Gli imprenditori e il Paese: serve il “coraggio del futuro”

StrettoWeb

Per rispondere alla crisi pandemica occorre uno sforzo corale delle forze politiche economiche e sociali, a sostegno dalla classe imprenditoriale che va incoraggiata e sostenuta

L’industria è uno dei cardini importanti, se non il più importante, dell’economia del Paese.
Tra i tanti meriti, dobbiamo registrare la sua dimostrata capacità di resilienza, in una situazione di crisi pandemica, che consente al PIL nazionale di crescere in misura superiore alla media europea e di quello delle principali economie, creando occupazione ed alimentando speranze e stimoli. Malgrado queste evidenze positive, sopravvive nell’opinione pubblica un sentimento anti imprenditoriale, residuo di idee di sinistra radicale, che alimentano tensioni e divisioni. In tale modo, però, il fondale si annebbia, le fazioni si scontrano e l’opinione pubblica, disorientata, finisce per perdere di vista gli obbiettivi principali che sono quelli della rinascita, disperdendosi in qualunquistiche accuse e recriminazioni. Per essa, invece, occorre uno sforzo corale delle forze politiche economiche e sociali, a sostegno dalla classe imprenditoriale che va incoraggiata e sostenuta. In tale clima, si registrano segnali contradditori, se il Presidente della Confindustria Carlo Bonomi è costretto, in sedi ufficiali, come recentemente a Venezia, in occasione della presentazione di un Film di Confindustria, a lanciare un appello: ­“il gioco politico rallenta le riforme. Si facciano le scelte giuste, non scelte facili. Non lasciare soli gli imprenditori. Serve il coraggio del futuro”. Ecco, il coraggio del futuro che è alla base di ogni strategia, di ogni impegno, di ogni visione.

La classe imprenditoriale si sforza di comunicare, attraverso i propri organismi rappresentativi, convegni ed incontri di studio, la sua attitudine per il bene del Paese, che travalica cinici atteggiamenti, per la tutela della bottega e della corporazione, forse avuti in passato. In detto contesto spicca la categoria dei Cavalieri del Lavoro. Si tratta di eccellenze italiane, espressioni di tutte le categorie produttive, donne e uomini, che, come ha affermato recentemente il Presidente della Federazione Maurizio Sella, in occasione della Festa del Lavoro, credono nel lavoro come momento essenziale per contribuire al progresso sociale, civile ed economico del Paese. Le loro imprese sono frutto di passione, competenza, dedizione. Esse, anche grazie alla capacità di tradurre in pratica i valori dell’etica di impresa e della sostenibilità, hanno saputo registrare negli ultimi 3 anni (2017-2019) un incremento occupazionale annuo medio superiore al 3%, rispetto al calo registrato a livello nazionale, una crescita media del fatturato del 3,4% rispetto all’1,9% della media nazionale, investimenti con una incidenza media del 4,7% rispetto allo 0,8% della media nazionale.

Lo spirito ed i contenuti dei valori traspaiono nella rivista “Civiltà del Lavoro’’, prodotta sotto l’egida della Federazione del Cavalieri del Lavoro. Il N°3 dell’anno( giugno-luglio 2021), che può essere letto sul sito www.cavalieridellavoro.it al link https://www.cavalieridellavoro.it/riviste/n-3-2021-la-formidabile-sfida/, è dedicato allo “Obbiettivo Infrastrutture’’ (che comprende, tra gli altri, un mio articolo sul “Ponte sullo Stretto fra immobilismo e confusione’’) ed al Sud, con la forte esortazione che non c’è più tempo di attendere. Particolarmente interessante l’intervista ad Alberto Quadrio Curzio, dal titolo ‘’Una ‘Cassa del Mezzogiorno 4.0’ per una spesa efficace’’. E’ positivo che del Mezzogiorno, posto fra le priorità del PNRR, si parli in maniera realistica e costruttiva, riprendendo uno strumento chiave di governance, come la Cassa del Mezzogiorno. Essa, con l’arricchimento di contenuti del 4.0, e superando ingiustificati pudori verso una realtà che, quando è stata ben governata, soprattutto ai tempi di Gabriele Pescatore, ha prodotto eccellenti risultati, potrebbe, da nuova Agenzia autonoma, aiutare a scuotere il Sud, finalizzando bene e spendendo altrettanto bene i fondi previsti da PNRR.

A Bologna il 17 settembre pv si terrà il convegno nazionale dei Cavalieri del Lavoro sul tema “La grande transizione’’. Nell’occasione, con il contributo di autorevoli relatori e ministri, si parlerà di transizione digitale, di transizione ecologica ed energetica, di cambiamento etico e sociale, attraverso modelli che generino benessere condiviso secondo logiche di lungo periodo. Da questo proscenio i Cavalieri del Lavoro intendono lanciare un messaggio per lavorare uniti alla ripresa del Paese, e tenere, con l’evidenza del loro impegno civile, alto il prestigio e l’immagine di una classe benemerita. Essa, deve godere del ringraziamento e del plauso del Paese.

L’articolo è apparso come podcast su www.tfnews.it.

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