Le parole del fratello del giudice Borsellino risuonano nella piazza di Petilia Policastro, insieme alla testimonianza di Marisa Garofalo
“O si vota Luigi de Magistris o si vota la ‘ndrangheta, perché nelle altre liste c’è di tutto”. Usa parole perentorie Salvatore Borsellino, il fratello del giudice ucciso nella strage di via D’Amelio. Una frase, dunque che torna a circolare e già aveva qualche settimana fa aveva provocato reazioni. Soprattutto quella Centro/Destra, coalizione data secondo i sondaggi nettamente avanti rispetto agli altri avversari politici, con lo stesso Matteo Salvini che si era detto pronto a querelare chiunque accostasse il suo partito ai clan. Il fratello di Borsellino però non si limita, come in passato, al Carroccio, ma anche alle liste di centrosinistra, afferma, “ci sono ‘ndranghetisti, ci sono ex ‘ndranghetisti, c’è gente che favorisce la ‘ndrangheta. Quindi questa è l’alternativa: o Luigi de Magistris o la ‘ndrangheta. I calabresi – afferma – hanno un’opportunità unica, quella di votare un uomo in grado di salvare la regione dalla ‘ndrangheta”.
Ecco perché, spiega, quella a sostegno dell’ex pm è battaglia a cui crede e che avrebbe voluto combattere in prima persona. “Se fosse stato candidato governatore della Sicilia, io che ho la residenza a Milano da 50 anni – dice Salvatore Borsellino – avrei chiesto la residenza a Palermo e sarei andato a piedi per sostenere de Magistris”. E non si tratta di innamoramento dell’ultima ora. “Ho sostenuto Luigi già quando a Catanzaro era pubblico ministero, quando lo hanno ucciso non con le bombe, come hanno ucciso mio fratello, ma con le carte bollate”, afferma secondo quanto riportato dal La Repubblica. Parole dette pubblicamente che, seppur pronunciate da remoto, hanno attirato l’attenzione nella piazza di Petilia Policastro (Crotone). Si perché la ‘ndrangheta è sempre un tema molto sentito, anche nel piccolo centro del crotonese dove sono presenti i clan che tentarono di raggiungere Milano per ammazzare Lea Garofalo, donna pentita. Aveva deciso di dire basta a quella vita di padri, fratelli, mariti e parenti ammazzati, chiusi in carcere o latitanti, aveva deciso di dare un futuro diverso alla figlia. Per questo si era rivolta ai magistrati, aveva iniziato a raccontare gli affari illeciti dei suoi. Per questo è stata punita. La racconta così la sorella Marisa, oggi candidata a sostegno di Luigi De Magistris: “ogni volta che vado nelle scuole a raccontare la storia di Lea, me ne vado carica, perché vedo che i ragazzi amano ascoltare. Dobbiamo partire dai giovani, dai bambini e insegnare ai nostri figli che ognuno di noi deve sconfiggere la cultura mafiosa”. De Magistris incassa e rilancia citando la “rivoluzione in cabina elettorale” di cui parlava il giudice Borsellino e promette “arriveremo alla cittadella, a Germaneto, apriremo porte e finestre, faremo uscire il puzzo del compromesso morale e faremo entrare il fresco profumo di libertà”. La strada per il Sindaco di Napoli però è in salita, ci sarà bisogno di un miracolo alle urne.