Reggio Calabria: il fenomeno delle nuove forme di aggregazioni giovanili

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L’Educazione comporta fatica e sacrificio. La scuola collabora, integra, propone ma non può sostituirsi ad un padre o ad una madre. La parrocchia, la palestra, la squadra di calcio, collaborano, integrano propongono, ma non possono fare le veci di un genitore

Descrivere e definire il periodo in cui stiamo vivendo è un’impresa ardua anche perché sono tante le incertezze che sono esplose all’improvviso dopo la pandemia di Covid-Sars 19 che stiamo vivendo tutt’ora. Prima della “Tempesta” che ha colpito l’intero globo, dal campo sociale a quello economico a quello tecnologico, l’Occidente sembrava non aver più nessun obiettivo da raggiungere perché li aveva perseguiti e realizzati tutti. In sintesi: l’uomo dominava il mondo e la Natura, questo però, fino a quando Madre Natura non si è rivoltata ed ha dimostrato che essa ha delle regole e dei limiti ben precisi che l’uomo ha abbondantemente superato e calpestato. Un virus esploso all’improvviso che non si è fatto riconoscere e dominare in tempo utile,ha piegato il mondo intero. Mi chiedo allora: “L’Onnipotenza dell’Uomo Moderno dov’è finita?”. La natura ha dimostrato all’uomo moderno che esso è un semplice essere vivente e così come nasce è soggetto a tutto anche ad un virus mortale che può ucciderlo in pochissimo tempo. Per non parlare dei sistemi economici stakanovisti inventati dall’imprenditore moderno per razionalizzare tutto, tempi e risorse. È bastata una chiusura temporanea degli stabilimenti e il sistema economico post moderno è andato a ramengo. Ora, è inconfutabile che questa nuova situazione ha provocato sofferenze incredibili all’intera umanità, ai Governi che hanno vacillato, alle economie che non hanno retto, ma chi ha pagato lo scotto più alto sono i giovani ed i bambini che costretti all’immobilità per mesi si sono rifugiati più del dovuto nel mondo virtuale dei videogiochi in generale ed in tutte le follie che il web offre. I giovani sono rimasti soli, hanno sviluppato forme di ansia e depressione, hanno cercato nuove certezze. Quello a cui stiamo assistendo, infatti, negli ultimi mesi è un fenomeno nuovo a cui la nostra realtà non era abituata e cioè stiamo assistendo alle nuove forme di organizzazioni giovanili. I ragazzi in tutta Italia, si riuniscono in grossissimi gruppi, comunicano via web, si danno appuntamento in un punto preciso come ad esempio la piazza di questo o quel paese o questo o quel quartiere e risolvono le loro beghe scatenando megarisse, dandosele di santa ragione a colpi di casco o di catene. Ora, questo nuovo fenomeno, che culturalmente non appartiene alla nostra realtà ma più alle baby gang americane e sud americane è diventato comune un po’ in tutta Italia e anche nei nostri paeselli di matrice contadina. Fenomeno questo, secondo me, molto molto trascurato e sottovalutato.

Nell’incertezza più assoluta questi ragazzi si sono attaccati alle loro pseudo sicurezze e cioè il motorino, il pc, le 50 euro in tasca e la violenza”, in barba a tutte le regole della convivenza civile. La violenza i giovani l’hanno sperimentata con la chiusura forzata del look dawn prima e dei limiti imposti dopo, ma a mio avviso la violenza, molti ragazzi l’hanno sperimentata prima ancora, con una forma di abbandono educativo da parte delle famiglie. La cittadina in cui vivo in provincia di Reggio Calabria, negli scorsi mesi è stata teatro più volte di questi avvenimenti di violenza collettiva, ma leggo e sento che lo stesso fenomeno si registra un po’ ovunque. E allora: “Da dove cominciare per rispondere a questa “Nuova emergenza educativa”? I più lungimiranti risponderanno ovviamente: “Dalla Scuola!” E No! Mi dispiace, non è così. Bisogna partire, anzi ripartire dalle famiglie. È la famiglia il primo nucleo educativo che si muove intorno al ragazzo. Un mio caro amico di nome “Franco Nembrini” ripete spesso: “L’Educazione è un problema da mò”. Nel senso che il processo educativo è sempre stato un problema contingente in qualsiasi epoca in cui ci si è trovati anche se adesso le nuove forme di comunicazione di massa, se non usate correttamente diventato ostacolo e nemiche delle famiglie moderne Ma queste nonostante ciò, non possono mollare le redini perché c’è stato il Covid o perché si torna stanchi dal lavoro oppure perché mi hanno licenziato. L’Educazione comporta fatica e sacrificio. La scuola collabora, integra, propone ma non può sostituirsi ad un padre o ad una madre. La parrocchia, la palestra, la squadra di calcio, collaborano, integrano, propongono, ma non possono fare le veci di un genitore. E allora famiglie rimettiamo i remi in barca e cominciamo a remare verso riva, da qualche parte si arriverà anche perché non si è soli nel percorso educativo ci sono le agenzie che ho appena citato: scuola, parrocchia, enti sportivi ma…. Come diceva spesso Sciascia: “A ciascuno il Suo” e cioè ciascuno faccia la sua parte.

Graziella Tedesco

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