La consapevolezza e il senso di responsabilità devono prevalere prima e non dopo aver contratto il virus
Speravo, al giro di boa agostano, con la relativa distensione e distrazione estiva, che con il buon senso, unito al prevalere di comportamenti responsabili, si potesse affrontare, attraverso una presa di coscienza generale, il grave problema della pandemia, colpita ma non vinta.
Così, oggi, appare non essere. Probabilmente, anche a causa dei colpi di sole di questa estate rovente, è più che mai viva la reazione dei no vax, spinta da una fede incrollabile, seconda solo alla ignoranza, alla stupidità ed alla ottusa arroganza.
Ormai è acclarato, qualora ce ne fosse bisogno, che il 90% e più dei nuovi ricoverati per colpa del virus, sono i non vaccinati. Costoro, posti di fronte al rischio dell’ultimo viaggio, abiurano, però, al loro credo e chiedono scusa per il danno arrecato alla comunità.
Significative, al riguardo, le dichiarazioni del Prof. Francesco Pugliese, Direttore Dipartimento Emergenza del Policlinico Umberto I di Roma. Egli, alla domanda del giornalista “ma come reagisce il degente no vax che finisce nei vostri reparti?” afferma: “Tutti si pentono, tutti si scusano con noi davanti alla propria sofferenza e paura. Ci dicono che non pensavano fosse così, che il virus non portasse in ospedale. Per disinformazione o paura non hanno voluto credere per mesi ai racconti di chi già aveva attraversato questo inferno. E nemmeno agli operatori sanitari che, nei momenti peggiori di questa pandemia, hanno continuato a chiedere prudenza”.
Pentirsi è nobile ma, aggiungo, anche troppo comodo dopo avere creato enormi problemi.
La consapevolezza e la responsabilità devono prevalere prima e non dopo.
La linea dura e chiara sta montando a livello governativo (forse con eccessiva prudenza) passando dalla crescita dell’obbligo del green pass in vari settori e situazioni, al sostenimento personale delle spese per chi si presenta in ospedale senza essersi vaccinato (leggi Regione Lazio) ad idee che possono apparire troppo punitive, (ma non lo sono), di due corsie in ospedale una per i vaccinati e una per i non vaccinati. E’ giusto che questi ultimi subiscano il morso dell’onta di una loro scelta sconsiderata e vengano additati al pubblico ludibrio.
Non c’è più spazio per mediazione e compromessi sull’altare di una presunta libertà (la libertà dei vaccinati non conta?) e di un colpevole calcolo politico, per assicurarsi qualche voto che sa di morte (e porta male!).
In questi giorni sono programmate proteste e blocchi alla libera circolazione. Il pugno delle Autorità deve essere fermo (il rave di Viterbo, per intenderci, non deve più assolutamente ripetersi). Le scuole stanno per riaprire; le aziende in fase di ripresa vanno salvaguardate; le famiglie, in apprensione, vanno sostenute. Questa è istanza di civiltà e gli attacchi, a medici e giornalisti, vanno visti per quello che sono, e cioè segnali distruttivi di una società che, nel bene e nel male, continua ad accoglierci e, per questo, va assolutamente tutelata.
L’articolo è apparso come podcast su www.tfnews.it.