I fatti risalgono al 2014, ai tempi in cui l’attuale allenatore della Reggina allenava il Novara: ora, dopo 7 anni, la sentenza definitiva
Criscitiello-Aglietti, una storia infinita. O forse è terminata, questa volta. Il giornalista di Sportitalia aveva punzecchiato l’allenatore amaranto questa estate e, indirettamente, c’ha riprovato qualche giorno fa nel suo consueto editoriale. Punti di vista o meno, è evidente come tra i due ci fossero vecchie ruggini, risalenti ai tempi in cui il tecnico di Valdarno allenava il Novara, nel 2014. All’epoca dei fatti, Criscitiello lo definì “scarso e presuntuoso. Soprattutto una garanzia per chi volesse far retrocedere le proprie squadre”. E arrivò la querela da parte dell’attuale trainer della Reggina.
Oggi, dopo 7 anni, è arrivata la sentenza definitiva. Il Giudice ha assolto con formula piena il giornalista, difeso dall’avvocato Cesare Di Cintio, perché “il diritto di cronaca non valicava i confini della diffamazione essendo una critica sull’operato lavorativo e non sulla persona”. La difesa di Aglietti aveva chiesto un risarcimento danni di 100 mila euro, ma il pubblico ministero aveva ridotto la richiesta a 2 mila. Adesso Aglietti – spiega Criscitiello in una Instagram Story sul proprio profilo ufficiale – dovrà pagare anche le spese legali al giornalista che nell’interrogatorio di ieri ha confermato quanto detto 7 anni fa: “i numeri di questi anni confermano quanto avevo detto all’epoca, Giudice. Aglietti non è un allenatore vincente”.
Esulta per l’assoluzione, Criscitiello, che posta una foto insieme all’avvocato difensore e scrive: “tutti i giovani giornalisti che vogliono fare questo mestiere devono essere liberi e non devono sentirsi condizionati dalla paura di querele. Importante è che si racconti sempre la verità dei fatti. Altra causa vinta. Grande arringa dell’Avvocato Cesare Di Cintio nel procedimento che mi ha visto coinvolto dalla querela di Alfredo Aglietti ai tempi di Novara. 2014. ‘Articolo 530 comma 1 cpp. Assoluzione con formula piena’. La giustizia è spesso lenta ma alla fine oggettiva”.