Il Ponte sullo Stretto, il Waterfront di Zaha Hadid e il Mediterranean Life di Porto Bolaro: tre opere per fare di Reggio Calabria la vera Capitale del Mediterraneo

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Il Ponte sullo Stretto, il Waterfront di Zaha Hadid e il Mediterranean Life di Porto Bolaro: tre grandi progetti per una grande Reggio

Certamente non si può dire che Reggio Calabria stia vivendo un momento di sviluppo e benessere: la città continua ad essere piegata dalle ormai ataviche emergenze legate ai malfunzionamenti della raccolta dei rifiuti, della distribuzione dell’acqua pubblica e della sicurezza sulle strade. Sulle inefficienze dell’amministrazione incombe adesso anche la sentenza del processo Miramare, che può determinare un vero e proprio terremoto politico stravolgendo gli attuali assetti amministrativi della città. E al già degradato scenario locale si aggiunge la gravità di una crisi dalla portata nazionale e internazionale legata alla pandemia e alle restrizioni che hanno falcidiato l’economia.

Nonostante tutto questo, però, per Reggio Calabria si può iniziare a scorgere anche un barlume di speranza. Arrivano numerosi, infatti, i segnali che possono riaccendere la possibilità che la città cambi rotta e riprenda quel percorso di crescita e sviluppo abbandonato da ormai quasi dieci anni, con la ferita del commissariamento non ancora sanata al punto che in consiglio comunale si lavora per ottenere un risarcimento. Una nuova stagione può iniziare davvero, e se la città ci riuscirà, dovrà ricordare questi giorni dell’autunno 2021 in cui si stanno ponendo le basi per una nuova grande Reggio. Nello specifico, i segnali si chiamano Pnrr, Giusi Princi e Porto Bolaro.

Il Pnrr è ormai sulla bocca di tutti e quantificare i reali benefici che apporterà ai territori è compito arduo e avventuroso. Ad esempio non è ancora chiaro se, come e quando l’alta velocità ferroviaria annunciata dal piano presentato a Bruxelles dal governo Draghi arriverà davvero a Reggio Calabria, con che tempi e con che tracciato. Di certo, però, sappiamo che il Pnrr ha già finanziato con fondi vincolati del Recovery Fund la realizzazione del Museo del Mediterraneo progettato nel 2007 dall’archistar Zaha Hadid per il nuovo Waterfront della città. Si tratta di 53 milioni di euro dedicati proprio all’opera reggina già inseriti nel masterplan delle risorse disponibili per gli attrattori culturali delle Città Metropolitane.

Waterfront Museo del Mare Zaha Hadid

Il nuovo waterfront di Reggio Calabria poteva essere già realizzato da tempo se il sindaco Falcomatà non l’avesse stralciato nel 2015, nonostante fossero già disponibili i fondi stanziati con il Decreto Reggio e con i PISU con risorse a progetto che in alcun modo potevano essere utilizzate per altro e che infatti andarono persi per sempre. Adesso l’opera dovrà andare in appalto e certamente prenderà forma, seppur con dieci anni di ritardo. Si tratta di un progetto ambizioso e avveniristico voluto da Zaha Hadid quando, nel 2007, vinse il concorso di progettazione indetto dal Comune allora guidato da Scopelliti con l’intenzione di proiettare la città nel futuro tramite il virtuoso utilizzo dei fondi europei. Zaha Hadid in persona ha poi firmato il contratto proprio con Scopelliti il 5 settembre 2009 a Londra, presso l’Ambasciata d’Italia alla presenza della stampa estera che in quegli anni dedicava ampia visibilità alla rinascita della città calabrese dello Stretto ed evidenziava l’importanza di un progetto così avveniristico.

Un progetto che adesso andrà a riqualificare tutta la zona del porto, con l’obiettivo di “diventare un simbolo che caratterizzi inequivocabilmente la città di Reggio Calabria come capitale culturale e futuro punto di confluenza tecnico-economico del bacino del mediterraneo“, come hanno spiegato gli spiegano gli architetti dello staff progettista guidato da Zaha Hadid. “Perfettamente visibile dalla costa opposta, il Museo del Mediterraneo sarà unico nel paesaggio, segnale inconfondibili per l’orientamento dal mare e da terra. Monumento alla grandiosità della cultura mediterranea e simbolo di Reggio Calabria, il museo del Mediterraneo si rivolge alla città offrendo i suoi fronti più belli al mare: verso la Sicilia ad Ovest, e verso l’ingresso al porto turistico, sul lato Nord- Est. A Ovest, il segnale unico dell’ingresso alla città dal mare, a Est e Nord-Est uno sfondo straordinario per tutto il bacino del porto. Questa posizione è ideale anche per tutte le vedute verso il porto dalla parte alta della città e perfettamente visibile anche all’ingresso in città da Nord, sia dall’autostrada e che dalla ferrovia. La localizzazione del Museo, al confine con il porto turistico, garantisce la conclusione ideale della passeggiata urbana. Questa, attraverso il distretto turistico ricettivo Nord in continuità con il lungomare attuale, si raccoglie sulle piazze pubbliche al di sotto del grande atrio d’ingresso e protette dai volumi del Museo. Questo sistema di piazze è un luogo ideale per lo svolgimento di attività all’aperto più o meno legate all’attività del museo, per eventi di vario genere e rappresentazioni. Questa scelta architettonica vuole garantire la migliore connessione tra il nuovo distretto ricettivo Nord, la spiaggia in continuità urbana con la città, il lido comunale e gli alberghi che sono numerosi nell’area. Allo stesso tempo, però, consente di conservare il carattere e la scala urbana dell’attuale quartiere dei pescatori con una serie di locali, ristoranti ed attrezzature per il tempo libero di supporto alla spiaggia. Un altro aspetto importante di questa localizzazione – concludono i progettisti – risiede nella possibilità di salvaguardare il più possibile il carattere naturale della spiaggia intervenendo con strutture adeguate (attrezzature leggere per la balneazione, piccoli locali per il ristoro e un villaggio turistico alla confluenza delle fiumare)“.

Waterfront Museo del Mare Zaha Hadid

Intanto lunedì scorso il neo governatore della Regione Calabria, Roberto Occhiuto, ha varato la sua Giunta Regionale indicando in Giusi Princi il Vice Presidente con le deleghe più importanti: bilancio, lavoro e formazione, musei e biblioteche, associazioni e pari opportunità, sport, istruzione e università, politiche giovanili e “Azioni di Sviluppo per la Città Metropolitana di Reggio Calabria“. Giusi Princi è una brillante manager reggina che negli ultimi 12 anni ha trasformato il Liceo Scientifico Leonardo Da Vinci di Reggio Calabria da una scuola in macerie a un’eccellenza nazionale, tanto che a Reggio è tanto grande la gioia per la sua nomina quanto la tristezza per il fatto che dovrà lasciare l’incarico di dirigente scolastico. Nelle mani di Giusi Princi ci sono i settori più importanti della Regione nel momento in cui la competenza per l’utilizzo dei fondi a disposizione farà la differenza nella gestione delle ingenti risorse in arrivo. E in questo contesto, per la prima volta nella storia, la Regione ha previsto un’apposita delega per “Azioni di Sviluppo per la Città Metropolitana di Reggio Calabria“. E’ un altro passaggio strategico che pone le basi per investimenti strategici nel territorio reggino, tramite un manager capace e competente.

Giusi Princi, inoltre, è la vice di Roberto Occhiuto: il neo governatore calabrese è anche uno dei principali esponenti nazionali di Forza Italia e si è sempre speso in prima linea per la realizzazione del Ponte sullo Stretto. Un’opera imprescindibile per lo sviluppo del Sud, che va ben oltre l’area dello Stretto e le città di Reggio e Messina. Per realizzarlo, Occhiuto dovrà prima di tutto superare le resistenze interne al proprio partito e alla propria coalizione: il Ministro del Sud Mara Carfagna è stata sempre molto fredda sulla grande opera dello Stretto, che per Salvini e Meloni è stato fino ad oggi poco più di uno slogan elettorale. Ma Forza Italia è anche il partito che con Berlusconi aveva mandato l’opera in cantiere, prima di venire bloccata a più ripresa dalla sinistra di Prodi che scelse Alessandro Bianchi come Ministro dei Trasporti nel 2006, e poi dai tecnici guidati da Mario Monti nel 2012. Oggi il partito azzurro è ancora il capofila della battaglia parlamentare per la realizzazione del Ponte sullo Stretto, a cui si sono avvicinati anche Renzi e alcuni esponenti del Partito Democratico. Addirittura negli ultimi anni persino alcuni rappresentanti del Movimento 5 Stelle hanno cambiato idea e sposato il progetto del Ponte, e allora nel parlamento più anarchico della storia della Repubblica c’è ancora spazio per indirizzare una piccola quota delle grandi somme in arrivo dall’Europa proprio per collegare il Sud Italia al resto del continente.

occhiuto ponte sullo stretto

Il Ponte sullo Stretto avrebbe un doppio beneficio su Reggio Calabria, così come su Messina: da un lato tutto ciò che porterebbe al Sud, quindi lavoro, sviluppo e collegamenti veloci via terra a breve, media e lunga percorrenza, ponendo fine alla perifericità in cui oggi è confinato il meridione. Ma nello specifico, il Ponte diventerebbe anche un simbolo urbano per quella grande area metropolitana dello Stretto che tra le due sponde di Scilla & Cariddi conta quasi 500.000 abitanti per cui diventerebbe uno straordinario attrattore turistico, con un indotto inimmaginabile sia dal turismo che dall’interconnessione delle due sponde, con Reggio e Messina che da un giorno all’altro diventerebbero nient’altro che due quartieri di una grande città con una economia nuova, un pubblico più vasto e uno sviluppo straordinario. Se il Ponte vale tanto per il Sud e per l’Italia intera, vale tantissimo per Messina e Reggio Calabria che verrebbero proiettate nuovamente al centro del mondo tramite ciò che ha sempre fatto la differenza per lo sviluppo e la crescita delle comunità: le infrastrutture di comunicazione.

Infine, c’è porto Bolaro. Sabato 13 Novembre il Consiglio Comunale di Reggio Calabria ha finalmente approvato la mozione per avviare l’iter di realizzazione del progetto “Mediterranean Life“. Si tratta del più grande progetto della storia della città, e non solo. Uno dei più ambiziosi d’Italia, che potrebbe proiettare la città calabrese dello Stretto come un centro nevralgico nel cuore del Mediterraneo. L’idea brillante è della società che 12 anni fa ha realizzato Porto Bolaro, il primo Centro Commerciale di Reggio Calabria nella zona Sud della città, e poi si è allargata con la Marina di Porto Bolaro, un approdo per la nautica da diporto che sta crescendo sempre di più di anno in anno e accoglie lussuose imbarcazioni in transito nello Stretto. Siamo in un vero e proprio paradiso naturale che gli interventi di questa importante realtà imprenditoriale sta finalmente valorizzando per ciò che merita (fino al 2009, invece, sembrava uno scorcio primitivo di una terra ancora inesplorata con qualche baracca da indigeni).

Ecco, invece, la Marina di Porto Bolaro oggi:

Il progetto di ulteriore sviluppo è straordinario, ma soprattutto è completamente privato. Vale diverse centinaia di milioni di euro (per rendere l’idea, tutto il complesso dello Juventus Stadium di Torino è costato 155 milioni di euro). Stiamo parlando, quindi, di uno dei progetti privati più grandi della storia d’Italia fortemente voluto dal titolare di Porto Bolaro, Pino Falduto, un imprenditore lungimirante e follemente innamorato di Reggio.  “E’ un progetto normale per i nostri tempi in questo mondo, anzi. A Dubai hanno dovuto rifare tutto daccapo, non c’era niente. Hanno persino portato la terra per i grattacieli sul mare. Le linee elettriche e idriche da centinaia di chilometri di distanza. Il nostro è un progetto assolutamente realizzabile, studiato nei minimi particolari, al passo con i nostri tempi, nulla di visionario o di eccezionale” ha spiegato Falduto ai microfoni di StrettoWeb presentando il progetto un paio di anni fa, con gli occhi lucidi dall’emozione. Non è uno sprovveduto Pino Falduto: nel 1993 da consigliere comunale a Palazzo San Giorgio è stato il principale promotore della “Primavera di Reggio”, ottenendo la prima elezione (indiretta) di Italo Falcomatà nel civico consesso e adoperandosi per la realizzazione del Lungomare e una serie di progetti che in quegli anni hanno risvegliato l’appartenenza e l’identità reggina. Ha continuato a battersi per la città anche dopo l’esperienza di Assessore della Primavera di Reggio e come imprenditore ed è riuscito a realizzare Porto Bolaro nel 2009 (“dopo 7 lunghi anni per le autorizzazioni e la burocrazia, ci abbiamo messo un anno a completare i lavori“). Adesso vuole spingersi oltre.

L’intenzione è quella di proiettare Reggio nel mondo, intercettare la rotta del Mediterraneo che potrebbe dare alla città un ruolo straordinario nel turismo marittimo internazionale: “con questo progetto vogliamo aprire Reggio Calabria al mondo. Non è un progetto pensato solo per Reggio, ma per tutto il Mediterraneo. Con questo tipo di strutture e servizi a pochi chilometri da un Aeroporto e in una città che custodisce opere archeologiche straordinarie come i Bronzi di Riace, e ha un tesoro naturalistico da valorizzare dai mari alle montagne fino ai borghi storici o ai forti sulle colline, Reggio Calabria diventerebbe il naturale punto di riferimento internazionale nel cuore del Mediterraneo“, nella lungimirante visione di Falduto.

Il progetto prevede 4 grandi aree: il porto turistico, il Lungomare, la Bolaro Tower e il Pala Mediterraneo.

Il progetto “Mediterranean Life” è stato realizzato tecnicamente dagli architetti Giancarlo Ferrante, Giuseppe Falduto, Stefano Lionte e Federica Cilea, con i collaboratori Nicola Zera Falduto e Paolo Siclari ed è stato già presentato al Comune, che nei mesi scorsi ha convocato l’apposita Conferenza dei Servizi. L’iter burocratico per le autorizzazioni, quindi, è già partito, anche se servono pochissime deroghe. L’area interessata dall’intervento è di proprietà della società che ha ideato del progetto e rispetta già la destinazione urbanistica. Si trova al di fuori di ogni tipo di vincolo aeroportuale ed è completamente edificabile. Porto Bolaro, in sostanza, ha pensato questo progetto per migliorare casa propria con uno sguardo più ampio alla città e al circondario, che avrebbero ricadute eccezionale. Le uniche deroghe necessarie sono quelle per l’altezza dei grattacieli e per il volume delle strutture, oltre all’iter demaniale per il porto turistico che è stato progettato su una superficie di 71.140 mq di banchine, che racchiudono uno specchio d’acqua di 90.010 mq per poter ospitare imbarcazioni di lusso e navi da crociera.

Il progetto si presenta come un’estensione dell’attuale struttura di Porto Bolaro, verso Nord, nella zona “industriale” di San Leo che da decenni versa in deprimenti condizioni di abbandono e incuria che dovrebbero creare imbarazzo a tutti i cittadini. Il valore del progetto, quindi, è doppio: non solo una realtà avveniristica e al passo con i tempi del mondo in riva allo Stretto, ma anche una riqualificazione ambientale e territoriale in un’area industriale in abbandono, senza alcuna spesa pubblica ma con ripercussioni positive straordinarie sotto tutti i profili sociali, economici e di qualità della vita per la città.

Il progetto, oltre al grande porto turistico, si compone di un Lungomare Mediterraneo con tante strutture dedicate allo sport (campi da tennis, calcio, basket e bocce) e alla cultura (spettacoli teatrali, cinema, esposizioni artistiche), quindi di grande spessore qualitativo per innalzare il livello della qualità della vita di una città sempre in fondo ad ogni graduatoria proprio per la mancanza di spazi e strutture in cui praticare sport e accedere alla cultura. E’ previsto un PalaMediterraneo con due torri di 24 piani per 288 appartamenti attrezzati per ospiti di livello provenienti da tutto il mondo nella struttura portuale.

Nel progetto ci sono una bellissima Arena sul mare e una piscina olimpionica ma soprattutto il fiore all’occhiello, la Bolaro Tower, un grattacielo di 179 metri che diventerebbe uno dei più alti d’Italia, paragonabile soltanto alle tre Torri “Unicredit”, “Allianz” e “Hadid” del progetto CityLife di Milano e ai due grattacieli della Regione Piemonte e di Intesa Sanpaolo a Torino.

La Bolaro Tower prevede 30 negozi al primo piano, 10 sale cinema e bowling al secondo piano, centro benessere, palestra, sale multifunzione e da ballo al terzo piano e poi una serie di appartamenti su terrazzamenti realizzati partendo dell’idea di un “Bosco Verticale Mediterraneo”, con grande sensibilità ai temi dell’ambiente e dell’armonia naturale, e un Resort a 5 Stelle di 37 piani, con 629 camere, per ospitare 1.258 persone. Proprio una di quelle strutture di cui a Reggio Calabria si sente molto la mancanza.

Complessivamente il progetto prevede un’occupazione diretta di 2.610 addetti fissi e una indotta di 3.915 addetti fissi, per un totale di 6.525 posti di lavoro a tempo indeterminato, oltre a tutte le maestranze necessarie a costruire l’opera nei 4 anni di lavori.

I terreni sono i nostri, l’idea e i soldi pure. Ci sono centri di investimento che non vedono l’ora di riversare le proprie energie in un progetto così importante. Dobbiamo lavorare in sinergia con il Comune per l’iter della Conferenza dei Servizi, su cui siamo particolarmente fiduciosi per la bontà del nostro progetto preliminare, e con la Ferrovia per la realizzazione delle opere accessorie alla linea ferroviaria, che verrà interrata proprio come sul Lungomare cittadino“. E sabato da Palazzo San Giorgio è arrivato il primo riconoscimento importante che avvia l’iter per un’opera che è già stata selezionata da Waterfront Lab per essere presentato a fine Settembre alla Fiera Nautica di Genova come emblema del “laboratorio di incontro” tra la nautica e le infrastrutture.

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Reggio Calabria, quindi, ha una speranza nuova. Anzi tre. Il Ponte sullo Stretto, il Museo del Mare di Zaha Hadid e il Mediterranean Life di Porto Bolaro. Non è soltanto un grande sogno. Ci sono tutti i presupposti affinchè diventi realtà, una realtà nuova che restituisca a questo territorio l’entusiasmo e la passione che chiunque nasca e viva in questo scenario naturale non dovrebbe perdere mai.

 

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