Azzurra Barbuto, gli spari sopra: “l’indifferenza peggiore dell’intimidazione. Sono di Reggio Calabria, non mi lascio spaventare” [INTERVISTA]

StrettoWeb

Azzurra Barbuto racconta a StrettoWeb le dinamiche dell’atto intimidatorio subito: la scoperta del foro nel vetro, le proprie sensazioni, i possibili moventi e la silenziosa indifferenza di molti

Immaginate di avvicinarvi a una delle finestre di casa vostra, un gesto comune, meccanico, che chissà quante volte avete fatto e farete ancora. Osservando attentamente, notate qualcosa di strano: nella chiara perfezione del vetro che vi separa dall’esterno è presente un’impurità, un foro. Letteralmente un buco che permette all’aria di entrare da fuori a dentro casa, violando la tranquillità delle proprie mura domestiche. È la scena che si è trovata davanti Azzurra Barbuto sabato pomeriggio, nella sua abitazione in centro a Milano. La giornalista reggina ha voluto commentare l’accaduto ai microfoni di StrettoWeb dando una lucida disamina della situazione.

Le reazioni all’accaduto: a caldo e a freddo

Partiamo dall’inizio. La domestica, intenta a fare le pulizie, nota il buco nel vetro e chiama la giornalista. A mente fredda Azzurra ricostruisce quei momenti: “in mattinata ho sentito questo colpo terribile, ho pensato fosse all’esterno, non potevo pensare avesse coinvolto il mio appartamento. Ho pensato a qualcosa di lontano. Più tardi mi sono accorta del vetro perforato, non ho pensato ad un colpo di pistola, ma che mi fosse esploso il vetro. Ho chiamato mio padre per spiegargli l’accaduto, gli ho mandato le foto e la sua risposta è stata: ‘chiama subito la polizia, è un colpo d’arma da fuoco!‘.

Il proiettile o l’eventuale biglia che, secondo la Digos, ha perforato la finestra della giornalista, non è stato trovato. Le indagini in corso si stanno occupando di verificare eventuali frammenti o tracce di polvere da sparo. “Gli investigatori hanno escluso che si possa trattare dell’esplosione del vetro o di un sasso (che avrebbe spaccato completamente il vetro) o un sassolino finito magari sotto la ruota di una macchina e schizzato contro la mia finestra, con quella traiettoria e potenza, facendo un foro perfetto“, sottolinea azzurra che poi sottolinea l’anomalia nell’accuratezza del colpo in grado di evitare la ringhiera, come sottolineato dai commenti degli agenti della Scientifica: “chi ha sparato, sapeva il fatto suo“.

Sul momento, nessuna preoccupazione, ma dopo qualcosa è cambiato. “Quel giorno non ero preoccupata, sarà che ero distratta dal trambusto degli agenti della scientifica che giravano per casa e dalle loro domande. – racconta Azzurra – Mi sono resa conto però di avere delle reazioni che prima non avevo: se sento un minimo rumore sobbalzo, anche di notte non ho un sonno pesante e mi sveglio facilmente. Ho avuto un episodio di tachicardia. Io non ho paura, vivo in centro, mi sento sicura, ma questo episodio aveva l’obiettivo di minare la sicurezza psicologica del soggetto che lo riceve. Ti condiziona inconsciamente“.

L’indifferenza del giornalismo e il titolo sessista

La notizia ha avuto poco risalto sui giornali, nonostante il fatto sia grave e ingiustificabile. Quel che è peggio riguarda proprio chi ha rilanciato la notizia, con toni che la giornalista definisce ‘volgari’ e da ‘voltastomaco’.Non mi aspettavo la quasi totale indifferenza del giornalismo verso questo episodio: abbiamo dato rilievo al commentino social sotto i post dell’infettivologo, mentre questo che è un atto non ha ricevuto una parola, nemmeno dalla politica. I silenzi fanno più rumore delle parole. – commenta con amarezza – Io ho comunque i lettori dalla mia parte, la loro stima, il loro seguito e la loro vicinanza mi hanno dato tanta forza. Il titolo di Dagospia? Sessista e volgarissimo: ‘Il forellino di Azzurra Barbuto’. Mi produce conati di vomito. E la continuazione “il colpo di scopa”, come se me lo fossi inventata. Non solo non ho ricevuto solidarietà, i colleghi mi infangano. Questo è peggio anche dello sparo“. Sia chiaro, Azzurra non pretendeva alcuna reazione di supporto, ma neanche di passare da vittima a colpevole.

Il possibile movente: il pensiero sul vaccino, le accuse e l’etichetta ‘No Vax’

Ammettendo che non si tratti di un incidente, restano da chiarire quali siano le ragioni dietro quello che si configura come un atto intimidatorio. La giornalista reggina è famosa per la sua schiettezza e la fermezza delle sue idee, che si parli di politica, società, vaccini o quant’altro. La sua risulta una voce fuori dal coro, a volte troppo fastidiosa. Azzurra Barbuto crede nella libertà di scelta sul vaccino, ma rifiuta categoricamente l’etichetta di ‘No Vax‘, pur andando incontro a pesanti critiche.

Se non si tratta di un incidente casuale, si tratta di un atto che dipende dalle mie opinioni e dalle mie posizioni a volte scomode e non politicamente corrette. Ho pensato che possa essere collegato al fatto che io sostengo fortemente la libertà di scelta sulla vaccinazione. Il che non significa essere ‘No Vax’: io mi sono sempre vaccinata e penso che il vaccino abbia giocato un ruolo importante nella lotta al virus. – spiega la cronista – Sono contraria al pensiero che vede tutti i vaccinati sicuri e non contagiosi mentre i non vaccinati siano soggetti infetti e pericolosi. Non c’è evidenza scientifica. I vaccinati aumentano la propria protezione dalle conseguenze gravi del virus. Una persona che, solo per il fatto di essersi vaccinata, pensa di poter essere immune e non contagiosa rappresenta un pericolo. Allo stesso modo, giudicare il non vaccinato un pericolo crea una discriminazione e un pregiudizio che rischia di non essere più estirpato.

Per non parlare della vaccinazione dei minori, a mio avviso un azzardo: nella maggior parte dei casi asintomatici, tasso di letalità minimo. Possono contagiare gli anziani e i nonni? Ma non li stiamo vaccinando tutti? Le mie posizioni non sono ‘No Vax’, non dico ‘il vaccino fa schifo, è un veleno’. Sarei una cretina se dicessi una cosa del genere. Credo che la vaccinazione a tappeto e senza test sierologico sia irresponsabile. Critico la criminalizzazione di chi sceglie di non vaccinarsi: è la vaccinazione contro il Covid libera e facoltativa come stabilisce l’Europa? Sì, allora perchè chi non si vaccina viene etichettato come ‘delinquente’, ‘terrorista’, ‘evasore vaccinale’. Il dibattito sul vaccino si sta polarizzando, stiamo creando una società piena di odio, divisioni sociali e discriminazione. Anche nell’informazione, c’è un coro univoco, un appiattimento del pensiero“.

Foto di Daniel Dal Zennaro / Ansa

“La Finestra di Azzurra”: una strana coincidenza?

In questa storia c’è anche spazio per una strana coincidenza. Azzurra ha un sito personale, “La Finestra di Azzurra“, sul quale pubblica i propri pensieri sulla società che la circonda. Il sito è lo specchio delle sue opinioni: sparare al vetro di casa, appunto la “Finestra di Azzurra”, può nascondere il metaforico intento di colpire le opinioni della giornalista? L’ipotesi non è sfuggita agli inquirenti: “quando ho parlato con la polizia, mi hanno chiesto dove stessi pubblicando i miei articoli oltre a ‘Libero’. Gli ho detto il nome del mio sito ‘La finestra di Azzurra’. Abbiamo fatto un possibile collegamento fra il nome del sito e lo sparo alla finestra, può essere che le cose siano collegate. Sparare contro le mie opinioni: ripeto, se non si tratta di una casualità, è un atto da ricollegare al mio lavoro e alle opinioni che esprimo. Sono stata attaccata anche da persone interne al giornalismo, hanno cercato di demolire la mia immagine e la mia credibilità. Ho ricevuto anche insulti in privato. Devo invece ringraziare Milo Infante: oggi, all’apertura del programma ‘Ore 14’, senza avvertirmi di nulla, ha fatto vedere l’immagine del foro, ha dato la notizia e ha avuto parole amare per i colleghi“.

“Sono cresciuta a Reggio Calabria: posso farmi intimidire da un colpo di pistola?”

Il foro verrà richiuso, in particolar modo ora che arriva l’inverno. Tornerà la tranquillità e Azzurra proseguirà, come sempre, spedita per la sua strada. “Ho scelto un mestiere che è regolato dall’articolo 21 della Costituzione che stabilisce libertà di parola, opinione, pensiero e che una persona non possa essere discriminata o isolata per le opinioni che manifesta. Ho il diritto e il dovere di esprimere le mie opinioni. Non mi interessa esprimere l’opinione che mi faccia entrare nel ‘club dei giusti’, io esprimo la mia opinione e non ho paura che questo possa danneggiarmi“, racconta. Per trovare la forza, si aggrapperà a se stessa e alle sue radici: “nella vita ho capito che tutti i nodi vengono al pettine, io non cambio di una virgola, questo è sicuro. Sono cresciuta a Reggio Calabria, sono calabrese, vengo da un territorio difficile. Posso farmi intimidire da un colpo di pistola? Accetto le conseguenze delle mie opinioni: rinnegare le proprie idee è come rinnegare la famiglia. Le idee sono dentro la tua testa e dentro il tuo cuore: come fai a rinnegare il tuo sangue? Io non posso. Oggi pago, domani sarà ripagata“.

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