Messina e i suoi modi di dire, perchè si dice “bucca ill’anima”? Quando il mal di pancia ha qualcosa di… spirituale! 

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Perchè a Messina la ‘bocca dello stomaco’ viene definita ‘bucca ill’anima’? L’espressione dialettale che si rifà a ad una particolare credenza spirituale

Con tutte le squisitezze culinarie che esistono nella tradizione messinese è davvero impossibile restare con un po’ di fame anzi, spesso si finisce a mangiare troppo! E quando accade, il più delle volte, lo stomaco non brontola certo per i morsi del digiuno, ma per altri tipi di dolori legati alle difficoltà digestive. Avete presente quella particolare sensazione di malessere che colpisce ciò che sommariamente identifichiamo come stomaco, non il classico mal di pancia, ma quel bruciore alla parte superiore appena sotto il diaframma? Esatto, la bocca dello stomaco, che nella città peloritana diventa “bucca ill’anima“.

L’anima divisa in 3 parti, un’antica credenza rimasta intatta nella lingua dialettale

Letteralmente l’espressione “bucca ill’anima” (in altre parti della Sicilia vùcca ‘l’arma) si può tradurre con “bocca dell’anima“. La domanda sorge spontanea: perchè dall’italiano al dialetto messinese lo stomaco si trasforma in anima? La spiegazione è da ricondurre ad antiche credenze legate all’anima, concetto sul quale si basano da sempre religioni e filosofie provenienti da ogni epoca e latitudine del mondo. Ognuno di noi ha un’anima al suo interno, ma essa dov’è localizzata precisamente? In molti sostengono nel cervello, organo che regola l’intera funzione del corpo umano, sede della ‘ragione’; i più romantici (e non solo) indicherebbero il cuore, organo fondamentale dal punto di vista anatomico, ma che viene anche identificato come culla dei ‘sentimenti’ spesso associati proprio all’anima. Ma ci sarebbe anche un terzo scrigno.

Secondo antiche credenze siciliane, l’anima, che Gaetano Basile nel ‘Dizionario sentimentale della parlata siciliana’ descrive come “l’entità spirituale che comprende tutte le facoltà del sentire e del ragionare“, sarebbe addirittura divisa in 3 parti: testa, cuore e bocca dello stomaco (plesso solare). La teoria delle tre anime è comune anche civiltà antiche dell’estremo Oriente, del Sud America, dell’Africa, passando per nativi americani, hawaiani e anche ebrei. In Sicilia tale credenza è rimasta viva essenzialmente nel linguaggio dialettale che spesso conserva espressioni vecchie centinaia e centinaia di anni. A pensarci bene comunque un fondo di verità esiste: chi resta impassibile davanti a pidoni, cassate, pasta alla norma e arancini è proprio senz’anima…

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