda Istat nel modo più corretto possibile”.

“Le linee guida dell’Oms affermano che nel caso in cui Covid-19 non è causa determinante il decesso le morti non devono essere certificate come tali. Daniel Howdon, Jason Oke e Carl Heneghan già nel mese di settembre 2020 avevano posto l’attenzione sul problema. Utilizzando i report settimanali di Public Health England (PHE) sulla mortalità in eccesso, valutando approfonditamente le schede di morte, sono arrivati a concludere che in un 30% dei casi in cui Sars-Cov-2 compariva nelle schede la morte era dovuta ad altra causa e non a malattia da Covid-19”, conclude la Dott.ssa Maria Luisa Iannuzzo. Si tratta certamente di un grande passo in avanti in termini di comunicazione, anche perché fino ad oggi non veniva fatta alcuna distinzione e affrontare il discorso era considerato un tabù. Adesso, finalmente, questi dati cominciano ad essere inseriti nelle statistiche ufficiali.

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