Il bluff dei Frecciabianca in Sicilia, l’ing. Guglielmo: “così neanche ai tempi dei borboni! Per Messina non cambierà nulla senza Ponte sullo Stretto”

StrettoWeb

L’inaugurazione dei treni Frecciabianca in Sicilia ha generato tante reazioni negative: si tratta in realtà soltanto di vecchi vagoni di 30 anni che sono stati spacciati per mezzi ad Alta velocità. L’Ingegnere Giacomo Guglielmo, esperto di trasporti, ha spiegato cosa cambierà e cosa invece è addirittura peggiorato

“Non sarà una rivoluzione, ma è comunque un passo avanti per migliorare la mobilità dell’Isola”. E’ così che le istituzioni locali e nazionali hanno commentato l’arrivo dei treni Frecciabianca in Sicilia. Nelle ultime ore, però, è stata messa in evidenza quella che pare essere una vera e propria “truffa” consumata ai danni dei siciliani: si tratterebbe, infatti, di vagoni vecchi di trent’anni, che non andranno ad apportare alcun miglioramento nelle distanze Palermo-Messina-Catania, che così continueranno ad essere percorse quasi nella stessa tempistica. Insomma, c’è davvero poco da festeggiare: basti pensare nel 2022 si continuerà ad impiegare circa 3 ore per fare i 200km della tratta Palermo-Catania, mentre ormai dal 2008 si può percorrere Milano-Bologna facendo gli stessi chilometri ma impiegandoci soltanto un’ora e mezza.

Non è per nulla soddisfatto di questa situazione l’Ingegnere Giacomo Guglielmo, raggiunto dai microfoni di StrettoWeb per avere un’opinione tecnica sull’argomento. Esperto di mobilità e trasporti, ha spiegato quali sono i miglioramenti introdotti dai Frecciabianca. “Intanto va fatta una premessa – esordisce Guglielmo – : per i treni che viaggiano tra le Regioni paga Trenitalia, mentre i treni che viaggiano all’interno della Regione paga tutto quella Regione con una spesa di 12 euro/km. Quindi, da un lato è giusto che in Sicilia mettano dei treni che non siano regionali, ma dall’altro con l’assenza del Ponte sullo Stretto l’isola è fatta solo per i treni regionali. In sostanza, le linee ferroviarie rimangono sempre quelle, ma un’altra vettura non può viaggiare più velocemente. Già il regionale Palermo-Catania ferma soltanto a Caltanissetta ed Enna ed impiega 3 ore. Il Frecciabianca invece ce ne metterà 3 ore e 15 min. L’unica tratta dove recupera qualcosa, e non serve a niente perché non fa alcuna fermata, è la Catania-Messina che passa da un’ora e 15 minuti a un’ora e 6 minuti. Questa è l’ennesima dimostrazione che è il momento di pensare a treni che viaggino tra Regioni e quindi ad un Palermo-Roma o un Siracusa-Roma, oppure non ha senso. E per fare ciò l’unica cosa che serve è il Ponte sullo Stretto!”.

L’Ingegnere Guglielmo spiega quali sono le difficoltà di un cittadino che deve attraversare in treno lo Stretto: “questi vagoni sono fatti per arrivare a Messina, poi scendere, camminare 500 metri, stare sulla banchina di un porto per prendere l’aliscafo che se c’è scirocco non passa, e poi riprendere un treno a Villa San Giovanni. Non ho dubbi a dire che l’Italia finisce a Villa San Giovanni, almeno per quanto riguarda il punto di vista ferroviario. Da Reggio Calabria partono Frecciargento, Frecciarossa e gli Italo, mentre in Sicilia arriva un Frecciabianca scartato da stazioni dove non si usano più e che impiega più tempo per percorrere la linea tirrenica Palermo-Messina, impiegandoci 4 ore. Tutto questo non ha senso. Andare da Palermo a Messina via Catania è un tragitto che non si faceva neanche ai tempi dei borboni! L’unico piccolo vantaggio minimo è che da Caltanissetta si può prendere un treno diretto per Messina senza passare da Catania”.

Il Sottosegretario Giancarlo Cancelleri all’evento d’inaugurazione ha parlato dell’importanza del Ponte sullo Stretto, pure l’Ingegnere ha ribadito che non arriverà mai l’Alta velocità in Sicilia senza la realizzazione dell’opera di collegamento: “è chiaro, quando ci vogliono due ore da Messina a Villa San Giovanni come prenderà mai un treno un cittadino di Catania, Milazzo o Roccalumera? Io viaggio sempre e mi accorgo che i treni “freccia” una volta superata Paola o Lamezia sono vuoti, soltanto qualcuno scende perché è di Reggio Calabria o Messina. Mentre sotto Villa ci sono oltre 5 milioni di persone che non possono usare i treni, tranne qualche messinese che a piedi dall’aliscafo va alla stazione. Ma la Sicilia non è soltanto Messina, così restano penalizzate tutte le altre città”.

Questo porta i cittadini siciliani ad un maggiore utilizzo degli aerei per viaggiare con le altre Regioni e, come spiega ancora Guglielmo, è una soluzione penalizzante in termine di inquinamento e costi: “anche le navi e gli aliscafi inquinano, i treni molto di meno. Basti guardare come in Francia utilizzino politiche che favoriscano i treni ed hanno abolito gli aerei per le tratte brevi”. La soluzione rimane dunque il Ponte sullo Stretto “che dal 2001 non è voluto dalla sinistra, poi dal Pd, dal M5S e da Legambiente, tutti partiti che osteggiano in un modo in un altro la realizzazione del Ponte. Basterebbe ammettere di aver sbagliato. E purtroppo oggi anche il Ministro Enrico Giovannini sta sbagliando e perdendo tempo. Ed il Recovery Fund è la dimostrazione che della Sicilia non frega niente a nessuno dal Governo centrale. Perché un siciliano deve continuare a muoversi nella sua Regione e non può per esempio andare in treno fino a Salerno, oltre che fino a Trapani o Siracusa? Questa non è una forma di razzismo? Per caso non siamo italiani? Da Messina a Reggio Calabria il treno ci mette due ore. Senza Ponte pure l’aeroporto dello Stretto viene penalizzato, perché i traffici si spostano negli scali di Catania e Lamezia Terme. L’Area Metropolitana dello Stretto è penalizzata in tutti i modi”.

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