Covid, Foa (ex presidente Rai): “le terapie domiciliari precoci sono l’alternativa ai vaccini, risolverebbero tutti i problemi”

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“Oggi sappiamo che il 99,7% delle persone con il vaccino ha la possibilità di essere curato in casa, ed è una grande notizia, ma possiamo portiamo la percentuale al 100%”, ritiene il noto giornalista

Un dibattito molto interessante è andato in scena ieri nel corso del programma Controcorrente, in onda ieri sera su Rete4. Marcello Foa, ex presidente Rai, ha spiazzato tutti gli ospiti della giornalista Veronica Gentili chiedendo, in presenza del dott. Fabrizio Pregliasco, il motivo per cui non si ascoltano i medici che da sempre chiedono di sfruttare le terapie domiciliari precoci, utili ad bloccare l’infezione ai primi sintomi e non portare al rischio di complicazioni da Covid-19. I vaccini infatti riescono in maniera ottimale a ridurre la possibilità di contrarre la malattia grave, ma può capitare che un paziente si ammali nonostante la protezione e a quel punto, anche se vaccinato, può rischiare la vita. Il noto giornalista ha avanzato questa critica costruttiva per capire come mai in Italia si è deciso di puntare unicamente sul vaccino e parallelamente non si sono ad oggi effettuati dei test clinici (studi randomizzati) sulle esperienze di questi medici e dei loro malati.

“Tutta questa crisi è un’anomalia, sui dati della Germania c’è chi sostiene che il calo dei contagi sia iniziato prima del lockdown per i non vaccinati – esordisce Foa – . Io sono contrario a questo tipo di misure perché creano soltanto confusione a livello scientifico. Se qualcuno dice che anche i vaccinati con tre dosi devono fare il tampone prima di accedere al ristorante, il risultato è quello di generare caos. Se noi facciamo mente locale di questi due anni, scopriamo che sono stati fatti tanti annunci contraddittori, che si sono smentiti con i fatti”.

“Non è vero che non c’è nessuna alternativa ai vaccini. Ci sono dei medici, sia in Italia che all’estero, che chiedono di contemplare una “terza via”. Loro combattono per un obiettivo comune, ovvero che molte meno persone vadano in ospedale con dei sintomi gravi o in condizioni disperate. Ma perché non facciamo dei test clinici a cui si somministrano a tanti pazienti dei farmaci che possono sin da subito ridurre le complicazioni? Se noi facciamo questo potremmo riuscire a gestire la crisi sanitaria in maniera molto più ragionevole, senza creare divisioni tra vaccinati e non vaccinati, gente con prima, seconda o terza dose, cittadini tamponati e non tamponati. Cerchiamo di creare questa nuova realtà, oggi sappiamo che il 99,7% delle persone con il vaccino ha la possibilità di essere curato in casa, portiamo la percentuale al 100% ed abbiamo risolto il problema”, conclude Foa.

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