Il primo Cittadino, delegato Anci per il Mezzogiorno, è intervenuto all’Assemblea di Parma anche sul tema delle infrastrutture: “Non banalizziamo discussione, serve un grande sistema intermodale”
“Nel corso degli ultimi anni tante cose sono cambiate per le amministrazioni locali e l’esperienza all’interno di Anci lo conferma in pieno. Negli anni scorsi, infatti, assistevamo ad assemblee nelle quali il tema principale era sempre la richiesta di maggiori risorse al Governo, anche sul fronte della Coesione o, ancora, minori tagli rispetto a quelli che hanno subito gli enti locali. Quest’anno il tema prevalente riguarda invece l’interrogativo su quante risorse i Comuni riusciranno a spendere”. È quanto affermato dal Sindaco di Reggio Calabria, Giuseppe Falcomatà, intervenendo all’Assemblea nazionale di Anci, in corso di svolgimento a Parma, nel panel dedicato al tema delle infrastrutture e mobilità sostenibile.
“In questo contesto – ha proseguito Falcomatà che all’interno di Anci detiene la delega al Mezzogiorno e alla Coesione territoriale – la vera questione sulla quale confrontarci è quella relativa al personale, soprattutto nel Mezzogiorno che in termini di taglio del turnover ha subito molte più riduzioni del personale, ma anche rispetto ad alcune aree interne e ai piccoli Comuni del centro-nord. Con riferimento a questo tema come Anci abbiamo sottoposto al Governo due proposte, ovvero più personale per scrivere i progetti per partecipare ai bandi del Pnrr, perché le maggiori risorse arriveranno tramite bandi ad evidenzia pubblica e poi risorse per i progettisti, atteso che purtroppo la procedura Brunetta non ha dato i frutti sperati. In questa direzione, quindi, noi chiediamo che le risorse per i progetti vengano individuate all’interno del 5 per cento proprio delle risorse che verranno destinate”.
Infine sulle infrastrutture ha rilanciato il Sindaco Falcomatà: “Sfruttiamo l’occasione unica e irripetibile del Pnrr per unire il Paese. Non banalizziamo la discussione unicamente intorno alle posizioni “ponte sì” o “ponte no”. Noi ribaltiamo il tavolo e diciamo “ponte con”, perché il Sud ha bisogno di un sistema vero di intermodalità in cui insieme al collegamento diretto e continuo tra le due sponde dello Stretto, si inseriscano i porti, gli aeroporti, l’autostrada e una ferrovia che non sia di alta capacità ma finalmente di alta velocità. Solo così si potrà unire il Paese ripartire davvero tutti insieme”.