Bronzi di Riace: incontro da remoto sulla statua “B” e la sua somiglianza a Pericle

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Reggio Calabria: Il Circolo Culturale “L’Agorà” organizza un nuovo incontro da remoto inerente la statua “B” e la sua somiglianza a Pericle

Sarebbe riconducibile ad un famoso statista ateniese del passato la statua denominata con la lettera “B” , quella dei Bronzi di Riace, che a quasi mezzo secolo dal ritrovamento, insieme all’altro compagno di viaggio, avvenuto nell’omonima località della fascia jonica reggina, a cui si deve la loro denominazione. Gli attenti studi svolti nel corso degli anni da parte del prof. Riccardo Partinico ricondurrebbero ad un nome ben preciso della Storia che raffigurerebbe una delle due statue bronzee, conservate presso il Museo della Magna Grecia di Reggio Calabria. Le varie ricerche sviluppate sia nel campo dell’anatomia archeostatuaria che in altri ambiti scientifici individuerebbero in Pericle, ciò che viene raffigurato nella statua in argomento. Quindi gli studi di Riccardo Partinico sono riconducibili al famoso Pèricle che a seguito di un susseguirsi di eventi, andò ad assumere la direzione della politica ateniese per oltre trent’anni (461-429) fondando il proprio potere sulla annuale, libera rielezione nel consiglio degli strateghi. Tra le linee programmatiche del famoso ateniese vi furono anche quelle di preservare ad Atene il predominio sul mercato granario del Chersoneso Taurico (Crimea) e stabilire dei concordati con Reggio ed i Leontini. E forse a seguito di questo concordato si potrebbe rafforzare l’idea del prof. Riccardo Partinico che si riconduce a questa figura raffigurabile nella Bronzo “B”.

La “Statua B” dei Bronzi di Riace può quindi rappresentare Pericle per un insieme di dati storici, geografici e archeologici che coincidono con gli esiti degli studi di anatomia archeostatuaria. I piedi della “Statua B” presentano il varismo del V dito, la colonna vertebrale è caratterizzata da una classica scoliosi dorso-lombare e dalla rettilineizzazione del rachide cervicale. Il cranio è dolicocefalo, allungato esageratamente in senso antero/posteriore. I muscoli, nella sua globalità, appaiono adattati alla Forza Resistente. La forma degli arti inferiori è caratterizzata dalla particolare ipertrofia dei glutei, degli adduttori e dei gastrocnemi, che rende compatibile quella muscolatura con chi va a cavallo costantemente. Il callo osseo che si nota sullo zigomo destro e le orecchie, che presentano otoematomi da attrito, fanno propendere nell’ipotesi che “l’uomo” abbia praticato anche Lotta. Analizzando la terra di fusione ritrovata all’interno della “Statua B” gli scienziati scoprirono che essa fu realizzata in Grecia, nell’area circoscritta tra Argo ed Atene, nel 430 a.C. Gli scritti di Plutarco “Vita di Pericle”, risalenti al I sec. a.C., raccontano delle dimensioni inusuali del cranio di Pericle, che, addirittura, divennero motivo di scherno per i commediografi dell’epoca. “Perfetto in ogni parte del corpo, egli aveva la testa oblunga e sproporzionata ed è per questo che tutti gli scultori l’hanno raffigurato con l’elmo per evitare che la messa a nudo di tale difetto potesse far pensare che volevano schernirlo. I poeti attici lo chiamavano Schinocefalo, cioè “testa di cipolla marina” (Σχινοκέφαλον). Tucidide si allenava con Pericle nella lotta e riferiva ad Archidamo II, Re di Sparta, del fatto che Pericle non accettava di perdere i combattimenti. Troppe coincidenze per non pensare di riconoscere nella “Statua B” Pericle di Atene, vissuto dal 495 a.C. al 429 a.C., Militare e Politico. Tenuto conto dei protocolli di sicurezza anti-contagio e dei risultati altalenanti della pandemia di COVID 19 e nel rispetto delle norme del DPCM del 24 ottobre 2020 la conversazione sarà disponibile, sulle varie piattaforme Social Network presenti nella rete, a far data dal 4 febbraio.

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