Marcell Jacobs si lascia scivolare addosso le accuse di doping e svela: nessun messaggio diretto da Usain Bolt, il campionissimo che lo precede nell’albo d’oro dei 100
Un pazzesco oro nei 100 metri, in grado di rimanere scolpito per sempre nella leggenda. Marcell Jacobs ha iscritto il suo nome nell’albo dei record dello sport azzurro e in quello olimpico, passando da un atleta di belle speranze a campione olimpico nella disciplina regina dell’atletica. E non contento si è messo al collo una seconda medaglia d’oro: altro successo strepitoso con Patta, Desalu e Tortu nella staffetta 4×100. Due vittorie in grado di cambiargli la vita.
A tal proposito, Jacobs racconta a “La Gazzetta dello Sport” la gioia per i tanti messaggi ricevuti dopo la vittoria, fra i quali però ne manca uno importante: “certe cose mi hanno proprio fatto piacere, perché riguardano le mie passioni. Il seguito, per esempio, di cantanti rap come Sfera Ebbasta e Capo Plaza o l’invito del pugile Daniele Scardina a un match di ottobre. Speravo in Usain Bolt: nell’albo d’oro dei 100, dopo il suo nome, compare il mio. Direttamente, però, non si è fatto sentire”.
Impossibile non fare un riferimento alla questione doping. Marcell Jacobs respinge con classe le accuse dei giornali americani e britannici: “non mi toccano in alcun modo: vado avanti per la mia strada. Nicole dice che sono perfido per come mi faccio scivolare tutto via: dev’essere quell’1% di statunitense che c’è in me“.