Brogli elettorali a Reggio Calabria: il centrodestra chiede l’istituzione di una Commissione di Indagine

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In un documento, che vede il nome del Consigliere Massimo Ripepi come primo firmatario, si chiede l’inserimento all’ordine del giorno del prossimo Consiglio Comunale dell’istituzione di una Commissione di Indagine

Il centrodestra al Consiglio Comunale di Reggio Calabria chiede che venga istituita una Commissione di indagine che si occupi di effettuare accertamenti sulla questione dei brogli alle elezioni amministrative del 2020. Nel documento, che vede il nome di Massimo Ripepi come primo firmatario, si chiede che venga inserito all’ordine del giorno del prossimo Consiglio Comunale il seguente argomento: “Istituzione di una Commissione di Indagine sulla questione dei brogli elettorali come previsto dall’art. 44 comma 2 D.Lgs. 267/00 TUEL e dall’art. 41 Statuto Comunale”.

L’Articolo 44 del decreto legislativo n. 267/00 del Testo unico degli enti locali (TUEL) comma 2 dispone infatti che, “il consiglio comunale o provinciale, a maggioranza assoluta dei propri membri, può istituire al proprio interno commissioni di indagine sull’attività dell’amministrazione. I poteri, la composizione ed il funzionamento delle suddette commissioni sono disciplinati dallo statuto e dal regolamento consiliare”. Inoltre l’Art. 41 dello Statuto Comunale stabilisce che, “il consiglio comunale può istituire, nel proprio ambito, commissioni speciali, per lo studio e l’impostazione di piani, progetti o interventi di particolare rilevanza, che non rientrano nella competenza ordinaria delle commissioni permanenti. Nell’atto istitutivo viene indicata la composizione, designato il coordinatore, fissato l’oggetto del mandato ed il termine entro il quale la commissione deve riferire al consiglio. Su istanza sottoscritta da almeno 1/5 dei consiglieri, il consiglio comunale, a maggioranza assoluta dei propri membri, può istituire al proprio interno commissioni d’indagine, incaricate di effettuare accertamenti su atti, provvedimenti e comportamenti dell’amministrazione”.

Nel corso del Consiglio Comunale, in segno di protesta, il Consigliere Massimo Ripepi ha anche strappato il Codice Etico firmato dai membri del Pd all’inizio del mandato amministrativo. “E’ un documento inutile, in quanto non è stato rispettato. Qua c’è un problema di trasparenza. Deve essere istituito subito un Comitato di Salute Pubblica, i cittadini sono mortificati”.

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