A Cinquefrondi sono state affisse delle liste per tutto il paese, riportanti nomi e cognomi di donne intitolate “la lista delle zoccole”. Una ragazza scrive al gruppo FEM.IN. cosentine in lotta: “oltre a essere disgustoso, lo trovo violento, sessista e sicuramente manifestazione di un problema che è culturale e sistemico”
Indignazione generale a Cinquefrondi per via di alcune affissioni in giro per la cittadina dell’Area Metropolitana di Reggio Calabria riportanti nomi e cognomi di donne intitolate “la lista delle zoccole”. La denuncia è arrivata al gruppo FEM.IN. cosentine in lotta, le quali sul proprio profilo facebook, hanno reso pubblica la lettera di una ragazza:
“Buonasera, mi chiamo XXXXXX, ho XX anni e vengo da XXXXXXX, in provincia di Reggio Calabria. Volevo segnalare un fatto gravissimo che sta accadendo in queste ore a Cinquefrondi, vicino al mio paesino. So che queste notizie spesso non destano molta attenzione, ma purtroppo più piccole sono le realtà in cui viviamo, più le manifestazioni di violenza sono all’ordine del giorno, e sono anche più difficili da sradicare. A Cinquefrondi sono state affisse delle liste per tutto il paese, riportanti nomi e cognomi di donne, intitolate “la lista delle zoccole”. Oltre a essere disgustoso, lo trovo violento, sessista e sicuramente manifestazione di un problema che è culturale e sistemico. Lo segnalo a voi perché siete l’unica realtà in Calabria che cerca di sensibilizzare su queste tematiche, che scende in piazza per i diritti tutte le donne calabresi. Da ragazza che è cresciuta in questi luoghi mi sento completamente distrutta. Le ragazze della mia età sono costantemente vittime di slut shaming, per non parlare di altre micro e macro molestie e aggressioni. C’è bisogno di più educazione e, soprattutto, c’è bisogno che se ne parli. Perché su quella lista poteva finirci chiunque di noi, ma il problema di base, il sessismo, la cultura dello stupro, la violenza di genere, è sempre lo stesso. Grazie mille in anticipo se raccoglierete il mio appello e grazie per tutto il lavoro che fate, mi sarebbe piaciuto avere realtà del genere anche nella mia provincia…”
“Non possiamo che riportare questa testimonianza, aggiungendo che questo genere di fenomeno è consentito da istituzioni che danno prova tutti i giorni di essere sorde, cieche e mute rispetto alla violenza di genere in tutte le sue forme”, scrive al gruppo FEM.IN. cosentine in lotta. “Quando per esempio due anni fa si discuteva della doppia preferenza di genere in consiglio regionale, noi lo avevamo detto: queste riforme, senza interventi strutturali e investimenti adeguati, non sono altro che specchietti per le allodole con cui, da destra a sinistra, le fazioni politiche si lavano la coscienza. Inoltre vorremmo dire a chi nell’amministrazione di Cinquefrondi dichiara che questa sia genericamente “cultura dell’odio” che le cose vanno chiamate e trattate per quello che sono. Quello che è accaduto si chiama violenza di genere”, concludono.
L’indignazione dell’amministrazione comunale di Cinquefrondi
“Rimaniamo indignati da quanto sta succedendo in questi giorni nei confronti di alcune donne del nostro Paese ed esprimiamo vicinanza e solidarietà a tutte le persone e le famiglie coinvolte. Siamo in costante contatto con le Autorità competenti e, naturalmente, ci costituiremo Parte Civile qualora l’autore o gli autori verranno identificati”, scrive in maniera ufficiale l’Amministrazione Comunale di Cinquefrondi.