Proteste No Green Pass, Lamorgese: “respingo accuse di strategia della tensione”. E sullo sgombero del porto di Trieste…

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Durante l’informativa sulle vicende del 9 ottobre a Roma, Lamorgese ritiene che ci sono stati “chiari rischi di strumentali intrusioni eversive”

La difesa dell’ordine pubblico ha sempre la consapevolezza di essere un “impegno severo quanto delicato” di fronte a una protesta che diventa “minacciosa” e “sfidante”. “L’obiettivo è guidare il Paese a uscire dalla pandemia” e non “si può abbassare la guardia affinché venga garantita tutta la tranquillità” alla comunità nazionale. E’ quanto ha affermato il Ministro dell’Interno Luciana Lamorgese nell’informativa urgente alla Camera sui fatti avvenuti lo scorso 9 ottobre a Roma in occasione della manifestazione in piazza del Popolo contro il Green Pass. Il Ministro ha rinnovato “la solidarietà alla Cgil e la vicinanza alle forze della polizia”, ricevendo l’applauso dell’aula.

La titolare del Viminale riferisce anche sui disordini a Trieste conseguenti allo sciopero dei portuali. C’è stata “moderazione e contenimento”. “Nonostante il richiamo del prefetto di Trieste alla palese illegittimità dello sciopero, è stato attivato un presidio al varco 4”, impedendo lo scarico e carico merci a 700 mezzi pesanti, ha comunicato il Ministro, e “a fronte di tale situazione il prefetto ha indetto un comitato urgente di sicurezza in cui si è condiviso di effettuare lo sgombero. Nei momenti di maggiore tensione si è prefigurato il pericolo di degenerazione dell’ordine pubblico ed è stato necessario l’uso di idranti e lacrimogeni”. Lamorgese alla Camera ha parlato di “caratteristiche analoghe ai fatti di Roma” ai cortei verso Palazzo Chigi e Montecitorio.

Tornando ancora una volta sui fatti di Roma: “nell’immediatezza dei fatti ho chiesto al capo della polizia una dettagliata ricostruzione delle evidenti delle criticità che, occorre riconoscerlo, hanno contrassegnato la gestione dell’ordine pubblico di quelle ore. È palese che non si sia riusciti a contenere tutti i propositi criminali da cui era mossa la parte violenta dei manifestanti, specie quella istigata da elementi più politicizzati”, spiega Lamorgese sottolineando “il deficit di sicurezza determinato dalla situazione che ha superato ogni ragionevole previsione” e che non deve “più ripetersi”.

“L’iniziativa di Roma ha visto come noto una partecipazione eterogenea di gruppi sia della destra radicale che della sinistra antagonista e anche di semplici cittadini. Un numero di persone tra le 10 e 12mila persone. Ci si è interrogati sulla sottovalutazione dell’evento anche a causa di difetti di comunicazione, ad esempio gli organizzatori della manifestazione nel dare preavviso avevano previsto circa mille persone – continua il Ministro – . La forza pubblica ha messo a disposizione circa 840 unità effettive da ritenersi adeguate rispetto alle stime previsionali. Non sono mancati controlli ai caselli autostradali”.

Poi Lamorgese risponde alle accuse che le sono state lanciate in questi giorni da Matteo Salvini e Giorgia Meloni. “Devo respingere fortemente questa lettura“, della strategia della tensione, “perché essa, oltre a non tenere conto del susseguirsi dei fatti, insinua il dubbio che le forze di polizia, a cui dobbiamo la difesa delle istituzioni ed il mantenimento della pace sociale, si prestino ad essere strumento di oscure finalità politiche. È un’ingiusta accusa – prosegue la titolare del Viminale – che getta un’ombra inaccettabile sull’operato delle forze dell’ordine, le quali nella manifestazione del 9 ottobre scorso hanno pagato un tributo di ben 41 feriti, anche per fronteggiare i facinorosi intenzionati ad assaltare le sedi istituzionali”. Parole, quelle della Lamorgese, accolte dagli applausi dell’emiciclo.

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