“Sempre più grandi aziende pagheranno i tamponi ai dipendenti non vaccinati”: ecco perché

StrettoWeb

Singolare il caso dell’ex Ilva che, addirittura, applicherà la cassa integrazione e non lascerà a casa senza stipendio i lavoratori che non possiedono il Green Pass

Dal 15 ottobre sarà esteso l’obbligo del Green Pass per i lavoratori pubblici e privati, in vista di ciò sta diventando sempre più lunga la lista delle grandi aziende italiane che provvederanno a pagare i tamponi per i dipendenti che non hanno ancora ricevuto il vaccino anti-Covid. Il primo caso era stato quello di NaturaSi, ma in queste settimane hanno seguito la stessa iniziativa anche Gd (gruppo Coesia), Ima, Ducati Motor, Bonfiglioli riduttori, Toyota Material Handling, Nord motoriduttori, che hanno già trovato accordi per andare incontro a coloro che devono sostenere i costi dei tamponi.

Un caso a sé è quello della ex Ilva: come riporta il Corriere della Sera, verranno pagati i tamponi a tutti i lavoratori non vaccinati a livello nazionale e, per coloro che non avranno il Green Pass (perché non vaccinati o perché non si sono voluti fare il tampone gratuito), applicherà la cassa integrazione e non li lascerà a casa senza stipendio. Le associazioni delle imprese, da Confindustria a Confcommercio, in queste settimane hanno sconsigliato di intraprendere questa strada. Il Green Pass obbligatorio ha come scopo vaccinare quante più persone possibili, quindi sgravare il costo dei tamponi a chi non intende farlo renderebbe meno efficace lo strumento applicato dal Governo.

Se si considera che oggi è vaccinato l’80% degli over 12, e che la quota di vaccinati è maggiore tra gli over 65 che sono però già in pensione, si può stimare che i lavoratori non vaccinati siano circa il 20% e poco più, quindi più di uno ogni cinque. In questo momento gran parte delle produzioni stanno andando a pieno regime, le grandi imprese non possono permettersi di rallentare sulle scadenze degli ordini. Evitare che questo accada vale al massimo qualche migliaio di euro al mese spesi in tamponi. Anche perché le grandi e medie aziende non possono sostituire chi resta a casa senza stipendio.

Condividi