Covid, Gismondo: “è la politica della paura, i miei colleghi non hanno il coraggio di parlare. Mancate autopsie? Una vergogna!”

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La direttrice dell’ospedale Sacco di Milano, Maria Rita Gismondo, ci va giù pesante su tantissimi temi legati al Covid: dalla situazione attuale allo stato di emergenza passando per la società della paura e le mancate autopsie

Un fiume in piena. La direttrice dell’ospedale Sacco di Milano, Maria Rita Gismondo, non le ha mandate a dire nel corso di un’intervista ad Affari Italiani. Il tema è il Covid, principalmente, che ha dato il là alla politica della paura e agli scienziati allineati. La dottoressa ha sganciato diverse “bombe” con delle affermazioni abbastanza forti. Non è più accettabile parlare di capodanni con le chiusure! Conosciamo il virus e sappiamo come contenerlo. Abbiamo fatto tutto quello che è stato chiesto. Adesso dovremmo raccogliere un po’ i frutti. E usiamo oltre i vaccini, che abbiamo visto che da soli non ce la fanno, le nuove terapie. Nelle prossime settimane ci sarà un incremento dei contagi perché sta nella natura della stagionalità del virus. Ma i ricoveri si dovrebbero mantenere sotto una certa soglia. Dovrebbe essere così altrimenti perché ci siamo vaccinati? Perché abbiamo fatto i lockdown e usato tutte le misure di contenimento? La situazione dovrebbe essere più controllata. Io penso che errori ne abbiamo commessi tutti. Tanta comunicazione sbagliata che ha creato confusione e sfiducia ed una sorta di fanatismo diffuso in tutta questa situazione pandemica. Ci sono veramente delle assurdità incomprensibili. Non voglio sembrare complottista ma ci sono troppe cose in questa pandemia che restano inspiegabili, come i rapporti OMS-Cina, l’origine del virus, i contratti con le aziende dei vaccini. Troppe cose che non quadrano. Complotto no, ma, è triste dirlo, quando è arrivata la pandemia è stata anche colta come opportunità da qualcuno”.

La Gismondo ha poi parlato dello stato di emergenza: “non si spiega il fatto che lo debbano prorogare. E non si capisce a cosa serva. Perché i vaccini, il ministero della Salute, li somministra e ce li può somministrare addirittura rendendoli obbligatori anche senza lo stato di emergenza, tra l’altro lo fa già per alcuni settori. Le mascherine e le misure di contenimento sono compito del ministero della Salute e non abbiamo bisogno dell’emergenza. Qual è quindi la differenza? A cosa serve lo stato di emergenza? Per dare carta bianca al presidente del Consiglio per acquisti extra, per interventi extra? Noi ormai la patologia la conosciamo e la conteniamo con vari mezzi. Cosa c’è di extra che dobbiamo fare?”.

E, da qui, la famosa politica della paura: “cosa dicono i miei colleghi scienziati? Le stesse cose, ma non hanno il coraggio di esplicitarlo perché oggi c’è una grande paura di uscire fuori dal coro. Io non ho mai lavorato con l’Italia perché non sono una allineata. Dico le cose che penso. Qui invece hanno bisogno degli yes-man e yes-woman che dicano sempre “Sì”. Speranza dice a tutti “si deve fare la vaccinazione con la terza dose”. Io dico è giusto fare la vaccinazione, certo, certo, ma nessuno che si permetta un dubbio, qualche domanda? Non è possibile. Quando non ci possiamo più permettere il dubbio che cosa facciamo? Vuol dire che ci siamo totalmente emarginati dalla libertà e dai noi stessi. Questo è il problema ed è gravissimo. Dopo che ci hanno inebetiti per anni è arrivata la società della paura. Prima c’era la paura dell’immigrato, adesso la paura del Covid, poi ci sarà un’altra paura. Non è una società dove la politica sceglie e pianifica dei programmi, se è giusto o sbagliato avere più o meno immigrazione, un certo tipo di Sanità, eccetera, o che anche impone programmi in cui crede, ma una società in cui c’è sempre una paura da superare”.

E, a tal proposito, la Gismondo ci va giù pesante anche sulla questione delle mancate autopsie sui corpi morti da Covid: “questa vicenda è una vergogna che non si potrà rimuovere da questa storia. Quando esiste una patologia che non si riesce a definire proprio l’autopsia può darci un chiarimento. Il mio vecchio professore di anatomia patologica diceva: “solo dalla morte possiamo capire la vita”.

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