Reggio Calabria: sequestri per 1 milione nei confronti di due fratelli legati alla ‘Ndrangheta [DETTAGLI]

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LA DIA ha proceduto al sequestro di un patrimonio di un milione di euro nei confronti di due soggetti in rapporti di stretta vicinanza con la ‘Ndrangheta

La Direzione Investigativa Antimafia ha eseguito due provvedimenti di sequestro di beni emessi dalla Sezione Misure di Prevenzione del Tribunale di Reggio Calabria su proposta del Direttore della DIA, nel contesto di attività investigativa preventiva coordinata dal Procuratore Distrettuale Giovanni Bombardieri nei confronti di due fratelli calabresi.

Nelle misure odierne la citata  Sezione Misure di Prevenzione, nella fase di primo grado e fatte salve le successive valutazioni nei gradi successivi, ha riconosciuto la “pericolosità sociale qualificata” dei proposti in ragione dei loro trascorsi di vicinanza con la ‘ndrangheta desunta principalmente dalle risultanze di alcuni procedimenti penali, definiti con sentenza di condanna passata in giudicato, in cui erano stati coinvolti i due.

Nel dettaglio uno dei fratelli era stato tratto in arresto nel 2014 e successivamente condannato dalla Corte di Appello di Reggio Calabria alla pena della reclusione ad anni 6 e mesi 2 per associazione per delinquere (con l’aggravante dell’agevolazione mafiosa) e detenzione e porto illegale di armi in concorso. Allo stesso veniva contestato il reato associativo per aver fatto parte di un sodalizio stabilmente dedito all’importazione dalla Slovacchia di armi inertizzate che venivano modificate in Italia e rese idonee all’impiego.

L’altro fratello è stato anch’egli condannato nel 2014 dalla Corte di Appello di Reggio Calabria alla pena della reclusione ad anni 6 per estorsione tentata in concorso (con l’aggravante dell’agevolazione mafiosa) nei confronti di due imprenditori.

Per entrambi i soggetti gli accertamenti svolti dalla DIA hanno consentito di acclarare, come riconosciuto dal Tribunale di Reggio Calabria fatte salve le successive valutazioni nei successivi gradi, una netta sproporzione tra i redditi dichiarati e gli investimenti effettuati; tale riscontro ha permesso ai giudici della Sezione Misure di Prevenzione di qualificare i beni mobili, immobili e societari nella loro disponibilità quali frutto o reimpiego di attività illecite.

Il sequestro ha interessato l’intero patrimonio aziendale di una ditta individuale operante nel settore del commercio di prodotti medicali ed ortopedici con sede a Cavriglia (AR) con 2 unità locali operanti in Gioia Tauro (RC), 15 immobili siti in Gioia Tauro, 1 autovettura e conti correnti e posizioni finanziarie per un valore stimato di circa 1 milione di euro.

L’odierno risultato operativo si inserisce nell’ambito delle attività Istituzionali finalizzate all’aggressione delle illecite ricchezze acquisite e riconducibili, direttamente o indirettamente, a contesti delinquenziali, agendo così a tutela e salvaguardia della parte sana del tessuto economico nazionale.

Morra: “spallata alla mafia, lo Stato ha tutti gli strumenti per contrastarla”

“Questa mattina è stato inflitto un nuovo ed importante colpo alla mafia, grazie all’operazione della Polizia di Stato e della Procura della Repubblica di Messina. Sono stati sequestrati beni per un valore di circa 100 milioni di euro: una spallata alla mafia”. È il commento di Nicola Morra, presidente della Commissione parlamentare antimafia. “Oggetto del sequestro di ben 100 milioni di euro sono – spiega Morra – beni ed assetti societari, cooperative sociali ed aziende agricolo-faunistiche, locali di pubblico intrattenimento, hotel, immobili (tra cui numerose ville di consistente valore), ubicati nell’area milazzese e nebroidea, nonché il congelamento di somme di denaro in Paesi esteri. Quello odierno – conclude Morra – è il risultato del brillante lavoro condotto dalla Divisione Anticrimine e dal Servizio Centrale Anticrimine, nel quadro di una la più ampia strategia di contrasto avviata dalla Direzione Centrale Anticrimine. Questa è la dimostrazione che lo Stato ha gli strumenti e la forza per contrastare le mafie”.

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