L’allenatore della Reggina Alfredo Aglietti si è concesso ai microfoni della Gazzetta dello Sport parlando di diversi argomenti tra campo, mercato e obiettivi personali e di squadra
“Ho avuto un’accoglienza straordinaria, come se il tempo si fosse fermato”. E’ questo il filo che ricollega alla Reggina l’Aglietti giocatore da quello allenatore. 25 anni sono tanti, ma per il tecnico amaranto il tempo si è fermato e tutto è tornato a posto. Lo rivela in un’intervista alla Gazzetta dello Sport odierna. “Gli anni da calciatore in Calabria? Ero in grande ascesa, venivo da D e C2. Questa piazza aveva responsabilità diverse, dovevamo vincere e gettare le basi per costruire la A, poi arrivata coi momenti più belli della storia del club. Ora mi aspetta un altro trampolino. Ho 51 anni, ho fatto tanta esperienza in B, credo di aver dimostrato di poterci stare e il mio lavoro viene apprezzato. Credo di meritare la categoria superiore: non ho mai avuto la possibilità, chissà. Come Sarri, anch’egli toscano? Lui ha conquistato la A sul campo dopo tanta gavetta. Se non verranno riconosciuti i miei meriti, cercherò di conquistarla così anche io”.
Poi si entra più nel dettaglio. I playoff, Aglietti, li ha disputati tre volte da allenatore. Ora la quarta con la Reggina? “Ci sono 10-12 squadre top, per nomi e ingaggi. Mai vista una B così. È un attimo lanciarti con due vittorie, come precipitare con due sconfitte. Vedi il Pisa: è partito forte, poi è stato risucchiato. Serve equilibrio. I tifosi sognano, è giusto, le imprese si costruiscono dai sogni. L’equilibrio dobbiamo averlo noi e l’entusiasmo è uno stimolo. Continuità e regolarità devono essere la parola d’ordine. Guai ad abbattersi dopo una sconfitta: se c’è un contraccolpo mentale, ne vai a perdere tre. Al mio arrivo mi ero detto che dovevamo riavvicinare i tifosi, oggi vedere lo stadio pieno è gratificante”.
Diplomatico, Aglietti, quando si parla di mercato e di singoli. “Innesti a gennaio? Faremo le valutazioni più avanti, ma il gruppo è sano e tutti remano dalla stessa parte. La squadra è esperta, forse perdiamo qualcosa in sprint, ma acquistiamo in sapienza e gestione: vedremo alla lunga quale sarà la qualità vincente. Galabinov come me? Lui i gol li fa in area, io cercavo anche di partecipare al gioco. Denis ha 40 anni solo nel fisico, nella testa ne ha 20 e ha un grande spirito: è utile in campo e fuori. Con Menez ho un rapporto ottimo come con tutti gli altri, è un giocatore importante: sta dando il suo contributo e siamo felici di averlo”.