Gambarie: si è svolto il convegno di studi: “Santo Stefano in Aspromonte culla del Risorgimento e prospettive di sviluppo”

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Si è svolto nell’ormai magica atmosfera della pinetina di Gambarie che è divenuta di fatto il salotto culturale della montagna reggina, il convegno di studi: “Santo Stefano in Aspromonte culla del Risorgimento e prospettive di sviluppo”

Si è svolto nell’ormai magica atmosfera della pinetina di Gambarie che è divenuta di fatto il salotto culturale della montagna reggina, il convegno di studi: Santo Stefano in Aspromonte culla del Risorgimento e prospettive di sviluppo. L’importante evento è stato organizzato dall’Amministrazione comunale di Santo Stefano in Aspromonte, in collaborazione con la Deputazione di Storia Patria per la Calabria e l’Istituto Italiano per la Storia del Risorgimento.

Hanno partecipato all’incontro il dr. Francesco Malara, Sindaco di Santo Stefano, il prof. Giuseppe Caridi, Presidente della Deputazione di Storia Patria per la Calabria, il dr. Fabio Arichetta componente della Deputazione della Storia Patria per la Calabria, il prof. Antonino De Francesco, Presidente Società Italiana Storia dell’Età Moderna, il prof. Josè Gambino, docente dell’Università di Messina. Il convegno si è svolto in due fasi: la prima ha riguardato la ricostruzione storica del Risorgimento italiano, con particolare riguardo al ruolo che hanno avuto i cittadini e i martiri di Santo Stefano in quel determinato frangente storico. La seconda parte ha trattato alcuni temi, più che mai attuali, riguardanti le ipotesi di sviluppo del territorio aspromontano. Il Sindaco non si è soffermato solo ai saluti di rito, ma ha inteso precisare che Santo Stefano è stato protagonista nel contribuire all’importante processo storico che, portò all’unità d’Italia. Oggi, un’interpretazione superficiale, intende ridurre un movimento di popolo al semplice frutto di una serie di operazioni geopolitiche manovrate a tavolino da una ristretta èlite di personaggi. Mentre gli stefaniti hanno condiviso e hanno partecipato con forza  a quei moti libertari e i cittadini di Santo Stefano – ha precisato il Sindaco – sono tutt’ora orgogliosi, tra l’altro, di celebrare ogni anno, il 29 agosto, la “festa della Bandiera” proprio nella piazza, dove il tricolore sventolò per la prima volta nel Sud Italia quale segno di Unità  Nazionale, Piazza intitolata a Domenico Romeo uno dei più importanti martiri del Risorgimento italiano. I relatori hanno evidenziato che spesso si cercano pretesti per avere degli alibi, alfine di addebitare il mancato sviluppo del Sud, al processo ineluttabile che nel 1861, ben 160 anni addietro, portò all’Unità d’Italia.   Ma aldilà di sterili e strumentali polemiche, nel convegno è emersa, in tutti gli interventi, la figura dei fratelli Romeo, Domenico e Giannandrea. (Domenico troverà il martirio di sangue durante la violenta repressione borbonica del moto del 2 settembre 1847), rappresentano l’architrave del Risorgimento italiano, punto fermo nella complessa vicenda della Rivoluzione italiana. I Romeo con la loro lotta, il martirio e la confessione sofferente della loro fede, hanno consegnato il comune di Santo Stefano in Aspromonte alla grande Storia d’Italia. L’opera di Domenico e Giannandrea si colloca all’interno di un periodo complesso segnato da un lungo conflitto civile fra borbonici e rivoluzionari che ebbe un andamento sinusoidale sin dalla nascita della Repubblica partenopea per trovare la sua chiusura nello sbarco dei Mille di Garibaldi in Calabria. Dopo i moti del 1848, Giannandrea con il figlio Pietro Aristeo, riparò in Piemonte e fu nominato, nell’assise di Torino, presidente della rappresentanza meridionale al Congresso nazionale per la confederazione italiana. Dove fu tra i promotori della proposta a favore del suffragio universale maschile. Nella capitale sabauda Romeo divenne un riferimento per i tanti fuoriusciti meridionali. Fu eletto presidente della Società dell’emigrazione delle Due Sicilie di Torino, sperimentando gli spazi della rappresentanza politica in una monarchia costituzionale alla luce dello Statuto Albertino, l’unico rimasto in vigore dopo 1848. Viaggiò molto, insieme al figlio Pietro, ormai divenuto un noto ingegnere, conoscendo personalità importanti dell’epoca, tra le quali spicca Giuseppe Mazzini. Fu inviato da Cavour come plenipotenziario insieme a Francesco Stocco e Tito Saliceti, per incontrare Luciano Murat a Ginevra, al fine di valutarne la disponibilità a divenire Re in sostituzione di Ferdinando II.

La sua opera, fra le più importanti, fu l’atto con il quale guidò il gruppo calabrese e meridionale alla definitiva adesione alla Società nazionale italiana. Inoltre,la sua presenza, fu fondamentale per il successo della spedizione dei Mille. Nell’estate del 1860 l’apparato politico militare borbonico collassò dopo che si trovò isolato nel contesto calabrese. Giannandrea e Domenico con Pietro Aristeo e il cugino Stefano, rappresentano la chiave di volta della costruzione dell’identità nazionale del nostro paese, una identità che non si scaglia contro gli altri, ma che manifesta invece lo spirito più alto della civiltà italica che, coltiva diritti e libertà costituzionali. In sintesi, quello dei fratelli Romeo, fu un patriottismo che si spese per l’Unità nazionale e la Costituzione e che ancora oggi può essere un simbolo per l’Italia e per l’Umanità intera. A rafforzare l’interpretazione storica degli eventi è stata la completa uniformità di vedute tra lo storico milanese prof. De Francesco e tutti gli studiosi presenti nel convegno. Analisi condivise e consolidate anche, dall’intervento del prof. Elio D’Agostino, cittadino di Santo Stefano, che con dovizia di particolari ha chiarito, da par suo, il ruolo dei cittadini di Santo Stefano, che abbracciarono con coraggio e passione la battaglia per l’Unità d’Italia.Chiusa la prima parte del Convegno, ha preso la parola il prof. Gambino che ha predisposto un “Manifesto”, con una proposta, più che mai attuale, per affrontare le politiche di salvaguardia ambientale nel contesto aspromontano. Il “Manifesto” da inviare al Presidente del Consiglio Mario Draghi è stato sottoscritto da tutti i partecipanti all’incontro. S.O.S. Salviamo le foreste per salvare il pianeta: prevenire senza aspettare il day after: In tale prospettiva, rivolgiamo un pressante appello al Presidente del Consiglio, Mario Draghi, perché alla prossima riunione del G 20, che riguarderà le sfide fondamentali per l’umanità tra cui i cambiamenti climatici e si svolgerà sotto l’egida della presidenza italiana, si faccia promotore di una politica, in materia di tutela delle foreste dagli incendi e dagli altri fattori di degrado, che si ponga in essere non attraverso semplici dichiarazioni di intenti ma attraverso la scelta di impegni concreti, scanditi all’interno di un cronoprogramma e sostenuti da adeguati investimenti basati sulla prevenzione.

Chiediamo, altresì, al Presidente del Consiglio, Mario Draghi, l’istituzione a Gambarie dell’Osservatorio Internazionale per la tutela della biodiversità forestale nell’ambito della transizione ecologica e digitale.Tale richiesta di localizzazione in Aspromonte non è dovuta solo alla gravissima diffusione degli incendi che hanno interessato quest’area in questa estate 2021, ma è correlata soprattutto al rilevante valore culturale e ambientale del massiccio meridionale della penisola italiana. Questo valore non è riconosciuto solo in sede locale ma a scala mondiale, tant’è vero che l’UNESCO ha inserito il parco nazionale dell’Aspromonte nella rete dei “geoparchi”, “che accoglie i territori che ospitano siti geologici di particolare importanza in termini di qualità scientifica, rarità, rilevanza estetica o valore educativo”. Inoltre, l’UNESCO ha inserito la faggeta vetusta di Valle Infernale nell’ambito dei siti che costituiscono il Patrimonio dell’Umanità. Tale Osservatorio Internazionale avrà, tra l’altro, il compito di implementare la ricerca scientifica, l’educazione ambientale, i modelli di monitoraggio, i sistemi di prevenzione, il ripristino del valore storico e ambientale delle foreste.

L’espressione “internazionale” riferita a quest’Osservatorio non sarà un’espressione usata come slogan ma farà riferimento all’ambito territoriale in cui opererà, i cui raggi d’influenza riguarderanno la scala non solo locale e nazionale ma mediterranea. L’Osservatorio Internazionale, difatti, sarà localizzato nell’Aspromonte, cioè al centro del Mediterraneo, vale a dire in una posizione ecologicamente strategica e opererà con una serie di centri operativi d’eccellenza.

Quest’Osservatorio promuoverà, perciò, una serie di raccordi istituzionali e operativi con gli osservatori regionali su questo tema, già operativi in Italia, e con altri osservatori presenti in atre regioni dei paesi del Mediterraneo. L’Osservatorio internazionale sopra indicato costituirà una struttura in sinergia con la strategia nazionale per la biodiversità e con la strategia europea per la biodiversità, approvata recentemente dall’Unione Europea e valida fino al 2030.

Quest’Osservatorio, inoltre, si coniugherà con gli intendimenti della Giornata Mondiale della Biodiversità che si tiene ogni anno il 22 maggio. I benefici per l’Italia saranno notevoli, sia per l’Italia dell’internazionalizzazione, considerati i rapporti che l’Osservatorio instaurerà con altri paesi mediterranei, sia per l’Italia dell’innovazione, considerato che questo Osservatorio sarà un Osservatorio 4.0 imperniato sulle tecnologie più avanzate, sia per l’Italia dell’ecologia, considerati i vantaggi per la tutela dell’ambiente. Nell’ambito dell’Aspromonte, la scelta di localizzare a Gambarie questo Osservatorio Internazionale è particolarmente significativa, considerato che questa località è la sede del Parco Nazionale dell’Aspromonte, cioè di una struttura emanata dalla normativa messa in atto dall’Italia in materia di aree protette. Peraltro, Gambarie fa parte del Comune di S. Stefano in Aspromonte, che ha espletato il ruolo di culla del Risorgimento italiano, ma l’espressione Risorgimento, nelle sue linee generali, indica un fenomeno che significa rinascita e, perciò, non a caso l’Osservatorio Internazionale, che potrà contribuire alla rinascita ecologica per l’Italia e per il Mediterraneo, sarà collocato nel centro simbolo del Risorgimento. Confidiamo, in conclusione, nella profonda conoscenza dei problemi e delle prospettive di sviluppo dell’Italia e, in particolare, confidiamo nell’alta sensibilità dimostrata dal Presidente del Consiglio dei Ministri, Mario Draghi, nei riguardi del territorio dell’Aspromonte, per una valutazione positiva di questa proposta relativa all’Osservatorio Internazionale, che, se realizzato, potrà porre l’Italia in una posizione di leadership in un settore strategico per il futuro dell’umanità, come la tutela della biodiversità.

Gambarie, Mannoli e Santo Stefano in Aspromonte, con alla guida il Sindaco Malara, con questi incontri si pongono come centro propulsore di una cultura che nel passato non è stata abbastanza presente nella magnifica montagna reggina.

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