Le origini e il significato del detto “Lupu ri mala cuscenza comu opira penza”: l’animale, simbolo per eccellenza della cattiveria, indica che il vero cattivo è proprio colui che, disonesto, pensa male degli altri
Gli animali sono da sempre l’espediente perfetto per narrare vizi e virtù dell’essere umano, attraverso le metafore. Del resto, diversi comportamenti (per esempio l’istinto) e alcune caratteristiche psico-fisiche sono facilmente associabili tanto a una persona, quanto a un animale. La prova viene dalle tante espressioni comuni della lingua parlata che associano un aggettivo a un animale “fiero come un Leone”, oppure dei termini derivanti direttamente dalla bestiola in questione come “pavoneggiarsi”.
Anche il dialetto prende in prestito diverse figure della fauna per dispensare modi di dire e proverbi che racchiudono importanti insegnamenti. Una particolare espressione usata tanto a Messina quanto nel resto della Sicilia, ha come protagonista il lupo, eternamente descritto come malvagio, violento e ingannevole. In questo caso, la bestia serve a descrivere uno strano comportamento umano. Il detto recita: “lupu ri mala cuscenza, comu opira penza”, tradotto in italiano “il lupo con una cattiva coscienza, pensa allo stesso modo in cui opera”. Il significato è facilmente intuibile: l’uomo che ha la coscienza sporca, che è abituato a fregare il prossimo, pensa che sia normale comportarsi come fa solitamente e che anche gli altri facciano lo stesso.