Stava per sfondare la porta di casa dell’ex moglie: arrestato marito violento in Calabria

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Calabria: stava per sfondare la porta di casa dell’ex moglie ma l’intervento risolutivo di una pattuglia di Carabinieri ha impedito che accadesse il peggio

Stava per sfondare la porta di casa dell’ex moglie ma l’intervento risolutivo di una pattuglia di Carabinieri ha impedito che accadesse il peggio. Il fatto è accaduto nella serata del 25 novembre scorso e i Carabinieri di Catanzaro hanno arrestato un 22enne del luogo con l’accusa di maltrattamenti in famiglia. Era proprio il 25 novembre, la stessa giornata istituita dall’ONU per combattere chi usa violenza sulle donne e i Carabinieri sono dovuti intervenire ancora una volta in un’abitazione dell’area sud di Catanzaro per una lite tra ex coniugi. Al loro arrivo non hanno trovato due ex coniugi che litigavano tra loro bensì, una scena molto diversa, un 22enne in preda alla rabbia che con calci e pugni colpiva la porta dell’abitazione dell’ex moglie, una ragazza 26enne, urlandole improperi e minacce. Riportato l’uomo alla calma, i Carabinieri, grazie alla consultazione del nuovo ed utilissimo sistema “Scudo”, hanno accertato l’esecuzione di numerosi interventi delle forze di polizia per eventi simili accaduti tra i due, nonché la presenza già di due querele che la donna, vittima ormai da mesi delle vessazioni dell’ex marito, aveva sporto alle autorità preposte. Immediatamente l’uomo è stato arrestato dai Carabinieri per maltrattamenti in famiglia e sottoposto agli arresti domiciliari come disposto dall’Autorità Giudiziaria, come tra l’altro confermato al termine del processo per direttissima davanti al GIP di Catanzaro. Il Sistema “Scudo” è un applicativo in dotazione alle Forze di Polizia da alcuni mesi e che permette di evidenziare i precedenti interventi delle pattuglie nei confronti di vittime di violenza, anche nei casi in cui non sia stata presentata denuncia. Lo scopo è quello di monitorare episodi rientranti nel cosiddetto “codice rosso”, non sempre caratterizzati da particolari gravità o aggressività, come le liti verbali, ma che, attraverso una condotta abituale, potrebbero assumere rilievo penale e diventare atti persecutori o maltrattamenti ai danni di familiari o conviventi.

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