Una riflessione sul concetto di lavoro e di tempo libero. Possono coesistere?
Ci riempiamo la bocca dicendo che il lavoro è esigenza prioritaria e che quando c’è la possibilità di un impiego la diffondiamo ai nostri concittadini come una notizia straordinaria, evidenziando un senso essenziale di opportunità, di miglioramento sociale e di tranquillità economica. D’altro canto, si parla spesso di luoghi da progettare o ristrutturare per il tempo libero dei cittadini come se senza di questo non ci sia vita. Ci sembra che i due concetti e i due processi operativi siano discordanti e poco conciliabili tra di loro per cui trovare un equilibrio sociale è improbabile perché, a nostro avviso, bisogna dare la precedenza al lavoro perché lo stesso permette di usufruire del tempo libero grazie al suo frutto economico.
Quando si parla di “tempo libero” e di “lavoro” si dà l’impressione che “la mano sinistra non conosca l’operare della mano destra” e viceversa.
Siamo dell’opinione che al Sud ci sia molto più bisogno di lavoro che di tempo libero del quale hanno impellente bisogno i tantissimi cittadini disoccupati che, ogni giorno, si devono “inventare come sbarcare il lunario”. Pertanto, da una parte invochiamo e ci lamentiamo che al Sud non c’è lavoro, dall’altra parte chiudiamo le strade per offrire più tempo libero. Oppure riduciamo la velocità viaria dei mezzi di trasporto per far diminuire la possibilità di incidenti che, purtroppo possono succedere e che rientrano, ahinoi, nella casistica normale del vivere quotidiano. Abbiamo l’impressione che tali interventi siano più per convenienza economica dei tanti Comuni disastrati, anziché per incidere in modo determinante nel diminuire l’incidentistica stradale.
Ritornando all’importante argomento del lavoro, riteniamo che i cittadini necessitano di servizi di qualità, di avere risposte immediate ai loro bisogni, smettendo di avere i loro diritti “per grazia ricevuta”. E’ finito il tempo per cui si deve sempre “levarsi il cappello” verso qualcuno o stare “con due piedi in una scarpa”, altrimenti si potrebbe correre il rischio di essere additati come cittadini che contestano l’Istituzione, per cui “bisogna fare pagare l’insurrezione” provvedendo a “punire” alla prima occasione coloro i quali si sono permessi di contestare.
I cittadini è giusto che paghino le tasse e i tributi alle Amministrazioni, come è corretto che le stesse diano un servizio ottimale ai bisogni dei cittadini senza che siano vessati da disservizi pubblici che possono minare il loro normale vivere civile.
Non più pensabile che nel 2021 al Sud non arrivi l’acqua nei rubinetti, che si conviva con montagne di spazzatura, con strade impraticabili perché piene di buche, con lavori che non finiscono mai, con progetti mai conclusi perché finiscono i soldi oppure perché i progetti sono carenti alla nascita, con idee copiate da città che hanno una dimensione strutturale diversa avendo spazi più importanti e più adeguati alle necessità quotidiane, non si possono riempire le strade di “strisce blu” penalizzando i lavoratori ed i cittadini più indigenti. Forse sarebbe più corretto lasciare un lato di parcheggio gratuito per ogni strada su tutti i territori nazionali per facilitare gli spostamenti della moltitudine di persone che sono obbligate a muoversi per motivi di lavoro. E’ vero che al Sud è più difficile far rispettare le regole per cui è sacrosanto punire chi contravviene ai codici civili, anche se bisogna prendere contezza che nelle città di piccola o media dimensioni restringere i percorsi veicolari può significare un dispendio infruttuoso di tempo lavorativo.
Pertanto è indiscutibile rispettare le regole al 100% come è giusto non intralciare coloro che giornalmente “corrono” per mantenere la famiglia o dare l’opportunità di crescere alla propria attività. Quindi “i disagi” vanno equilibrati nel modo più corretto al fine di dare la possibilità ai cittadini di avere il loro tempo libero frutto di lavoro, di guadagni e di sacrifici. Ciò al fine di permettere AL LAVORO ED AL TEMPO LIBERO DI CAMMINARE “A BRACCETTO” FELICI DI VIVERE INSIEME UNA VITA SOCIALE E CULTURALE DIGNITOSA.