Qualità della vita, l’indagine del Sole 24 Ore: 97ª Messina, 101ª Reggio Calabria. Profonda differenza tra Nord e Sud

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Le città dello Stretto perdono entrambe sei posizioni rispetto all’annata precedente: Crotone è ultima (107° posto), come lo scorso anno, anticipata da Foggia e Trapani che scivolano sul fondo. In testa Trieste, seguita da Milano e Trento. Risalgono in classifica Roma e Firenze

Reggio Calabria e Messina tra le ultime posizioni nella classifica relativa alla Qualità della vita nelle provincie italiane. Sono stati pubblicati infatti questa mattina i risultati per il 2021 dell’indagine annuale del Sole 24 Ore , che come di consueto ha stilato la graduatoria delle città in cui si vive meglio. Passare dai numeri ai fatti, è questo l’obiettivo della ricerca: “dalla rilevazione sempre più affinata delle disparità che affliggono l’Italia ad iniziative concrete per innalzare la qualità della vita dei cittadini. Con obiettivi vincolanti nel tempo e da verificare passo dopo passo. Come spiega a pagina 24 Francesco Maria Chelli, responsabile della produzione statistica Istat, decenni di riflessione sugli strumenti per misurare il benessere – al pari delle indagini del Sole 24 Ore sulla qualità della vita – hanno ormai prodotto un quadro di indicatori affidabili, in sintonia con gli obiettivi di sostenibilità Onu e declinati nel contesto specifico italiano”. L’indagine, come ogni anno, scatta una fotografia del Paese attraverso 90 indicatori statistici su base provinciale divisi in sei ambiti: ricchezza e consumi, affari e lavoro, demografia società e salute, ambiente e servizi, cultura e tempo libero. Tra i vari parametri presi in considerazione ce ne sono 28 che sono stati aggiornati al 2021 (alcuni addirittura a settembre-ottobre scorso) e una decina di “indici sintetici” (cioè che a loro volta aggregano più parametri): quest’anno la storica indagine del Sole 24 Ore consente di focalizzare in particolare come sta andando la ripresa post pandemia – grazie ad un’analisi fatta su 20 dei 90 indicatori, per i quali è stata anche considerata la variazione rispetto all’anno precedente – e quali sono i divari territoriali, di genere e generazionali che ancora persistono, analizzati attraverso gli indici della Qualità della vita di bambini, giovani e anziani, che premiano le province con il miglior contesto di vita per fasce di età, e l’indice della Qualità della vita delle donne, presentato oggi per la prima volta, che misura la geografia dei divari di genere.

I risultati dell’indagine evidenziano la netta disparità tra il Nord e il Sud del Paese. Stabile nelle ultime posizioni, quasi a confermare l’urgenza degli investimenti del Pnrr in arrivo per ridurre i divari, il Mezzogiorno. Crotone è ultima (107° posto), come lo scorso anno, anticipata da Foggia e Trapani che scivolano sul fondo. Come detto, in fondo sia Reggio Calabria, 101ª in classifica, che Messina, al 97° posto. Entrambe perdono sei posizioni rispetto alla graduatoria dello scorso anno, che vedeva la città siciliana quindi al 91° posto, e quella calabrese al 95°. Su novanta indicatori le ultime posizioni sono popolate in ben 57 casi da province del Sud o delle Isole. E le prime province non del Mezzogiorno che si incontrano, partendo dal fondo e salendo verso l’alto, sono Latina (83ª) e Frosinone (82ª), seguite a poca distanza da Imperia (77ª).

Totalmente diverso il discorso delle città del Nord: l’indagine 2021 premia Trieste, già salita negli ultimi due anni al quinto posto della graduatoria annuale. Sul podio inoltre torna Milano, dopo la scivolata fuori dalla top ten nel 2020 per effetto del Covid, e Trento resta solida al terzo posto. Altra analisi importante è chiara leggendo i nomi tra le prime dieci province, sette sono del Nord-Est: Bolzano (5ª), Pordenone (7ª), Verona (8ª) e Udine (9ª) che confermano la loro vivibilità e Treviso (10ª) è l’unica new entry, anche grazie al primato nella Qualità della vita delle donne, l’indice presentato per la prima volta quest’anno per mettere al centro le tematiche di genere nella ripresa post-pandemia.

Confermate nella top ten anche Aosta (4ª) e Bologna (6ª). Il capoluogo emiliano, in testa nell’edizione 2020, scende di qualche posizione ma conquista il primo posto in “Demografia, società e salute” soprattutto grazie agli elevati livelli di istruzione della popolazione. Le province lombarde ri-conquistano tutte diverse posizioni rispetto allo scorso anno, ad eccezione di Sondrio. Nel 2020 la regione, più di altri territori, era stata particolarmente penalizzata dall’impatto dell’emergenza sanitaria, misurato ad esempio dal crollo del Pil pro capite in seguito al lockdown e dai dati sanitari (mortalità e contagi in primis).

Oggi Milano torna in vetta in “Ricchezza e consumi” e “Affari e lavoro”, risultando prima, tra l’altro, per i prezzi delle case, la retribuzione media annua, l’incidenza di imprese che fanno e-commerce e la diffusione dei servizi bancari online. Monza e Brianza (14ª), invece, si riprende il posto nella parte alta della classifica grazie a “Ricchezza e consumi”, con valori al top sia nella spesa delle famiglie per beni durevoli sia nella retribuzione media annua dei lavori dipendenti, al tasso di imprese che fanno e-commerce, al primato del verde storico che tiene conto dell’estensione del Parco di Monza, e al ridotto numero di infortuni gravi sul lavoro.

Il progressivo superamento della crisi pandemica rilancia altre città metropolitane. Roma sale dal 32° al 13° posto, Firenze dal 27° all’11°. Bari (71ª) guadagna una posizione mentre Napoli (90ª) ne guadagna due. La Capitale, in particolare, entra nelle top ten della Qualità della vita degli anziani, uno dei tre indici generazionali che debuttano quest’anno nell’indagine e si distingue per livelli di istruzione, edifici coperti da banda larga e patrimonio museale. In controtendenza, invece, Cagliari, Torino, Genova e Catania che perdono tutte qualche posizione rispetto al 2020. Tra le altre città del Sud troviamo Palermo al 95° posto e Catanzaro al gradino 96.

Classifica sulla qualità della vita, Mancuso: “accelerare nell’utilizzo delle risorse del Pnrr”

 “Ventiquattro province del Mezzogiorno ultime nella  classifica sulla qualità della vita stilata dal ‘Sole 24 Ore’ con Trieste in vetta e Crotone in coda, è un dato allarmante  che deve far riflettere. La fragilità del welfare – commenta il presidente del Consiglio regionale Filippo Mancuso, dei servizi pubblici e dei livelli di prestazione essenziali, l’esiguità dell’offerta culturale, la percentuale da capogiro di disoccupazione e la drammatica fuga dei giovani dal Mezzogiorno che incide sul Pil e sull’andamento demografico, chiedono alle Istituzioni e alle classi dirigenti del Paese un supplemento di responsabilità”. Conclude il presidente Mancuso: “La mole dei dati forniti dal ‘Sole 24 Ore’, passati al setaccio di strumenti ben sperimentati per la misurazione del benessere, suggeriscono di accelerare nell’utilizzo degli 82 miliardi del Pnrr e delle altre risorse comunitarie destinate al Sud, se vogliamo ricostruire l’economia nazionale e abbattere il divario territoriale, di genere e generazionale Nord-Sud”.

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