Cinquefrondi, l’Amministrazione Comunale aderisce al progetto “Tari indietro tutta”. Fratelli d’Italia: “nessuno restituisce nulla”

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Cinquefrondi, l’Amministrazione Comunale aderisce al progetto “Tari indietro tutta”. Fratelli d’Italia: “nessuno restituisce niente: il sistema proposto dalla Remunero, consiste in uno scambio di sconti incondizionati che va di mano in mano”

Rivoluzione, innovazione, ecologia: questo il tris messo in campo dall’Amministrazione Comunale di Cinquefrondi insieme alla società Remunero srl, nel presentare il progetto “Tari indietro tutta”, che promette restituire ai cittadini il 100% del tributo pagato nel 2020. Eppure, non tutti sono d’accordo. “Innanzitutto nessuno restituisce niente: il sistema proposto dalla Remunero Srl, che peraltro ha già dei precedenti nei c.d. sistemi di moneta alternativa complementare (vedi SCEC, SARDEX, TIBEX: tutti esperimenti non proprio riusciti), consiste in uno scambio di sconti incondizionati che va di
mano in mano“, esordisce Benito Antonio Ierace, Segretario Politico della Sezione Giorgio Almirante di Gioventù Nazionale Cinquefrondi; “ci sentiamo in dovere di portare all’attenzione dei nostri concittadini che erano convinti (come inizialmente lo eravamo anche noi) di trovarsi dinnanzi ad un sistema rivoluzionario, i punti deboli del meccanismo contorto del progetto Remunero, che purtroppo abbiamo constatato essere – dopo la presentazione ufficiale – una sorta di catena di Sant’Antonio. La complessità del meccanismo di registrazione al servizio, la necessità di effettuare due pagamenti distinti per ogni acquisto presso gli esercenti aderenti, con il limite massimo del 30% del prezzo del bene/servizio, sono solo alcuni degli svantaggi che abbiamo riscontrato”, continua Marco Massara Ferrari, Presidente di Sezione del Partito che ha colto l’eredità del Fronte della Gioventù: “gli svantaggi peggiori, abbiamo ragione di credere che siano in capo ai commercianti aderenti: per loro, abituati ad una commissione bancaria che oscilla tra lo 0,70% e l’1,5% per le transazioni POS, il 3,5% da pagare per svincolare gli importi ricevuti con la Remunero Card, rappresenta una vera e propria stangata; ma non solo: il sistema Remunero è un sistema chiuso, gli importi accumulati, che sono sconti che passano di mano in mano, non potranno mai essere convertiti in euro; così, il Commerciante che accetta pagamenti con la Remunero card, non potrà pagare i propri fornitori se fuori dal circuito, e sarà costretto ad impiegare questo “denaro virtuale” in acquisti locali. Quanto può essere conveniente, specie per un esercizio medio-grande? Il mio dubbio più grande, rimane però quello relativo alla solidità dell’operazione: una start up con modesto capitale sociale e fatturato ad oggi inesistente, che si è appena affacciata sul mercato, vuole immettere nell’economia locale una liquidità di oltre € 800.000 annui; e se un giorno – speriamo mai – la Società dovesse fallire? Con essa, andrebbero persi i crediti vantati in quello specifico momento dai commercianti locali, che rischierebbero così di trovarsi in una condizione di sicura difficoltà”. Insomma, gli esponenti di Gioventù Nazionale non sembrano molto convinti dell’operazione. “Ci avrebbe convinto maggiormente – conclude Ierace – se con gli importi a loro disposizione, Cittadini e Commercianti, avessero potuto pagare, ad esempio, utenze o imposte comunali. Pur apprezzando lo sforzo dell’Amministrazione, senz’altro proteso a procurare un bonus alla Comunità, non crediamo che l’iniziativa avrà un grande successo. Vogliamo comunque cooperare per il bene della nostra Cinquefrondi, ed in quest’ottica, la nostra azione politica sarà sempre di pacata ed attenta riflessione, e mai caratterizzata dal disfattismo o dal “remare contro”.

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