Nuova testimonianza di effetti collaterali del vaccino a Messina, la professoressa Amendolia Letteria ha sfiorato la morte dieci dopo la dose di Astrazeneca
Proseguono in tutta Italia i dibattiti su Green Pass e vaccini, ieri sera il Presidente della Regione Sicilia Nello Musumeci ha emanato anche un’ordinanza che proibisce l’ingresso in qualsiasi ufficio pubblico a persone sprovviste di Certificazione Verde. L’incentivo a vaccinarsi, dunque, è chiarissimo da parte delle istituzioni. La corsa al vaccino prosegue così in tutti i territori per tutte (tranne i bambini, al momento) le fasce di età, anche in quelle meno al rischio. Intanto da Messina, tramite Daniele Zuccarello, già consigliere comunale a Palazzo Zanca, continuano a pervenire testimonianze dopo quella di una docente, Alessia D’Arrigo, colpita da gravi effetti collaterali post vaccino Astrazeneca: in un video pubblicato su Facebook nelle scorse ore, un’altra insegnante, Amendolia Letteria (62 anni di San Filippo del Mela), che dopo l’inoculazione del siero ha riportato delle conseguenze e probabilmente sarà costretta a rinunciare alla cattedra e chiedere la pensione anticipata.
“E’ la storia di una miracolata e non ho vergogna a dirlo – afferma l’insegnante – . Ritengo giusto raccontare quello che mi è capitato, spinta dal coraggio della collega D’Arrigo. Il 14 marzo all’ospedale Piemonte di Messina e avevo prenotato con felicità la dose di Astrazeneca, nella consapevolezza che era doveroso fare quel gesto. Mi sentivo di dover aiutare me stessa, dei bambini e dei colleghi. Fino a quel momento non avevo patologie, se non i primi cenni della menopausa, sono un soggetto poco allergico, soffro di gastro-esofagite da reflusso, quindi nulla di così grave. Dopo l’iniezione tutto tranquillo, neppure i classici dolori al braccio, sono tornata a casa con la prenotazione per la seconda dose del 31 maggio”.
“I miei familiari cercarono di persuadermi, perché in tv si sentivano notizie allarmanti sul farmaco di AstraZeneca – prosegue la professoressa Amendolia Letteria – . Alcune persone, come il militare siciliano Stefano Paternò, sono anche defunte a causa della correlazione. Nonostante ciò ero felice, perché la sentivo come una missione. Dopo quella volta però è iniziato il mio inferno: il giorno dopo ho avuto un mal di testa normale, successivamente dal quarto giorno cominciano a manifestarsi tachicardia e innalzamento della pressione, io non avevo mai sofferto di questo, non prendevo neanche la pillola. Il medico curante mi ha detto di aspettare, ma dopo otto giorni iniziai a sentirmi strana. Sentivo i nervi girare, una lastra di ghiaccio, avevo torpore ai piedi e alle gambe, non sentivo la mia pelle. Il 29 marzo arriva il crollo definitivo, non sento più la sensibilità degli arti, braccia e gambe restano paralizzate, dalla cintola in giù non riesco più avere autonomia. Nella parte sinistra del viso invece si è verificata una paresi. Il primo aprile ero ad un passo dalla morte, i medici avvertirono i familiari di aspettarsi il peggio. Loro prepararono addirittura i vestiti del morto”.