Lettera al premier Draghi dal Libero Sindacato di Polizia: “obbligati a vaccinarci per servire lo Stato che non si assume la responsabilità di effetti collaterali”

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Il Libero Sindacato di Polizia scrive una lettera aperta al premier Draghi contestando l’imposizione dell’obbligo vaccinale per una categoria che serve lo stesso Stato che poi  non si assume le responsabilità in caso di effetti collaterali del farmaco

Il Libero Sindacato di Polizia ha deciso di scrivere una lettera aperta al Presidente del Consiglio dei Ministri, Mario Draghi, in merito alle ultime disposizioni contenute nel decreto che ha approvato l’entrata in vigore del Super Green Pass. A partire dal 6 dicembre, alcune categorie professionali, fra le quali le forze dell’ordine, avranno l’obbligo di vaccinarsi. Un’imposizione che cozza con la mancata assunzione di responsabilità da parte dello Stato in caso di effetti collaterali del farmaco. Il LI.SI.PO. scrive:

“Illustrissimo Signor Presidente del Consiglio dei Ministri,

rileviamo che a nulla sono valsi gli appelli del Libero Sindacato di Polizia che, dalla mattina del 24 settembre u.s., a più riprese e in diversi modi (tra cui anche una piccola manifestazione con volantinaggio) ha cercato di scongiurare discriminazioni: dal 24 novembre è stato approvato ed entrerà in vigore dal 6 dicembre prossimo il “SUPER” Green Pass… Già, Super!… Sembrerebbe una cosa da ridere se non fosse che è vero. Parrebbe, altresì, che questo Governo (che continua a legiferare nelle veci del Parlamento in uno stato emergenziale che si protrae ormai da troppo tempo), senza assumersi le proprie responsabilità, continua a restringere maggiormente le libertà costituzionalmente tutelate a suon di DPCM.

Intanto però, senza alcun rispetto per le idee dei Poliziotti dissenzienti, questo esecutivo da Lei presieduto ha voluto prendere la decisione di obbligarli a vaccinarsi dal 15 dicembre 2021, qualora volessero continuare a lavorare servendo lo Stato. Già, Signor Presidente, lo Stato di diritto di cui anche i governanti godono, e di cui la Polizia di Stato è presidio di Ordine e Sicurezza Pubblica, a nostro avviso, denigra i custodi della legalità. Con il nuovo Decreto da Lei siglato, quei Poliziotti che non si dovessero vaccinare, cesserebbero di prestare servizio, seppur temporaneamente e, comunque, resterebbero senza stipendio… bel rispetto per gli uomini dello Stato!

In questo cogliamo la manifesta scarsa considerazione che questo esecutivo ha nei riguardi delle donne e degli uomini in divisa! Come Sindacato di categoria, tanto rilevato, auspichiamo che all’obbligo del vaccino per gli operatori di Polizia sia connessa, almeno, la piena presa di responsabilità in carico a chi ha emanato questo ordine esecutivo. Nello specifico, siccome non è totalmente escludibile che il “vaccino” non possa avere effetti indesiderati (e ci limitiamo a dire “effetti indesiderati”), speriamo che, qualora si dovessero verificare, chi ha emanato il decreto abbia anche il coraggio di assumersene le responsabilità e, nel caso, di risarcire debitamente i danni che ne dovessero derivare. Pur comprendendo la ratio di talune restrizioni, a parere del LI.SI.PO., non sembrano trovare giustificazione scientificamente valida.

Al riguardo, è vero che il siero sperimentale detto “vaccino”, in quanto tale, non avendo terminato la necessaria sperimentazione scientifica, non può essere reso obbligatorio. Tanto sembra vero, che né chi lo produce, né l’EMA e né l’AIFA se ne assume la responsabilità, rendendo necessaria la firma del consenso informato da parte di chi si fa iniettare il “vaccino” (consenso che, se fosse obbligato e garantito dallo Stato, non sarebbe necessario). Non per questo, però, chi non si adegua al pensiero unico dominante può essere discriminato con l’uso di denominazioni assunte nel linguaggio comune quali “NO VAX” e “NO GREEN PASS”, che, di fatto, classificano perentoriamente chi ha determinazioni diverse come gli untori, gli appestati da isolare (quando poi non si considera che moltissimi immigrati non vengono sottoposti alle stesse restrizioni…).

Alla luce di una nostra disamina, che esula dal mero opportunismo o meno dell’inoculazione del “vaccino”, questa Organizzazione Sindacale ritiene non si sia mai posto sullo stesso piano discriminatorio/accusatorio chi non si vaccina con chi non ha posto in essere il piano anti-pandemico e per il quale erano state mantenute in piedi strutture e spesi fior di soldi pubblici per nulla. Peraltro, ci risulta non si sia mai pensato di chiedere un risarcimento all’Istituto di virologia di Wuhan o allo Stato Cinese… Il Libero Sindacato di Polizia vuole ribadire, ancora una volta, che i “criminali” non vanno ricercati presso chi, per varie motivazioni, non vuole vaccinarsi o chi rifiuta di dover presentare un certificato per poter esercitare i propri diritti (tanto più se Poliziotti!). Pur nella consapevolezza che in caso di contagio da Covid-19 il “vaccinato” corra meno rischi di essere ospedalizzato rispetto a chi non lo sia, il LI.SI.PO. rimarca, perché sia chiaro, che: anche i possessori del certificato verde continuano ad infettarsi ed infettare; le uniche misure valide per evitare la diffusione del virus rimangono le mascherine, il distanziamento, la disinfezione costante delle mani, degli ambienti e dei mezzi di trasporto.

Noi del Libero Sindacato di Polizia speriamo si voglia, da parte Sua e del Suo entourage, rimediare a questa grave inaccortezza nei riguardi della categoria che ci pregiamo di rappresentare con dignità ed onore, e lasciare alla libera determinazione chi si ritiene sia in grado di intendere e di volere. Siamo, altresì, persuasi che gli strumenti che garantiscono la non contagiosità degli individui, siano gli esiti negativi dei tamponi entro le 48 ore dall’effettuazione dei test, per cui continuiamo a chiederne la gratuità proprio per chi lo Stato serve. Con l’auspicio che vengano accolte le nostre richieste, Le porgiamo cordiali saluti con l’augurio che possa far bene ogni cosa”.

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