Siamo in piena “quarta ondata” della pandemia da SARS.COV.2, fase caratterizzata dalla convivenza di diverse varianti
Ma su quali ambiti di patologia è soprattutto impegnato il mondo della fisioterapia in questo nuovo periodo emergenziale? “Ci troviamo come nel passato di fronte a problematiche neurologiche, respiratorie, muscolo-scheletriche. In queste situazioni la fisioterapia interviene attraverso esercizi terapeutici, terapie manuali e fisiche, educazione terapeutica e talvolta ausili, per aiutare queste persone a superare il periodo più critico della loro degenza. Ovviamente tutto questo avviene in un azione complessa di team con altri professionisti, con una visione globale del paziente: in questo senso le strutture sanitarie del nostro Paese stanno confermando di essere in grado di gestire al meglio e in modo tempestivo le problematiche da COVID19 attraverso un solido approccio multidisciplinare”.
Ma al di là delle acuzie e delle terapie intensive, c’è poi il tema del long-Covid: tante sono infatti le disfunzioni che le persone sono costrette ad affrontare anche dopo la malattia e che debilitano nella vita quotidiana per lunghi mesi anche dopo essere stati dichiarati “guariti”. “Quando si parla di sindrome da long-Covid ci si riferisce a disfunzioni che si manifestano anche dopo settimane e mesi dalla guarigione clinica”, conclude Cecchetto, “Anche qui i problemi maggiori rilevabili sono in ambito neurologico, muscolo-scheletrico, respiratorio, ma anche genito-urinario. La fisioterapia entra anche in queste situazioni con strategie specifiche a supporto delle persone per migliorare quanto più possibile la qualità della vita. Gli effetti dell’attuale quarta ondata ci accompagneranno purtroppo nel tempo : i cittadini ed il SSN sanno di avere nella fisioterapia un puntuale alleato per contenere i danni da Covid19 e per ritornare quanto prima alla migliore qualità di vita possibile”.