Ponte sullo Stretto, continua il tira e molla. Giovannini: “studio di fattibilità entro il 2022”, ma il Governo investe 500 milioni sul trasporto navale

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L’audizione del Ministro delle Infrastrutture e della mobilità sostenibili, Enrico Giovannini, sull’attraversamento stabile nello Stretto tra Messina e Reggio Calabria

La domanda vera è: il Governo vuole realizzare il Ponte sullo Stretto? Il dibattito da mesi è tornato ad essere molto acceso e una risposta chiara ancora si attende. Alle 8.30 di questa mattina, presso la Nuova Aula dei Gruppi parlamentari, le Commissioni riunite Ambiente e Trasporti hanno svolto l’audizione del Ministro delle Infrastrutture e della mobilità sostenibili, Enrico Giovannini, sull’attraversamento stabile tra Messina e Reggio Calabria“La possibilità concreta per dar seguito all’impegno del governo, espresso dalla Camera con un ordine del giorno” sarebbe quella di “procedere con la redazione di progetto di fattibilità tecnica ed economica andando ad indagare tutti gli aspetti che il gruppo di lavoro ha segnalato sul piano del progetto in quanto tale da un punto di vista ingegneristico, naturalistico, sismico per le due opzioni”, ossia l’ipotesi del ponte a una o a tre campate. A riferirlo lo stesso ministro Giovannini, che a tal proposito segnale anche la disponibilità di “un finanziamento da 50 milioni, individuato con la legge di bilancio 2021”. La prima fase del progetto di fattibilità (affidato a Italfer) potrebbe concludersi entro la primavera del 2022, “per avviare un dibattito pubblico e pervenire a una scelta condivisa in modo tale da evidenziare nella legge di bilancio 2023, come indicato dall’odg, le risorse nel caso in cui si scelga uno dei due impianti progettuali”. In ogni caso, conclude Giovannini, “sarebbe opportuna l’istituzione di un gruppo di lavoro dedicato a supportare e coordinare l’intero processo, con la partecipazione sia di esperti che rappresentanti dei ministeri coinvolti”.

“Non è vero che il Governo, assumendo la posizione del gruppo di lavoro, ritiene questa un’opera inutile. Anzi, come il gruppo di lavoro ha chiaramente detto è un’opera che ha motivazioni di carattere trasportistico, economico, sociale ed è una posizione condivisa dal Governo e dai ministri che hanno partecipato alla discussione nei mesi scorsi”, ha voluto sottolineare. Ancora una volta il ministro ha inoltre messo in evidenza il fatto che “il sistema con ponte a più campate consentirebbe di localizzare il collegamento in posizione più prossima ai centri abitati di Messina e Reggio Calabria, con conseguente minore estensione dei raccordi multimodali, un minore impatto visivo, una minore sensibilità agli effetti del vento, costi presumibilmente inferiori e maggiore distanza dalle aree naturalistiche pregiate”. Come è ormai noto però questa soluzione non convince i geologi, in quanto l’infrastruttura andrebbe a sorgere in prossimità della cosiddetta West Fault.  Scartati invece il tunnel in alveo per “le considerazioni sul rischio sismico” e “il sistema con tunnel subalveo perché occorrerebbero delle gallerie di raccordo molto lunghe” che arriverebbero ad oltre 45 km senza interruzioni per quella ferroviaria (sarebbe la terza più lunga del mondo) e di circa 21 km per quella stradale (sarebbe la seconda più lunga del mondo), soluzione che costringerebbe “gli utenti a passare lungo tempo in galleria”.

Intanto comunque “Sono previsti 510 milioni per un programma che dovrebbe essere completato nel 2025”, ha aggiunto poi Giovannini. “Da un lato – spiega – la riqualificazione del naviglio per trasbordo ferroviario con 2 nuove navi con l’ibridizzazione di tutta la flotta con tecnologia cold ironing di ultima generazione ed infrastrutture a terra; rinnovo del materiale rotabile ferroviario con 12 nuovi treni accoppiabili in configurazione multipla e inserimento di batterie su 16 locomotori che eliminerebbero la trazione diesel e velocizzerebbero fino a un’ora già dalla prossima estate il trasbordo; riqualificazione del naviglio veloce passeggeri con l’acquisto di 3 mezzi navali di nuova generazione con la Propulsione NLG/Elettrica e rinnovo delle flotte navali private; riqualificazione delle stazioni ferroviarie RFI di Messina, Reggio Calabria e Villa S. Giovanni; potenziamento e riqualificazione degli approdi e delle stazioni marittime”. Guardando ai fabbisogni di mobilità dell’area, a partire da quelli pre-Covid, “ne è risultato che i traffici dello Stretto sono rilevanti rispetto alla scala nazionale”. Nell’area transitano 11 milioni di passeggeri l’anno, 800mila veicoli pesanti l’anno e 1,8 milioni di veicoli leggeri l’anno, ha sottolineato il ministro. All’interno del dibattito il Centrodestra ha manifestato grande interesse sul tema ed ha confermato di essere a sostegno della costruzione del Ponte. Convinti dell’importanza anche Pd e Italia Viva, mentre il Movimento 5 Stelle ha espresso molti dubbi.

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