No Green Pass, i Prefetti frenano le proteste ma i manifestanti insistono: “sabato ci saremo lo stesso”

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Anche per questo sabato si attendono manifestazioni contro l’obbligo del Certificato Verde: ecco le disposizioni dei Prefetti nelle varie città italiane

Si preannuncia l’ennesimo sabato di proteste No Green Pass, il diciassettesimo della serie. Un appuntamento che è ormai diventato un abitudine in molte città italiane, e che dove risulta essere molto partecipato blocca i centri storici, creando disagi alla circolazione e ai commercianti, costretti a tirare giù le serrande. Di qui la protesta sempre più vivace della Confcommercio. “I cortei non autorizzati – si sfoga il presidente Carlo Sangallifanno perdere circa il 30% del fatturato”. La soluzione del ministero dell’Interno, in attesa di una circolare più articolata, passa intanto per le decisioni dei prefetti, città per città. E i risultati già si vedono: i sit-in non vengono più accettati in centro. “Continuare così ogni fine settimana, con le città messe in difficoltà è poco rispettoso nei confronti della legge”, avverte il sottosegretario all’Interno Carlo Sibilia, M5S.

L’esempio guida è stato il Prefetto di Trieste, che fino al 31 dicembre ha emanato un’ordinanza per cui le manifestazioni contro la Certificazione Verde non si potranno tenere nella centralissima Piazza Unità. Nel capoluogo friulano, infatti, le proteste per un certo periodo di tempo sono state programmate per diversi giorni consecutivi e cittadini da diverse parti del Nord Italia giungevano in città per parteciparvi. Anche a Milano, sabato scorso la prefettura ha indicato off-limits una serie di piazze e di strade. Il risultato è stato che un corteo s’è tenuto, ma quando ha tentato di eludere il percorso concordato, la polizia l’ha impedito. La manifestazione si è quindi conclusa senza danni, con un controllo sui partecipanti. E ora, come contraccolpo, per non avere problemi legali con quello che accadrà da questo sabato in poi, si è sciolto il Comitato di No Green Pass che aveva trattato con la questura milanese. “È diventato impossibile – scrivono in una nota – sederci al tavolo delle trattative con chi ha rinchiuso centinaia di manifestanti pacifici in una via e li ha trattati peggio dei criminali, obbligandoli a mostrare i documenti”. Questo crea un velo di incertezza sulle manifestazioni che così non avranno un gruppo leader e difficilmente scenderanno quindi a patti con Questura e Prefettura.

Intanto a Trento si annuncia che ogni manifestazione dovrà tenersi fuori dal centro storico, così come a Roma il consiglio è quello di concentrarsi al Circo Massimo, molto lontano dallo shopping e dalla politica. Questa è infatti l’indicazione del ministero: “liberi di manifestare, ma senza pregiudicare le libertà altrui”. Favorevole a queste soluzioni il nuovo sindaco di Torino, Stefano Lo Russo: “il diritto legittimo di manifestare – dice – non può violare ripetutamente i diritti degli altri, danneggiare le attività economiche e, cosa ancor più grave, vanificare i sacrifici di tutti. È stata presa una decisione che accoglie le richieste di tanti sindaci”.

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