Covid ed economia nazionale: guardia alta, evitando facili illusioni

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Nonostante il PIL sia crescente e il debito decrescente, il futuro dell’Italia non è ancora scritto

L’ultima Nota Aggiuntiva al Documento di Economia e Finanza (NADEF), di fine settembre u.s., prospetta una situazione economica migliore rispetto al DEF di primavera. Essa è racchiusa in una maggiore crescita, con un PIL superiore al 6%, contro una stima di marzo del 4,5%, ed un debito che scende al 154%, contro il 160% del DEF, favorito da un deficit, pari al 9,5%, contro l’11,8% calcolato in aprile.

Da questi sintetici parametri, PIL crescente e debito decrescente, si ha la conferma che da un elevato indebitamento si può uscire solo attraverso lo sviluppo. Pertanto, sale l’incoraggiamento a proseguire con una politica espansiva, fino al 2024, realizzando una dinamica del PIL, in misura più contenuta, ma sempre incoraggiante (2022: +4,7%; 2023: +2,8%; 2024: +1,9%), un calo del Debito pubblico, prossimo al 145%, con un deficit che scenderebbe al 3,3%, e un tasso di disoccupazione che passerebbe dal 9,6 del 2021 al 7,7% del 2024.

Tutto facile e già scritto?

Assolutamente no, considerando soprattutto le tensioni politiche che tendono ad accentuarsi dopo i risultati delle elezioni comunali di questi giorni, ed in vista di quelle per il Capo dello Stato nel febbraio 2022, e delle politiche nel 2023. In detto contesto e con tali prospettive, i partiti ed i loro attivisti cercheranno di ritagliarsi spazi esistenziali con proposte, progetti e orientamenti che, probabilmente, mal si concilieranno con la compostezza e la linearità programmatica del Presidente Draghi.

Altresì, è facile prevedere che assisteremo ad un esodo di parlamentari che, in barba ai partiti di appartenenza, che li avevano fatti eleggere, con progetti elettorali condivisi, si sposteranno su altri fronti, alla ricerca di lidi più sicuri (almeno, così sperano) in vista delle elezioni del 2023, considerando anche il numero ridotto di seggi che ci saranno, dopo il Referendum promosso dai 5 Stelle. Tutto ciò, ed altro, con il bagaglio di tensioni che si porta appresso, non potrà non toccare il mondo produttivo che, invece, per le proprie strategie ha bisogno di certezze, con una prospettiva chiara attraverso l’attivazione di riforme e progetti, previsti nel PNRR, e che dovranno essere portati a compimento entro il 2026.

In tale situazione, quanto meno fluida, non dobbiamo dimenticare il Covid che sta lì, che sembra sotto controllo, ma pronto a riemergere se non si attua, a livello mondiale, una vasta campagna di vaccinazione, sostenuta dai Paesi più ricchi. E, qui, ancora una volta, con modestia, da parte mia, una esortazione ai NO VAX di superare il loro assurdo credo, credo da cui, purtroppo, a quel che si legge, ne escono solo quando toccano direttamente, in ospedale, che li accoglie generosamente, le conseguenze drammatiche dei loro assurdi ed incomprensibili comportamenti. È un vero peccato che esitano queste frange, che, tra l’altro, facendosi strumentalizzare da orientamenti politici distruttivi del sistema, creano incertezze e tensioni. Malgrado tutto, l’Italia sembra sulla strada giusta, come confermato, recentemente dal Fondo Monetario Internazionale e dall’ultimo rapporto della Confindustria.

Comunque, parafrasando il pensatore James Hilmann, non illudiamoci e non osserviamoci troppo allo specchio. Apriamo la finestra per guardare fuori. Registreremo: carenza di materie prime, alti costi dell’energia, inflazione montante, situazioni politiche internazionali non del tutto rassicuranti, choc climatici.

Ha ammonito Vincenzo Visco nell’Assemblea dell’Associazione Bancaria Italiana del 6 luglio u.s.: “Lo scenario di sviluppo presuppone che prosegua ai ritmi attuali la campagna di vaccinazioni e che si consolidi il contenimento dei contagi; ritardi nell’attuazione delle misure di rilancio previste dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza potrebbero indebolire, anche per gli effetti negativi sulla fiducia di imprese e famiglie, le prospettive sulla domanda aggregata e sull’occupazione”. L’indebolimento richiamato da Visco sarebbe una iattura, tenendo presente l’alto indebitamento del Paese che può trovare sollievo, come già detto, soltanto attraverso una valida ripresa, alimentata da sostenuti investimenti pubblici e privati.

La pandemia ha comportato una sospensione del patto di Stabilità a livello europeo. Oggi, però, dopo i 15 anni di Governo della Cancelliera Angela Merkel ed i cambiamenti politici che si stanno verificando in Germania, con la voce sempre più alta dei falchi, è da paventare un ritorno a normative più stringenti, per il contenimento del debito. A questo punto, il Paese correrebbe seri rischi. È bene tenerlo presente soprattutto da parte di coloro che, a parole, pensano al futuro delle nuove generazioni ma, nella sostanza, hanno comportamenti che sono distruttivi: di opportunità, di aziende e di posti di lavoro. Quanto sta succedendo nel Porto di Trieste è inspiegabile ed è la testimonianza più recente della preoccupante incoerenza che caratterizza i nostri tempi.

Il Presidente Mattarella si dichiara “sorpreso e addolorato, da iniziative violente e di aggressiva contestazione: gli atti di violenza possono ostacolare la ripresa”. Questo è il sentiment della maggioranza degli Italiani. Disturba una minoranza che, probabilmente, in buona fede, ma con ottusa testardaggine, prosegue nell’azione contro il Green Pass.

Sicuramente, fa agio la capacità di trascinamento di presunti leader che non danno spazio al pensiero saggio. Inviterei questi signori a riflettere sul pensiero di Fedor M. Dostoevskij: “Tutto ciò che l’uomo cerca su questa terra è dinanzi a chi genuflettersi, a chi affidare la propria coscienza e in che modo, infine, riunirsi tutti in un indiscusso, comune e concorde formicaio”.

Ecco il terreno scivoloso e pericoloso del conformismo! Alla fine, un messaggio forte e chiaro alla classe politica, alla classe dirigente e al mondo civile: si raccomanda senso di responsabilità ed illuminato giudizio per non essere tacciati di poco dignitosa accondiscendenza, di colpevole superficialità ed essere bollati implacabilmente dalla storia.

L’articolo è pubblicato come podcast su www.tfnews.it.

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