Falcomatà, le nomine di Brunetti e Versace creano un altro caso: Perna si dimette anche da assessore, malumori sempre più grandi nel Pd

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Nel day-after della sospensione di Falcomatà da Sindaco dopo la condanna nel processo Miramare, crescono i malumori all’interno della coalizione di centrosinistra dopo le nomine di Brunetti e Versace

Lo schiaffo più pesante è stato quello inferto a Tonino Perna, che ha appreso di essere stato sostituito da Brunetti nella qualità di vice Sindaco incredibilmente soltanto leggendo i giornali. Non è l’ultimo arrivato il professore reggino che ha un’autorevolezza data da una vita spesa al servizio della comunità e – arrivato a 75 anni – non intende sopportare tale trattamento da chi potrebbe essere suo figlio o addirittura nipote. Ecco perché Perna ha deciso di rassegnare le dimissioni anche da Assessore: era diventato vice Sindaco in rappresentanza di un mondo di sinistra composto da movimenti e associazioni della società civile che proprio intorno alla sua posizione di garanzia erano riuscite a riconciliarsi con Falcomatà in occasione delle elezioni comunali del 2020. Non si aspettavano l’ennesimo tradimento.

Ma c’è di più. Anche il Partito Democratico si sente tradito da Falcomatà, che ha nominato Brunetti vice sindaco comunale e Versace vice sindaco metropolitano (nomina, quest’ultima, avvenuta dopo la sentenza e su cui ci potrebbe essere quindi l’annullamento), in piena autonomia senza consultare neanche gli altri esponenti del proprio partito. Di cui né Brunetti né Versace fanno parte: il primo è stato eletto nella lista di Italia Viva, il secondo è tesserato di Azione. All’interno del Pd reggino e calabrese i malumori sono crescenti, non tanto per l’appartenenza ai partiti di Renzi e Calenda dei nuovi massimi rappresentanti istituzionali reggini che quindi non sono più del Pd, quanto per il tipo di scelte di Falcomatà che ha scavalcato ogni logica politica non solo con la sua coalizione ma anche con lo stesso partito di cui è espressione, scegliendo i più stretti amici in base a logiche esclusivamente fiduciarie. “Il problema non è certo con Azione o Italia Viva, il problema è che Falcomatà ha scelto esclusivamente i suoi amici e lo avrebbe fatto anche se fossero stati di Lega e Fratelli d’Italia” confida una voce interna al partito. Con l’aggravante che questo comportamento considerato così superbo e arrogante non trovi una più umile riflessione neanche dopo una così pesante condanna giudiziaria.

I partiti si sono riuniti stamani mentre Falcomatà, sempre più solo e isolato, annunciava in diretta facebook ricorso contro la sospensione etichettando la legge Severino come “incostituzionale“. Non ricordiamo, però, che l’abbia così avversata quando aveva colpito Berlusconi al Senato o Scopelliti alla Regione. Se una legge è “incostituzionale” dovrebbe esserlo o sempre e per tutti, o mai e per nessuno. Falcomatà punta a tornare al più presto al suo posto di Palazzo San Giorgio, ma anche se dovesse riuscirsi rimane una condanna per abuso d’ufficio per gestione del caso Miramare e un consiglio comunale con 7 consiglieri su 30 sospesi per scandali giudiziari, dallo stesso Miramare ai brogli elettorali. Tra loro l’ex capogruppo del Pd Nino Castorina e l’attuale capogruppo del Pd Giuseppe Marino, l’altro amico di Falcomatà Giovanni Muraca che da assessore comunale ha provato la scalata a Palazzo Campanella alle ultime Regionali ma ha perso sonoramente la sfida interna al Pd con Nicola Irto. Qual è l’agibilità politica di questa classe dirigente, a prescindere dall’esito giudiziario dei singoli che sono da considerare innocenti fino a sentenza definitiva, e a prescindere dalla legge Severino su cui effettivamente ci sarebbe molto da discutere?

Il centrodestra punta alle elezioni, ma l’unica strada sarebbe quella delle dimissioni della maggioranza dei consiglieri comunali: oltre ai 10 di opposizione, ne servirebbero altri 6 della maggioranza disposti a sacrificare la loro posizione. Non è una strada semplice, ma alla luce di quello che sta succedendo all’interno del centrosinistra neanche impossibile.

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