Anna Barbaro, la ‘Reggina d’argento’: “a Tokyo ho pianto di felicità, abbiamo dato forza a quest’Italia che vuole rialzarsi” [INTERVISTA]

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Anna Barbaro a StrettoWeb: il ritorno trionfale nella sua Pellaro con l’argento delle Paralimpiadi al collo, le emozioni di Tokyo e la voglia di fare la differenza per la sua terra

Una medaglia d’argento a Reggio Calabria e per Reggio Calabria. “Questa medaglia resta qui, perché c’è tanto da fare” afferma Anna Barbaro, durante l’evento ospitato nel piazzale antistante il Palacolor nello splendido scenario del Lungomare di Pellaro. Anna, nata e cresciuta a Pellaro, ma anche formatasi sulle strade del quartiere reggino, come ricorda l’allenatore Giuseppe Laface, è stata accolta con un grande applauso nell’evento che ha visto coinvolti un gran numero di cittadini, istituzioni sportive e il Team 14 con il quale Anna si allena. StrettoWeb ha avuto il piacere di intervistare la campionessa olimpica che ha raccontato le sue emozioni “grande emozione per la mia medaglia, ma anche per tutte le altre medaglie prese da amici e altre persone che hanno dato una forza all’Italia che vuole rinascere”. Spostandoci sul tecnico, Anna ha commentato la così la gara che l’ha vista vince l’argento: “potevo dare di più nel nuoto, speravo di finire davanti alla spagnola. Nella corsa potevo dare di più ma avevo già capito che non avrei potuto vincere l’oro e dovevo gestirmi l’argento”.

Nel corso dell’evento StrettoWeb ha avuto l’opportunità di scambiare alcune battute con Giuseppe Laface, l’allenatore di Anna Barbaro che ha raccontato: “ci siamo allenati a Pellaro e a Reggio, qui dove tutti dicono che non ci sono strutture, noi siamo andati oltre ogni barriera”, rivelandoci di aver “pianto per 48 ore” dopo la vittoria di Anna.

Per concludere, ai nostri microfoni il presidente del comitato paralimpico regionale, Antonello Scagliola, che ha sottolineato l’orgoglio dello sport paralimpico che non è “uno sport commovente“, in cui gli “atleti sudano tanto quanto gli atleti delle Olimpiadi“. Scagliola ha sottolineato anche come in Calabria ci sia una carenza di strutture all’altezza che possa poi riflettersi in un maggior numero di medaglie come accade del nuoto.

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