Elezioni Regionali in Calabria, un voto per la libertà: il pensiero del Presidente di Gioventù Nazionale Ardore

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Il pensiero di Gianluigi Varacalli, Presidente di Gioventù Nazionale Ardore, ha espresso le sue sensazioni in vista delle prossime Elezioni Regionali in Calabria

“Aspirando alla libertà”, inizia così il pensiero di Gianluigi Varacalli, Presidente di Gioventù Nazionale Ardore. Il rappresentante del Circolo ha espresso le sue sensazioni in vista delle prossime Elezioni Regionali che attendono la Calabria. Di seguito la nota: “ebbene, siamo arrivati alle così tanto attese elezioni regionali. Nessuno si sarebbe immaginato di ricominciare a fare campagna elettorale dopo poco più di un anno, purtroppo dovuto alla prematura scomparsa della nostra presidente Santelli. Si ricomincia ad incontrare persone, ad offrire caffè, a fare promesse, con una pandemia in corso ed i casi Covid che aumentano. Molti attendevano con ansia queste elezioni altri invece cercavano di rinviarle il più possibile, ma alla fine sono arrivate. Purtroppo, della giunta Santelli si può dire ben poco, anche perché fattivamente si è potuto fare poco, sia per colpa della pandemia che delle varie vicissitudini. È ricominciato il tempo in cui sentiamo dire che bisogna cambiare rotta, ti elencano una sfilza di problemi atavici, ma poniamoci un interrogativo la Calabria e i calabresi cambieranno mai? I leader politici, stanno dimostrando costantemente che non hanno né voglia né interesse a far sviluppare la nostra amata regione, i votanti vengono considerati come un pozzo di voti da cui attingere al bisogno, dopo il tour elettorale ci etichettano come retrogradi se non addirittura come ‘ndranghetisti. In realtà al calabrese piace rimanere in questo status quo, perché lo dimostra lamentandosi ma non ribellandosi. Le parole cambiamento, rinnovamento, miglioramento le sentiamo pronunciare da anni ma poi alla fine se le porta via il vento o la campagna elettorale. I partiti politici si fanno promotori di sconvolgimenti e cambiamenti epocali ma poi troviamo candidati sempre gli stessi soggetti da anni, quelle stesse persone che hanno fatto poco o niente per la nostra terra, quelle stesse persone che si schierano prima a destra e poi a sinistra o viceversa senza una reale ideologia quindi una appartenenza politica precisa. Questi atteggiamenti non sono da colpevolizzare perché non dovrebbero essere consentiti, se vengono concessi la responsabilità è da addebitare a coloro che acconsentono. Un capitolo a parte andrebbe aperto quando qualcuno non si può candidare per vari motivi e coinvolge qualcuno vicino di cui si può fidare ciecamente, la dimostrazione che non si vuole perdere il monopolio. Partiti e coordinatori regionali preferiscono tacere per mantenere il bacino di voti che potrebbero finire ad altra coalizione e non rischiare magre figure con il leader nazionale per la bassa percentuale di voti presi. Tutti abbiamo la consapevolezza che in fondo non esiste più destra e sinistra, ma solo la famosa poltrona a cui tutti aspirano. Ad ogni tornata elettorale, noi calabresi ci facciamo abbindolare da tutte le promesse che ci fanno, speranzosi che sia la volta buona ma quella persona votata dieci anni ha voglia davvero cambiare qualcosa? Ahimè, se non iniziamo a cambiare noi stessi, il nostro modo di essere, penso che sia poco probabile che cambi mai la nostra terra. Dobbiamo dar peso alla nostra origine di Magna Graecia e ritornare alla polis, quindi cominciare ad intendere la politica nel senso di collettività, di società, di Stato e di Nazione. Avere una visione di concordia sociale, di solidarietà delle classi, delle categorie e dei cittadini, del bene comune, mettere da parte l’egoismo, l’io davanti a tutti. Bisogna ricominciare dal luogo d’incontro, il mezzo di comunicazione e di comunione col pubblico, che è la piazza. La piazza è la forza e il coraggio delle idee. In conclusione, siate liberi di esprimere la vostra idea e non fatevi influenzare, abbiate la forza di esprimere la vostra libertà”.

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