Oltre la vita…

StrettoWeb

Non passa giorno in cui i nostri occhi non siano costretti a leggere notizie relative all’uccisione di una donna.

Lo chiamano “femminicidio”, per definire la morte violenta di donne indifese e vessate da uomini incapaci di dare alla vita un valore assoluto ed incapaci di considerare la stessa  un diritto inviolabile.

Siamo nel terzo millennio, eppure, il degrado mentale e la convinzione di essere dominatori dell’altrui sesso, per molti uomini, è fonte di grandezza e superiorità.

Una sottocultura, vergognosa e sottilmente oltraggiante, di quello che dovrebbe essere il sacrosanto diritto di un essere umano, di sentirsi libero di vivere.

Un retaggio culturale o una società talmente malata che, di fronte ad una immane tragedia chiude gli occhi?

Sconfortante ed allarmante, perché non esistono oggettive e sensate risposte.

Un sistema giudiziario vacillante che, di fronte ad accadimenti tristemente agghiaccianti, non riesce a trovare la chiave giusta per creare ed incutere il timore che, le  pene applicate, potrebbero essere  severe e talmente limitanti, da togliere ogni anelito di libertà.

Sembra che, il susseguirsi di tante tragedie, ormai, faccia parte della routine quotidiana e che ci si sia abituati alla consapevolezza che, tali notizie, appartengano ad accadimenti prevedibili ma non assolutamente combattibili.

Eppure un omicidio efferato e, commesso in flagranza di reato, andrebbe giudicato duramente, perché l’uccisione di un essere umano, finalizzata all’ottenimento di una subdola e meschina vendetta, nel più ampio panorama di sentimenti cinici, non può non essere considerato premeditato e lucidamente programmato.

Ci pregiamo di avere sfondato le porte del progresso ma, in realtà, vige una mentalità molto lontana e poco parallela al progredire della vita, che non si pone alcuna domanda di fronte alla sofferenza e, soprattutto, poco si preoccupa di arginare e distruggere la convinzione che, tale percorso, intriso di comunicazione violenta, potrà solo condizionare e precludere la serenità di ognuno.

Non siamo nulla di fronte alla morte e nulla saremo se continueremo a permettere che la morte diventi un modo di vivere.

Daniela Labate

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