Covid, poliziotto si toglie la vita: non voleva vaccinarsi, le sue chat pubblicate sul web

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Dopo che i suoi messaggi sono stati mostrati sulla TV nazionale, estrapolati dal contesto ed esposti agli occhi del mondo, l’agente Giorgio Gibbo era caduto in depressione. Era il sovrintendete capo coordinatore presso la Questura di Genova

Una storia tragica giunge da Genova. Un poliziotto si è suicidato perché minacciato di essere sospeso qualora avesse deciso di non vaccinarsi contro il Covid-19. Si chiamava Giorgio Gibbo, aveva 53 anni, di cui 30 trascorsi a servire lo Stato e proteggere i suoi cittadini. Era un agente, sovrintendete capo coordinatore presso la Questura di Genova. La storia che ha sconvolto tutti, raccontata dal portale Byoblu, è una tragedia figlia di questi tempi. “Gibbo non voleva farsi somministrare il vaccino, non perché era un ‘no vax’, o un ‘complottista’, ma soltanto perché aveva paura. Dal 15 dicembre 2021, è infatti stato introdotto l’obbligo vaccinale per le forze dell’ordine. Per gli agenti che non si sottopongono alla richiesta, è prevista la sospensione dal servizio senza alcun compenso, ma anche il ritiro temporaneo della ‘tessera di riconoscimento, la placca, l’arma in dotazione e le manette’. Così recita la circolare diffusa dal Ministero degli Interni”.

Non è solanto Giorgio ad avere paura, sono in molti tra gli agenti e i militari che nutrono dei dubbi e che si trovano di fronte a una decisione forzata, perché la pena è la sospensione dal servizio. Gli agenti si fanno forza a vicenda e creano dei gruppi social dove discutono della situazione paradossale. D’altronde una testimonianza molto vicina è quella raccontata pochi giorni fa, quando a Messina il colonnello Salvatore Gagliano è morto pochi giorni dopo la somministrazione del vaccino. Anche lui non voleva vaccinarsi, ma in qualità di Capo di Stato Maggiore  è stato chiamato a dare l’esempio nei confronti di tutti gli altri colleghi. Saranno i medici legali a stabilire se esiste una correlazione tra il farmaco e il decesso.

“Gibbo chiede scusa ai suoi colleghi per il fatto che avrebbe potuto cedere e farsi iniettare una sostanza che non voleva semplicemente nel suo corpo – si legge sulle pagine di Byoblu – . Ma lui amava il suo lavoro, e il ricatto di essere sospeso avrebbe potuto portarlo a fare qualcosa contro la sua volontà. Dopo che i suoi messaggi sono stati mostrati nella TV nazionale, estrapolati dal contesto e spiattellati lì, senza pensare alle conseguenze, Giorgio Gibbo è provato. La paura che la sua identità potesse essere rintracciata e messa in correlazione con il messaggio diventa sempre più forte. Tanto da farlo cadere in una sorta di depressione causata da una società che lo considera un emarginato. Dopo essere stato Servitore dello Stato per oltre trent’anni, si vede ora minacciato di essere lasciato a casa senza stipendio. Spogliato della sua placca, arma e del lavoro che per trent’anni ha svolto diligentemente senza chiedere mai niente a nessuno”.

La mattina di domenica 5 dicembre 2021, la madre inizia a preoccuparsi: “Gibbo non risponde al telefono dalla sera prima. Preoccupata per suo figlio, la madre telefona alla Polizia, segnalando il fatto. Presto si mettono in azione le ricerche, e subito la sensazione è che Gibbo possa essersi fatto qualcosa. Le tracce portano nella provincia di Alba in Piemonte, dove Gibbo aveva una casa in campagna. Gli agenti fanno irruzione, il poliziotto giace esanime dopo essersi sparato un colpo in testa con la pistola d’ordinanza. La Procura di Cuneo ha ora aperto un’indagine per accertare le dinamiche del suicidio”.

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