Il giornalista Ercole Incalza mette in evidenza il comportamento sbagliato del Ministro Giovannini che, bloccando in maniera chiara l’ipotesi del progetto a campata unica già esistente, ha condizionato l’andamento degli studi di fattibilità relativi al Ponte sullo Stretto
“Ponte, quando un Ministro decide di farsi del male”. E’ questo il titolo dell’articolo pubblicato dal giornalista Ercole Incalza sull’edizione odierna del Quotidiano del Sud. Le considerazioni prendono spunto dalle parole ovviamente pronunciate da Enrico Giovannini, Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, che ha annunciato nelle scorse settimane il finanziamento di nuovi studi di fattibilità che possano esprimersi su due ipotesi presenti sul tavolo: Ponte a campata unica (ma non il vecchio progetto, attuabile in poco tempo) e il Ponte a tre campate, seppur tenendo in considerazione che non è stata nemmeno esclusa l’opzione zero. Il giornalista definisce le affermazioni di Giovannini “un grave boomerang” perché, con la frase “il vecchio progetto non è attuabile a causa di una serie di elementi tecnici e finanziari” ha espresso un parere critico su un progetto che, invece, ha ottenuto in passato approvazioni su tutte le verifiche possibili da parte di esperti di altissimo livello professionale e scientifico.
“La cosa grave è che una simile dichiarazione generica e non difendibile è fatta da un livello istituzionale così elevato come quello di un Ministro e genera, automaticamente, delle reazioni che non credo trovino consenziente il Presidente del Consiglio Draghi”, prosegue Ercole Incalza, che poi ribatte anche su un altro punto: “ritengo davvero strano, e qui la responsabilità è di chi ha fornito al Ministro dati poco difendibili, parlare della riduzione di un’ora del tempo del trasbordo dei treni nel transito sullo Stretto; ma ripeto questa, sono sicuro, è solo una leggerezza mediatica”.
Successivamente l’attenzione del giornalista si sposta sul Ministro per il Sud e la Coesione Territoriale Mara Carfagna e sul governatore Nello Musumeci, a cui rivolge due appelli separati: “al Ministro chiedo se sia possibile che un suo collega di Governo possa decidere sulla validità di un progetto condizionando in partenza il lavoro e l’approccio metodologico di uno studio di fattibilità ancora non partito”. E ancora: “chiedo se sia possibile, per un’opera così essenziale quale il collegamento stabile tra Sicilia e l’Europa, continuare ad usare una logica inconcepibile quale quella del ‘non fare’, quella del rinvio sistematico per esaltare al massimo non la crescita ma la decrescita dell’intero Mezzogiorno”. Al presidente Musumeci, invece, il giornalista chiede “se sia possibile che un membro del Governo assuma simili decisioni senza tener conto che nel nostro ordinamento costituzionale esistono anche le Regioni ed in particolare anche le Regioni a statuto speciale, tra cui la Sicilia; ritengo cioè davvero umiliante per il Presidente Musumeci assistere ad un simile comportamento”.
Rivolgendosi al governatore della Regione Siciliana, il giornalista fornisce un consiglio: “nella Conferenza Stato-Regioni, in alcuni particolari momenti decisionali come ad esempio l’esame e l’approvazione del Documento di Economia e Finanza, Lei può denunciare la non condivisione del Documento e bloccarne l’approvazione e, allo stesso tempo, può in quella occasione denunciare il comportamento scorretto di un Ministro della Repubblica che danneggia in modo irreversibile la crescita di una Regione di cui ancora per un anno Lei ricopre il ruolo di Presidente; un danno che l’assenza del ponte genera un costo altissimo, un costo annuale di oltre 6 miliardi di euro sul Pil della Regione”. Ercole Incalza conclude dicendo: “il Ministro Giovannini, mi spiace, ma si è davvero fatto del male perché il suo approccio non è in linea con quello del Presidente del Consiglio Mario Draghi non credo che questa discutibile discrasia possa ancora durare a lungo”.