Scarcerato dopo 7 anni il figlio di Gheddafi: lo scandalo contro la Reggina e il passato da calciatore in Serie A

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Scarcerato dopo 7 anni di prigionia Saadi Gheddafi, figlio di Muammar Gheddafi: visto in Italia come calciatore, incontrò anche la Reggina nella sua breve parentesi in Serie A

Scarcerato dopo 7 anni di prigionia Saadi Gheddafi, figlio dell’ex leader libico Muammar Gheddafi. Il terzogenito dell’ex capo di stato era detenuto in una prigione di Tripoli, è stato rilasciato in esecuzione di un ordinanza del tribunale. La conferma è arrivata dal ministero della Giustizia. Era detenuto dal 2014 per crimini commessi contro i manifestanti nel 2011 e per l’uccisione nel 2005 dell’allenatore Bashir al-Rayani, accusa dalla quale venne assolto in appello nel 2018. Durante la dittatura del padre, il giovane Saadi visse una vita agiata, da ‘Playboy’, togliendosi anche lo sfizio di avere una breve carriera come calciatore. Nel 2002 acquistò 6.4 milioni di azioni della Juventus (circa il 5.31% del suo capitale) con la Lafico (Libyan Arab Foreign Investment Company). Nel 2003 esordì in Serie A come calciatore del Perugia di Luciano Gaucci, venendo celebrato con una festa sfarzosa presso il castello del 1200 di proprietà della famiglia Gaucci, Torre Alfina.

Nella sua avventura italiana ebbe un ruolo anche la Reggina: dopo la sfida fra il Perugia e il club calabrese del 5 ottobre 2003, nella quale non venne schierato, Saadi Gheddafi venne trovato positivo al doping durante un controllo. In stagione giocò una sola partita. L’anno successivo retrocesse in Serie B con il Perugia senza mai scendere in campo. Successivamente passò all’Udinese e alla Sampdoria. Un anno dopo l’incarcerazione a Tripoli nel 2014, venne diffuso un video nel quale Saadi veniva torturato dalle milizie islamiche. Il 19 dicembre 2017 la famiglia riferì di aver perso ogni contatto con lui, era detenuto in isolamento senza la possibilità di vedere neanche il suo avvocato.

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